Vaticano ed Ordine di Malta

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Vaticano ed Ordine di Malta

Appoggio ed incoraggiamento all’encomiabile lavoro” dei membri dell’Ordine di Malta e conferma della “fiducia” ai componenti del gruppo nominato dal Papa per informarlo sulla “crisi” della direzione centrale. È quanto si legge nella nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede “in relazione agli avvenimenti di queste ultime settimane riguardanti il Sovrano Militare Ordine di Malta”. In relazione agli avvenimenti di queste ultime settimane riguardanti il Sovrano Militare Ordine di Malta, la Santa Sede desidera ribadire il suo appoggio ed incoraggiamento all’encomiabile lavoro che membri e volontari realizzano in varie parti del mondo, in compimento delle finalità dell’Ordine: la “tuitio fidei” (la difesa della fede) e l’”Obsequium pauperum” (il servizio ai poveri, ai malati e alle persone più vulnerabili)”. “A sostegno e incremento di questa generosa missione, la Santa Sede conferma la sua fiducia nei cinque componenti del Gruppo costituito dal Santo Padre Francesco il 21 dicembre 2016, nominati allo scopo di informarLo sulla crisi dell’attuale Direzione centrale dell’Ordine, e rifiuta, in base alla documentazione in suo possesso, ogni tentativo di screditarne le figure e l’opera”.
“La Santa Sede – la conclusione del comunicato – confida nella piena collaborazione di tutti in questa fase così delicata e attende la relazione del suddetto Gruppo per adottare, in ciò che le compete, le decisioni più opportune per il bene del Sovrano Ordine Militare di Malta e della Chiesa”.
Una vicenda che va avanti da qualche tempo e che ha creato incomprensioni tra le parti.
Tutto nasce dal comunicato con la quale il Gran Maestro Fra Matthew Festing ha pubblicamente dichiarato che l’Ordine non intende collaborare in alcun modo con la commissione istituita dalla Santa Sede per far luce sulla cacciata del Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, accusato di aver fatto distribuire dei preservativi nel corso di un’iniziativa umanitaria in Myanmar negli anni scorsi.
Lo stesso Boeselager si è difeso dichiarando di essere stato all’oscuro della cosa, decisa a livello locale, e di essere intervenuto appena ne ha avuto conoscenza. Con la lettera del Gran Maestro, l’Ordine rivendica la sua sovranità e ricorda a tutti l’autonomia dei suoi ordinamenti, dicendo al Papa che non deve intromettersi nelle vicende interne.
Ma il tentativo di coinvolgere il Pontefice, facendogli avallare il licenziamento di alcuni Cavalieri tra i quali Boeselager è venuta dall’Ordine, o meglio dal suo cardinale patrono, Raymond Leo Burke e la vicenda ha avuto inizio con una lettera dello stesso Francesco.
Il Tablet dello scorso 5 gennaio rivelava l’esistenza di una lettera inviata lo scorso 21 dicembre a Fra Matthew Festing dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, nella quale si faceva presente che il Papa desiderava che la rimozione di Boeselager non avesse luogo. “Come avevo già espresso nella mia precedente lettera del 12 dicembre 2016: sull’uso e sulla diffusione di metodi e mezzi contrari alla legge morale, Sua Santità ha chiesto un dialogo sul modo in cui possano essere affrontati e risolti eventuali problemi. Ma non ha mai detto di cacciare qualcuno!”. Esistono dunque due lettere di Parolin al Gran Maestro e già nella prima di queste – datata 12 dicembre – si faceva riferimento a ciò che il Papa aveva «chiesto».
