SUOR WILHHELMINA LANCASTER – I resti della religiosa, deceduta nel 2019 a 95 anni, non mostrano segni di decomposizione. La scoperta durante le operazioni per traslare il corpo.
In Missouri, nel cuore di quell’America profonda, cattolica e trumpiana, si grida al miracolo. Il corpo di una suora, morta nel 2019 e riesumato per caso dopo quattro anni, non mostra quasi alcun segno di decomposizione. Si tratta di Wilhelmina Lancaster, deceduta a 95 anni, fondatrice del convento delle Suore Benedettine di Maria, Regina degli Apostoli, e sepolta a Gower, 1.500 abitanti a 60 km a nord da Kansas City (circa un’ora di macchina).
E proprio qui, nella sede del convento religioso, frotte di fedeli, pellegrini, curiosi e devoti, si è precipitato in massa negli ultimi giorni per vedere con i propri occhi il segno di quell’evento prodigioso, dando vita a veri e propri pellegrinaggi. Chi arriva si accosta al corpo della suora (ora posto in una teca di vetro), si inginocchia, sgrana i rosari, prega. Si sono registrate visite anche dal Canada e dal Messico.
Le religiose inizialmente hanno cercato di tenere l’informazione segreta. Ma è stato inutile: lo scorso fine settimana, in occasione della giornata dedicata alla memoria dei defunti nella lotta in difesa della bandiera Usa, in 15mila hanno varcato la soglia della piccola cappella delle Benedettine di Maria. La suora aveva fondato l’ordine nel 1995, a 70 anni.
Secondo quanto dichiarato dalle consorelle, la bara di legno in cui erano stati posti i resti mortali di Wilhelmina Lancaster è stata aperta lo scorso 18 maggio, per traslarli nella cappella del monastero dedicata a San Giuseppe, dopo la fine dei lavori di realizzazione dell’opera. Ci si aspettava di trovare solo poche ossa, considerando i regolari processi di decomposizione di un corpo senza vita. Invece, alla loro vista si è presentato un corpo intatto. Per di più, a conferma dell’assoluta rarità del fenomeno, le suore hanno spiegato che il cadavere non era stato imbalsamato subito dopo il decesso di sorella Willelmina.
Anche la madre badessa del convento, Cecilia Snell, è intervenuta sulla vicenda, raccontando di aver guardato lei stessa attraverso una piccola fessura, creatasi sul coperchio della bara nell’atto di aprirla: vedendo il piede della suora con il calzino ancora indosso, suor Cecilia è rimasta inizialmente sorpresa. La madre badessa ha fatto luce con una torcia, scrutando il resto: “Non potevo crederci” si è limitata a commentare a una tv locale.
Sul caso ora indaga anche la diocesi di Kansas City-St. Joseph. Si sta valutando l’ipotesi di un caso di incorruttibilità, che secondo la tradizione cattolica indica un intervento divino che arresta o rallenta la decomposizione, come segno di santità. Al momento, non c’è stata alcuna presa di posizione ufficiale. Il vescovo Vann Johnston, appartenente alla diocesi in cui rientra la giurisdizione sul convento, ha affermato che è necessaria una “indagine approfondita” per rispondere a “domande importanti” sollevate dallo stato del corpo, ma non si sa se o quando tale analisi avrà luogo. Ad ogni modo, aggiunge il prelato, “lo stato dei resti di suor Wilhelmina ha comprensibilmente suscitato un ampio interesse e sollevato questioni. Allo stesso tempo, è importante proteggere l’integrità dei resti mortali di suor Wilhelmina”, ha aggiunto la stessa fonte. La salma della religiosa era stata inizialmente esposta, senza protezione, e i fedeli potevano toccarla con mano. Ora, da lunedì scorso, si trova in una teca trasparente.
E anche sulla biografia della religiosa si sono subito accavallati racconti, aneddoti ed episodi documentati, che non hanno fatto altro che aumentare il senso di mistero e di prodigio che aleggia intorno alla sua figura: seconda di cinque figli, nata da genitori cattolici di St. Louis, Wilhelmina ebbe esperienze mistiche già da bambina. A 9 anni, in occasione della sua prima comunione, disse di aver visto Gesù e di averlo trovato “bellissimo”.
Il racconto della vita della suora, scritto dalle religiose della comunità, dice che proprio in quell’occasione Gesù le avrebbe chiesto di farsi suora. Prese quindi i voti a 13 anni, diventando devota della messa tridentina e battendosi da allora in difesa del rito tradizionale.
Per irrigidire il velo del suo abito, Wilhelmina aveva usato candeggina in tale quantità da renderlo duro e impenetrabile, dettaglio risultato decisivo quando fu colpita al collo con un pugnale da uno studente, ai tempi dell’insegnamento a Baltimora. La lama non affondò nella carne e già allora si parlò di miracolo.