VATICANO – IL CARDINALE PAROLIN ED IL CALO DEI MATRIMONI RELIGIOSI IN ITALIA

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VATICANO –  Il cardinale Parolin  è stato interpellato dall’agenzia LaPresse sul dato Istat, sul calo dei matrimoni religiosi in Italia (circa il -2% rispetto al 2022), a fronte di un aumento di quasi il 50% dei matrimoni civili. Secondo il segretario di Stato, “questo problema rientra nella situazione più generale della perdita di fede nella nostra società, dell’indifferenza religiosa. Per cui anche questo momento che fino a ora era un momento sociale, ma considerato anche come un momento sacro, non viene più percepito in questa dimensione. C’è una deistituzionalizzazione anche del matrimonio che riguarda non solo la celebrazione religiosa, ma anche quella civile. Aumentano le convivenze senza nessun legame né religioso né civile”.

Di famiglia e del suo “declino” anche a causa dello “spettro” della solitudine che oggi aleggia in Europa, il cardinale ha parlato nell’Aula Magna della Lumsa presentando il saggio di Fforde, docente di Storia della cultura inglese nello stesso Ateneo. Un testo, ha detto, che si colloca nella pastorale della solitudine che mira a “sviluppare la testimonianza cristiana – sotto forma di cura pastorale – in risposta alla crescente pandemia di isolamento e solitudine nelle società occidentali”. La causa, scrive l’autore e Parolin lo ha ribadito, sta “principalmente nel declino della cultura cristiana”. Il segretario di Stato vaticano ha citato i dati emersi da indagini in Europa e nel mondo, a partire dalla Gran Bretagna dove “il declino della famiglia ha fatto aumentare il numero di persone che vivono da sole, basti pensare che nel 1961 le case erano abitate per il 12% da una sola persona, mentre nel 2010 questa percentuale era già salita al 29%”. Anche il rapporto della Commissione sulla solitudine nel Regno Unito ha registrato nel 2017 che “oltre 9 milioni di adulti si sentono spesso o sempre soli; più della metà dei genitori ha problemi di solitudine e la Tv è la principale forma di compagnia per 3,6 milioni di persone”.

Il porporato ha offerto quindi alcune prospettive sul tema, citando il magistero degli ultimi due Papi. Benedetto XVI, anzitutto, il quale osservava “che nei Paesi ad alto sviluppo economico all’origine di nuove forme di malessere mentale gli esperti riconoscono anche l’incidenza negativa della crisi dei valori morali. Ciò – affermava il Papa bavarese – accresce il senso di solitudine, minando e persino sfaldando le tradizionali forme di coesione sociale, ad iniziare dall’istituto della famiglia”. Poi Francesco che al Parlamento europeo nel 2014 asseriva: “Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine, propria di chi è privo di legami. La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani”. L’avvio della pastorale della solitudine, ha sottolineato il cardinale Parolin, “è pienamente in linea con il magistero” di Francesco “caratterizzato da una grande enfasi sulla ‘misericordia’”. E “venire in aiuto di chi è solo è un atto di misericordia”,  così come lo è “portare aiuto alle periferie”. “Le persone sole non sono forse, in senso metaforico, altre periferie e la pastorale della solitudine non può agire per includerle?”, ha domandato il cardinale. Andare loro incontro è dunque la realizzazione dell’auspicio di Papa Francesco di una “Chiesa in uscita”.




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