Le incomprensioni nascono dal 10 novembre 2016, quando il cardinale patrono dell’Ordine, Raymond Leo Burke, viene ricevuto in udienza dal Pontefice. Nei giorni successivi a quell’udienza, Francesco indirizza una lettera a Burke per i vertici dei Cavalieri di Malta nella quale si invita a risolvere la controversia con il dialogo, oltre che a vigilare sul rispetto della morale cattolica (un riferimento neanche troppo implicito alla vicenda della distribuzione di preservativi in Myanmar, il casus belli sollevato per giustificare il licenziamento di Boeselager) e di vigilare anche sulle possibili infiltrazioni nell’Ordine di associazioni contrarie alla Chiesa. Da quanto si può ricostruire, il cardinale aveva chiesto al Papa l’avallo per procedere con la cacciata di diversi membri dell’Ordine, a partire dal Gran Cancelliere. Francesco era dunque intervenuto richiamando alcuni princìpi ma chiedendo anche che la vicenda venisse discussa internamente senza epurazioni.
Nel momento della cacciata di Boeselager, a giustificazione del fatto, è stato citato l’avallo vaticano, anzi papale. Francesco e la Santa Sede sono stati dunque coinvolti con l’obiettivo di corroborare la clamorosa decisione presa e condivisa dal Gran Maestro e dal cardinale patrono. Anche per questo il cardinale Segretario di Stato, principale collaboratore del Papa, è intervenuto con le due successive lettere, che si aggiungono alla prima di Francesco: per ribadire ciò che il Pontefice aveva effettivamente chiesto e smentire invece ciò che gli era stato attribuito.
Intanto la commissione ha replicato alla dura dichiarazione del Gran Maestro con altrettanta chiarezza, con una nota legale, diffusa dal Catholic News Service, l’agenzia dei vescovi Usa, nella quale si ricorda che la scelta di istituire il gruppo non è della Segreteria di Stato, ma dello stesso Pontefice. Si ricorda inoltre che l’Ordine di Malta, in quanto «ordine religioso laicale» e «persona giuridica riconosciuta dalla Santa Sede», è chiamata all’«obbedienza» al Papa. La nota legale ricorda anche che la «Commissione chiamata e formata dal Santo Padre è del tutto legittima e autorizzata dal Supremo Pastore a rendergli conto circa la procedura, e la sola procedura che ha portato alla sospensione del Gran Cancelliere dal suo incarico. Non si tratta di intromissione negli affari interni dell’Ordine, perché lo scopo della commissione, così come appare evidente, è quello di rendere conto al Santo Padre sulla procedura e non altro».
Ma perché il Gran Maestro ha deposto il suo Gran Cancelliere? Sempre secondo The Tablet, i gravi motivi sarebbero da ricercare nel periodo in cui von Boeselager era grande ospitaliere: non avrebbe fatto nulla per impedire che i volontari dell’Ordine attivi in Africa e Asia distribuissero profilattici come prevenzione contro l’Hiv, in violazione della morale cattolica. Il Gran Maestro avrebbe chiesto due volte le sue dimissioni. Non ottenendo risultati ne avrebbe parlato con l’interessato insieme al patrono, il cardinale Burke, citando anche una lettera del Papa in cui quelle dimissioni si invocavano. Una lettera, però, che non sarebbe mai esistita. Così avrebbe confermato monsignor Tomasi: “Il Papa e la Santa Sede non hanno mai chiesto l’estromissione per Boeselager”.
Come rileva Il Sismografo in un editoriale a firma Luis Badilla e Francesco Gagliano, “la vicenda al centro della crisi risale al 2009-2010”, quando Albrecht von Boeselager ricopriva il ruolo di grande ospitaliere: “Come è possibile che una controversia così delicata, avvenuta sette anni fa, possa emergere a così grande distanza di tempo, solo quando nel frattempo l’imputato è diventato Gran Cancelliere dell’Ordine?”. Da rilevare, come mero dato di cronaca, che negli stessi giorni in cui esplodeva il caso, il Vaticano rendeva noti i nomi dei nuovi membri del Consiglio di sovrintendenza dello Ior. Tra le nuove nomine, anche quella di Freiherr von Boeselager, fratello del cavaliere Albrecht. È infine noto come il cardinal Burke, patrono dell’Ordine di Malta su mandato del Papa, sia tra i più attivi tra i quattro cardinali firmatari della lettera inviata a Francesco sull’interpretazione di alcuni passaggi dell’esortazione post sinodale Amoris laetitia.
