Vaticano – In un periodo della nostra società nel quale spesso sembra di essere tornati a guelfi contro ghibellini ecco una lodevole iniziativa che può aiutarci a percorrere la retta via dell’amore e dell’amicizia tra fratelli.
«Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi». Suonano bene le parole di San Giovanni nella sua prima Lettera ( 1 Giovanni 1,1-3) per descrivere lo spirito di testimonianza che dovrebbe albergare in ciascun cristiano che si reca in pellegrinaggio in Terra Santa.
“Molte persone non hanno la possibilità di cercare online informazioni sui luoghi Santi” e “dunque, il nostro compito è cercare di portar loro un po’ di Terra Santa dove abitano. Questa volta abbiamo scelto di farlo attraverso le immagini”. Con queste parole fra Noor Tamas, l’ideatore de “La terra amata da Gesù”, spiega il senso della mostra fotografica itinerante che ha preso il via in questi giorni e che ci riporta a Gesù ed ai suoi insegnamenti..
La creazione dell’esposizione è partita dalla lettura di diverse guide e fonti e i testi che accompagnano le istantanee sono stati elaborati con la collaborazione di fra George e Johnny Jallouf. Le fotografie sono state scelte dall’archivio recente della Custodia di Terra Santa (fra quelle di Nadim Asfour, Marie-Armelle Beaulieu, Giovanni Malaspina e Neva Gasparo), ma anche dall’archivio personale o parrocchiale di diversi frati, da Gerusalemme, Sira e Libano.
Nata come un piccolo progetto di raccolta fotografica dei luoghi più significativi del Cristianesimo, la mostra, grazie al sostegno e all’interesse del Terra Sancta Museum e dell’associazione Pro Terra Sancta, è diventata un racconto della vita dei francescani e uno strumento per annunciare la Buona Novella. “Dopo avere iniziato a lavorare, abbiamo pensato di fare un lavoro più completo”, racconta fra Noor. Per questo motivo “nei primi pannelli sono sintetizzate la storia della Custodia, la storia dell’Ordine e quella di San Francesco stesso, ma anche il lavoro dei frati in Siria, Libano e Giordania. Raccontare la nostra vita – prosegue il religioso – diventa anche un’occasione di annuncio a chiunque possa sentire la chiamata a mettersi sui passi del Santo di Assisi e vivere il nostro carisma missionario”.
Seguendo gli eventi più importanti della vita di Gesù, la mostra presenta i santuari legati all’Annunciazione, alla Risurrezione, alla Visitazione, alla nascita, all’opera e alla vita quotidiana di Gesù. Inoltre, l’esposizione offre – in quattro pannelli – una panoramica sul servizio della Custodia di Terra Santa. Il primo è dedicato al servizio dei francescani nelle parrocchie del Libano, il secondo al santuario di San Paolo in Siria e le altre parrocchie, il terzo al Memoriale di Mosè sul Monte Nebo, in Giordania, il quarto fornisce dati numerici del servizio della Custodia di Terra Santa (il numero di frati, il numero di case ricostruite nei diversi paesi in cui la Custodia opera, informazioni su borse di studio, case di accoglienza, parrocchie.
La Terra Santa è una delle mete religiose più sentite e significative da visitare. È un viaggio che si fa con l’anima, prima ancora che con il corpo ed è uno di quelli che dentro lascia il segno. La Terra Santa è un luogo di grande storia, di sofferenza e di fede, un luogo che ha visto la nascita, l’ascesa e la morte di Cristo, sacrificatosi per tutti.
Camminare in quei luoghi, respirare quell’aria e vivere le emozioni degli apostoli, delle folle a cui Cristo era solito parlare. Una terra ancora piena di tensioni e conflitti che non trova pace né nel passato, né nel presente ma che ha bisogno di tutti per trovarla nel futuro.
La Terra Santa oggi è una regione suddivisa in due stati, Israele e Palestina, in cui coabitano in misura maggioritaria due nazionalità (gli israeliani e i palestinesi), due etnie (gli ebrei e gli arabi) e tre religioni (Ebraismo, Islam e Cristianesimo). Non sempre questi tre elementi – nazionalità, etnia e religione –riescono ad integrarsi tra loro e combinarsi in modo pacifico: ciò dà origine alla frammentazione culturale e religiosa che caratterizza questi luoghi. In particolare, è bene sapere che non tutti gli israeliani sono ebrei e non tutti gli arabi sono palestinesi: esiste infatti un folto numero di arabi con nazionalità israeliana che abita nella regione della Galilea (Nazareth).
I cristiani costituiscono circa il 2% dell’intera popolazione; circa la metà è costituita da cattolici. La Custodia dei Luoghi Santi è affidata ai frati minori francescani, i quali giocano un ruolo chiave all’interno delle complesse politiche di gestione di questi siti.
Don Vincent Nagle ha scritto sulla Terra Santa: «Prima di venire in Terra Santa, avrei giurato di possedere una fede concreta, secondo l’insegnamento che i miei maestri mi hanno trasmesso. Eppure, senza accorgermene, avevo relegato le vicende di Gesù al di fuori della storia, nella sfera dell’inconoscibile. La visita ai luoghi del Vangelo mi ha riempito di gioia e di stupore. Ho potuto dire: “È andata proprio così, è successo esattamente ciò che dicono i Vangeli!”. Oggi, dopo tanti anni, sto ancora scoprendo le conseguenze di quella bellissima sorpresa»