Scannone – Ringraziamo Dio per la sua vita e vocazione, per l’impegno e la capacità di riflessione con cui ha arricchito la filosofia e la teologia latinoamericane». Con queste parole, fonti del Consiglio episcopale latinoamericano hanno annunciato la morte di Juan Carlos Scannone, sacerdote gesuita di 88 anni, considerato uno dei padri della Teologia del popolo.
La provincia della Compagnia di Argentina e Uruguay ha poi confermato la notizia. Sessantadue anni fa, il religioso ha incrociato per la prima volta un Jorge Mario Bergoglio poco più che ventenne al Seminario minore della capitale dove insegnava letteratura e greco. Poco dopo, le loro vite si sono intrecciate di nuovo al Colegio Maximo di San Miguel. Da allora, i due hanno mantenuto sempre un rapporto di amicizia.
“Cacho” l’ha sempre chiamato il futuro papa Francesco. Dopo l’elezione di quest’ultimo, padre Scannone si è trasferito a Roma dove per due anni ha lavorato a “La Civiltà Cattolica”.
L’11 novembre scorso, l’Istituto Sophia di Loppiano gli aveva conferito la laurea honoris causa.
In un’intervista padre Scannone aveva definito Francesco “il Papa del discernimento”.«Nel suo agire, si lascia condurre dallo Spirito che opera nel tempo e nelle coscienze del popolo di Dio, cioè la Chiesa. Da qui, la capacità bergogliana di coinvolgere quest’ultima nella sua totalità, avviando processi».
Secondo Scannone, inoltre, proprio la Teologia del popolo spiega molti dei gesti e delle riflessioni di papa Francesco. Nata all’indomani del Concilio, nella stagione della teologia della liberazione, essa – sull’onda delle riflessioni dei pionieri Lucio Gera e Rafael Tello – privilegia le categorie della storia e della cultura alla sociologia e prende una distanza critica dal metodo marxista, poiché estraneo alla cultura del popolo.
Le tracce di tale orientamento teologico – spiegava il filosofo e teologo argentino nel libro recentemente tradotto in italiano “La Teologia del popolo. Le radici teologiche di papa Francesco” (La Queriniana-La civiltà cattolica) – emergono con forza in Evangelii gaudium. A cominciare dalla sottolineatura del Popolo fedele di Dio e del suo volto pluriforme, poiché esso si incarna nei popoli della Terra e nelle loro culture. In tale contesto, la mistica popolare diviene luogo teologico, ovvero di incontro concreto con Cristo.
Proprio il continuo riferimento alla storicità e alla sua realtà dinamica e relazionale, collocano la Teologia del popolo a incommensurabile distanza da ogni «Teologia populista». Francesco, dunque, può essere, diceva spesso Scannone, «il Papa del popolo» ma non di certo, al contrario di una vulgata semplicista, il «Papa populista».
Professore presso il Collegio Massimo di San Miguel in Argentina, presso l’Università di Friburgo i.B. (Germania) e presso l’Università Gregoriana di Roma è stato anche membro di numerosi organismi accademici ed ecclesiali latinoamericani. In qualità di perito, ha accompagnato il cammino del CELAM in questi ultimi decenni.
Classe 1931, argentino di Buenos Aires, nel 1949 era entrato nella Compagnia di Gesù. E nel 1957 era professore di greco e letteratura presso il seminario del barrio di Villa Devoto, quando vi era allievo un giovane e promettente seminarista di origine piemontese, Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Nel 1973, Bergoglio diventa il suo superiore, in quanto provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Sei anni più tardi, il futuro Papa Francesco è rettore del Collegio Massimo di San José, in San Miguel (città dell’area metropolitana di Buenos Aires) che ospita le Facoltà di teologia e filosofia dei gesuiti, dove insegna, appunto Scannone. Si racconta che si siano sempre dati del “tu” e che Bergoglio lo appelli spesso usando il suo soprannome “Cacho”. Quando, nel 2013, Bergoglio divenne il primo Papa proveniente dalle Americhe, molti giornalisti attraversarono l’Oceano e bussarono alle porte del Collegio, per scoprire le origini di quei suoi atteggiamenti pastorali così profondamente umani ed evangelici. “E molti di essi hanno sentito parlare allora per la prima volta della teologia argentina del popolo e del suo rapporto con le più note, per loro, teologia latinoamericana della liberazione e opzione preferenziale per i poveri” racconta Juan Carlos Scannone nella prefazione al suo libro “La teologia del Popolo, radice teologiche di Papa Francesco” (Queriniana Editrice, 2019).
Padre Scannone era un grande esponente della “teologia argentina del popolo e della cultura“, che egli stesso spiegava come un modello universalizzabile di inculturazione della teologia mediante la sapienza e la pietà del popolo di Dio incarnato nei popoli della terra. Autore del libro pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, “Papa del popolo” – che spiega bene come Francesco sia un Papa in linea “con l’opzione preferenziale per i poveri, impegnato indiscutibilmente, per chiedere che non si lascino indietro i poveri e gli emarginati. E non permettere che l’opulenza dei più ricchi e l’oligarchia delle classi storicamente dominanti in America Latina ci facciano tornare indietro”.
Con Francesco, aveva detto in un’intervista a Radio Vaticana, “c’è un’aria nuova, uno spirito nuovo, che commuove la Chiesa. Io penso che Papa Francesco sia mosso dallo Spirito Santo e che sempre attraverso di Lui il Popolo di Dio gli risponda, non solo a Roma, ma praticamente in tutto il mondo. Recentemente mi trovavo in Germania e ho visto come reagisce la gente, l’interesse che ha nell’ascoltare quello che riguarda Papa Francesco… Questo per dire che c’è uno spirito nuovo: credo che sia la continuazione del Concilio Vaticano II, che viene ripreso, anche se nelle nuove e attuali circostanze, che non sono le stesse di quelle della metà del secolo scorso”.
Secondo padre Scannone, “in quel momento, in Argentina, Bergoglio ha portato avanti questa linea e credo che ora, come Papa, la stia approfondendo. Nell’articolo, che io ho pubblicato su Civiltà Cattolica, mostro come lui continui a seguire questa linea, ma anche la approfondisca. Per esempio, nell’apprezzamento della pietà popolare, della spiritualità popolare, come nella relazione tra il Popolo fedele di Dio e i popoli della Terra…. Sì, penso che continui su questa linea e che forse ora, ispirato dal fatto di essere Papa, renderà questa teologia più feconda per la Chiesa universale”.
“Penso – aveva concluso Scannone – che sia sostenuto dallo Spirito Santo: il viso raggiante, questa semplicità e allo stesso tempo questa profondità, questa serenità, questa pace. Sono stato con lui e abbiamo parlato per un’ora intera: l’incontro con lui è stato davvero un balsamo per me e per la mia vita spirituale, apostolica ed anche per la riflessione filosofica e teologica”.