CANTALAMESSA – La parola di Gesù da accogliere oggi, dice il cardinale Cantalamessa, “è quella che Egli rivolse alla adultera, dopo che i suoi accusatori si erano dileguati: ‘Donna, nessuno ti ha condannato?’. ‘Nessuno, Signore’. ‘Neanche io ti condanno e d’ora in poi non peccare più’. ‘D’ora in poi non peccare più!’. Ognuno di noi, se si esamina bene, si accorgerà che, accanto ai tanti peccati che commette, ce n’è uno diverso dagli altri. Si tratta di quel peccato al quale si è segretamente un po’ attaccati, che si confessa, ma senza una reale volontà di dire basta!”.
“Sant’Agostino, nelle Confessioni – spiega il predicatore della Casa pontificia – ci descrive la sua lotta per liberarsi dal peccato della sensualità. Ci fu un momento in cui pregava Dio dicendo: ‘Concedimi castità e continenza’. Però, una vocina aggiungeva: ‘Non subito, Signore!’. Arrivò il momento in cui gridò a se stesso: ‘Perché domani?’, domani che in latino si dice cras. ‘Perché questo corvo che dice cras? Perché non ora?’. Bastò che dicesse questo ‘basta!’ per sentirsi libero. Cosa si deve fare concretamente? Mettersi un istante alla presenza di Dio e dirgli: ‘Signore, tu conosci bene la mia fragilità. Fidandomi perciò unicamente della tua grazia, io ti dico che, d’ora in poi, voglio dire basta a quella soddisfazione, a quella libertà, a quell’amicizia, a quel rancore, a quel sotterfugio finanziario, insomma, basta a quel peccato che io e te conosciamo bene’. Vengo a ricevere il tuo perdono sacramentale. Potrai anche ricadere… Potremmo anche ricadere dopo, ma per Dio qualcosa è cambiato: la tua libertà si è schierata con lui. Siete in due adesso a lottare contro lo stesso nemico. Vedrai quanto è più bello vivere liberi dalla schiavitù del peccato, in pace con Dio e con se stessi!”.