Ma per fare chiarezza eccovi una breve storia dell’Ordine di Malta.
Il Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta comunemente abbreviato in Sovrano militare ordine di Malta, o anche semplicemente in Ordine di Malta, è un ordine religioso cavalleresco canonicamente dipendente dalla Santa Sede, con finalità assistenziali.
È riconosciuto da una parte della dottrina, seguita dalla giurisprudenza italiana e da gran parte della comunità internazionale come soggetto di diritto internazionale, pur essendo ormai privo del requisito della territorialità. In effetti l’Ordine ha come suo unico collegamento con la comunità internazionale il fatto di aver governato un tempo Rodi e poi, fino alla fine del Settecento, Malta.
È il principale continuatore dell’antico ordine dei Cavalieri ospitalieri, fondato nel 1048 e reso sovrano il 15 febbraio 1113 da papa Pasquale II.
Dallo SMOM dipendono 6 Gran Priorati e 47 Associazioni nazionali che riuniscono i cavalieri e le dame a seconda del loro paese di residenza. In Italia sono i tre Gran Priorati Italiani – Lombardia e Venezia, Roma, Napoli e Sicilia a riunire i membri dell’Ordine. L’Associazione dei cavalieri italiani del sovrano militare ordine di Malta, gestisce le attività sanitarie dell’Ordine di Malta in Italia. Da questa dipende il corpo militare ausiliario comandato da un generale dell’Esercito Italiano (Corpo militare dell’ACISMOM). Dal 1970 il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta opera nel campo della protezione civile. Ha prestato assistenza alle popolazioni in tutti i maggiori disastri naturali che hanno colpito il paese. Il Sovrano militare ordine di Malta trae le sue origini dall’antica confraternita di monaci che, sotto la guida di Gerardo Sasso di Scala (località vicina ad Amalfi) ospitavano i pellegrini che giungevano a Gerusalemme. Tale attività inizio intorno al 1050, probabilmente finanziata da mercanti di Amalfi, con la costruzione a Gerusalemme di un ospizio (detto ospedale nel significato originario della parola, non nel senso moderno di luogo di cura) per i pellegrini. Il 15 febbraio 1113, mediante la bolla papale “Pie postulatio voluntatis” il Papa Pasquale II riconosceva l’ospedale di Gerusalemme come istituzione dipendente direttamente dalla Santa Sede con la facoltà di nominare al suo interno il capo (Gran Maestro).
Il Beato Raymon du Puy de Provence, primo successore del Beato Gerardo organizzò l’istituzione militarmente ottenendo il riconoscimento papale come Ordine Cavalleresco religioso per difendere i pellegrini ed i propri ospedali in Terrasanta e istituì anche la prima infermeria confermando la funzione assistenziale ospedaliera. In questo modo, oltre al riconoscimento formale acquisì anche un territorio e una forza armata, configurandosi come vero e proprio Stato quando occupò Rodi sottraendola ai turchi. Durante i secoli però perse alcuni territori e dovette acquisirne altri (Rodi, Malta) mantenendo comunque una territorialità, tranne un breve periodo di esilio di qualche mese fra la perdita dei territori in Terrasanta e lo spostamento a Rodi.
Nel 1798 Napoleone occupò l’isola di Malta, su cui l’Ordine cavalleresco governava dal 1530 con diritti feudali concessi dal Regno di Sicilia: i cavalieri dell’Ordine secondo la loro legge, che proibiva di opporsi con le armi ad altri cristiani, non fecero resistenza. Tale episodio è generalmente considerato quale epilogo della funzione militare dell’Ordine.
Dal 1834 l’Ordine ha sede a Roma in via dei Condotti, presso piazza di Spagna; è presente in oltre 120 paesi con iniziative a carattere benefico ed assistenziale e ha un seggio all’ONU come osservatore dal 1994. Si qualifica come ente sovrano ed in base al riconoscimento dello Stato italiano la sua sede – il Palazzo Magistrale – e la villa di Santa Maria del Priorato sull’Aventino godono dello status di extraterritorialità.
L’attuale principe e gran maestro è Fra’ Matthew Festing, eletto nel 2008.
