Sul finire del Grande Giubileo il Papa invita a pranzo alcuni vescovi. Ne ha l’abitudine.
L’invito arriva all’amico vescovo. Deve attraversare il portone di bronzo, vigilato dalle guardie svizzere, prima delle 12 e 30. Parte per tempo, ma ci sono intoppi, ingorghi, un tamponamento. È in ritardo quando attraversa trafelato piazza San Pietro.
È sotto il colonnato quando vede un uomo che, mal vestito, sciupato, domanda la carità.
Si guardano, dopo tre secondi si riconoscono, si abbracciano. Erano compagni di seminario e di Messa. Poi uno abbandonò la veste ed eccolo prete spretato e barbone; l’altro fece carriera ed eccolo rasato e trafelato per andare dal Papa. Ci si immagini il vescovo! Il Papa è su che lo aspetta. Ma si vergogna di dire all’amico che ha fretta, ha cose importanti.
Magari deve andare su dal Santo Padre a parlare di carità e lascia andare l’amico?
Fatto sta che gli dice: «Senti, devo andare su dal Papa, ma tu aspettami qui, non ti muovere che ci vediamo e mi dici tutto».
Il vescovo ansimante arriva al terzo piano, all’appartamento del Papa. Gli altri sono già seduti a tavola. Il Papa fa una battuta sul ritardatario e lui racconta tutti i contrattempi e poi quell’incontro con il prete. «Che gli devo dire, Santità?». Il Papa lo guarda stupito. Gli dice: «L’ha lasciato solo?». Lui: «Sì, ma mi aspetta, dopo lo porto con me». Il Papa: «Mi ascolti. Lei che lo conosce, scenda e gli dica che il Papa lo invita a tavola».
Il Vescovo scivola lesto saltando i gradini. Se non lo trova, pensa, è spacciato.
Ma il suo prete è lì, gli spiega dell’invito, lo riassetta un momento e salgono entrambi increduli le scalinate. Si accomodano a tavola. Il Papa guarda quel povero Prete.
La luminosità dell’appartamento e la miseria dell’invitato, tutto stride tranne quella tensione magnifica per cui ci si riconosce uomini e si riconosce – i cristiani lo sanno – che nulla è mai perduto. Ed il vecchio Papa gli domanda: «Vorrebbe confessarmi?».
Dopo la confessione, il commiato agli altri Vescovi che dovevano discorrere di un documento pastorale: «Credo ci siamo detti tutto».
Il vescovo ha raccontato questo episodio ad alcuni sacerdoti, pregandoli di tacere perché questa era la volontà del Papa. A quanto a noi risulta, quel sacerdote ha ritrovato la strada che aveva abbandonata.
RACCONTACIVATICANO
Un racconto concernente la vita del nostro caro Papa “Karol”
By RaffaeleGen 25, 2016, 22:22 pm0
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