Vangelo – Lc 3,15-16.21-22 Domenica 12 gennaio, Battesimo del Signore, anno C
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato ep Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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Se tu squarciassi i cieli e scendessi canta e invoca Isaia. E noi potremmo chiederci se Dio esiste perché non si fa vedere? Qualcuno afferma di credere solo a quello che vede ma poi la vita stessa gli mostra che essa è un mistero e che se non cerca di capirla in profondità finisce per sbattere contro mille muri invisibili ma concretissimi.
I discepoli hanno visto Gesù parlare con una sapienza meravigliosa, compiere miracoli, morire e risorgere ma quando appare loro risorto ancora gli chiedono se è finalmente venuto il tempo in cui ricostituirà il regno di Israele liberandolo dai romani, ossia hanno compreso poco della vita meravigliosa, con ogni bene, che Dio sta venendo a donare loro. Poi nella discesa più profonda dello Spirito a Pentecoste sono veramente rinati. Vedere esternamente serve a poco, come detto vediamo ma non capiamo più profondamente nemmeno noi stessi. Così Gesù si è fatto uomo per starci vicino anche umanamente, per mostrarci che il cammino verso Dio è pienamente umano ma lui stesso ha detto ai discepoli che lo Spirito gli avrebbe fatto capire in profondità la sua Parola e la sua vita. È nello Spirito che comprendiamo sempre più Dio, noi stessi, gli altri, la vita e gradualmente superiamo ferite, paure, schemi e ci si aprono strade nuove con ogni bene. Dio non si manifesta tutto subito visibilmente perché una visione solo esterna di Dio ci potrebbe opprimere e non ci toccherebbe il cuore. Lui si manifesta gradualmente, se cerchiamo di accoglierlo, nello Spirito, proprio per bussare con delicatezza alla porta del nostro cuore. E lo fa anche permettendo a ciascuno a proprio modo di sperimentare nella vita concreta che siamo suoi figli e abbiamo bisogno della vita in lui per stare bene. Ci lavora dall’alto con lo Spirito e dal basso con le nostre esperienze umane. E così ha fatto anche nella storia dell’umanità, come vediamo nel vangelo odierno. Ci ha portato fino al momento in cui i cieli si sono aperti e l’uomo ha visto lo Spirito scendere su Gesù come una colomba, aprendoci la strada di questo amore meraviglioso e delicato. Ecco perché le letture di oggi sono tutto un cantare di gioia perché Dio viene con amore ad aiutarci a superare tanti problemi, anche talora con miracoli, viene ad aiutarci a vivere in altro modo altre eventuali difficoltà e a starci vicino. Gradualmente nello Spirito troviamo risposte nuove di pace, di gioia di benessere, con tanti doni anche umani che ci può fare. Nella Parola, nei sacramenti, nella preghiera, Dio viene gradualmente a toccarci il cuore nello Spirito e fin dall’inizio stiamo un poco meglio, troviamo già risposte nuove, doni nuove e se perseveriamo vengono sempre nuovi doni.