Il suo motto è Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum (traduzione dal latino: difesa della fede e aiuto ai poveri).
L’Ordine emette francobolli e ha una moneta numismatica, lo scudo maltese, immatricola veicoli con targa SMOM concessa dal ministero della Difesa italiano, emette i suoi passaporti e celebra la sua festività nazionale il 24 giugno, festa della Natività di san Giovanni Battista.
Il gran maestro fra’ Ferdinand von Hompesch zu Bolheim il 12 giugno 1798 accettò in un trattato di cedere Malta, Gozo e Comino ai francesi e il 18 giugno s’imbarcò per Trieste. Il Balì Frisari, uno dei deputati alla firma del trattato, espresse in una nota le riserve circa i diritti di sovranità del suo sovrano, il re di Napoli, al quale Malta apparteneva come territorio della Sicilia concesso in feudo ai cavalieri. I francesi tennero Malta per due anni; il 4 settembre 1800 il presidio francese s’arrese al generale Pigot, comandante delle truppe inglesi che, insieme con i maltesi insorti, avevano stretto d’assedio La Valletta. Il gran maestro Hompesch, sbarcando a Trieste, aveva pubblicato un manifesto contro la cessione impostagli con la forza dai francesi. Subito dopo i cavalieri dissidenti disconobbero l’autorità dello Hompesch e nominarono gran maestro l’imperatore Paolo I di Russia; Hompesch si dimise l’anno successivo (1799). Dopo l’uccisione di Paolo I (1801), il nuovo imperatore Alessandro I rinunciò ad assumere la carica di gran maestro, nominando luogotenente dell’Ordine il primo ministro russo Nikolay Saltykov finché non fosse stato eletto un nuovo gran maestro. Nel 1802 fu designato fra’ Bartolomeo Ruspoli (figlio del principe Alessandro Ruspoli), che rinunciò alla carica, pertanto venne eletto fra’ Giovanni Battista Tommasi; anche Alessandro I riconobbe l’elezione, inviandogli le insegne di gran maestro che erano state detenute da Paolo I.
Tommasi stabilì la sede dell’Ordine a Messina (1803) e poi a Catania (1804): fu scelta la Sicilia perché si sperava che l’Ordine riavesse Malta, come era stato previsto nell’articolo X del trattato di Amiens del 1802; tuttavia l’ostilità inglese e il riaprirsi del conflitto anglo-francese fecero cadere ogni speranza e nel 1814 a Parigi e nel 1815 a Vienna fu confermata la sovranità inglese su Malta.
L’Ordine cercò di avere altre sedi nel Levante e sul mare e trattò nel 1823 con gli insorti greci per collaborare con loro nella lotta contro i turchi e avere in compenso le isole a sud della Morea e possibilmente Rodi. Nel 1826 l’Ordine si trasferì a Ferrara e nel 1834 a Roma, in territorio pontificio. Dopo il 1870 divenne ospite dello Stato italiano. Nel 1879 papa Leone XIII ripristinò la carica di Gran Maestro dell’Ordine, che nel 1805 Pio VII aveva sostituito con quella di Luogotenente. L’Ordine, non dovendo ulteriormente difendere interessi territoriali, diede prevalentemente impulso alle attività assistenziali ed ospedaliere, sia in Italia, che in Europa, in Asia, in Africa, e in America, ottemperando alle direttive impartite dal gran magistero, stabilito in Roma nei suoi due palazzi di via dei Condotti e dell’Aventino, godenti per concessione dello Stato italiano delle prerogative immunitarie proprie delle sedi diplomatiche degli stati esteri.
Il Sovrano militare ordine di Malta è un ordine cattolico e cavalleresco, istituzione di diritto internazionale pubblico (di cui si discute la natura sovrana). Svolge attività mediche ed umanitarie in oltre 120 paesi del mondo gestite dai priorati, dalle associazioni nazionali e dall’agenzia internazionale Malteser International. Ha relazioni diplomatiche con 106 Paesi, fra cui Paesi non cattolici e non cristiani.




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