Ucraina – Le profezie su Mosca di padre Kolbe e Fulton Sheen

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Ucraina – Secondo l’arcivescovo Fulton Sheen, il celebre telepredicatore statunitense di cui si attende la beatificazione, il 13 ottobre 1917, data delle apparizioni di Fatima,  ha avuto luogo la nascita del mondo moderno.

Fulton Sheen ebbe anche un’altra profezia, e riguardava Mosca. Una profezia, in qualche modo, simile a quella che un altro santo dalla devozione mariana incrollabile, Massimiliano Kolbe, che guardò al Cremlino negli anni Trenta, ritornando dal Giappone.

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Pio XII scriveva: “Preghiamo con animo semplice e instancabile la soavissima Madre di Dio, che il popolo russo venera e moltissimo ama, affinché impetri per i desolati figli, nel più breve spazio di tempo possibile, il magnifico dono di Dio: la libertà di professare la fede”. E nel 1952, lo stesso Papa consacrava al Cuore Immacolato di Maria la popolazione russa, e disse: “Passerà questo tempo e la fede ritornerà a splendere in Russia. Un giorno la sua fulgida luce si vedrà da Occidente a Oriente”. Quella profezia di Pio XII era stata anticipata dalle profezie di padre Massimiliano Kolbe e dell’arcivescovo Fulton Sheen.

Kolbe passò da Mosca nel lungo viaggio che lo portò dal Giappone fino in Polonia, dove tornò e morì poi in campo di concentramento, offrendo la vita per un prigioniero. È stato padre Pierre Caillon a raccontare che, proprio nella Piazza Rossa, padre Kolbe guardò al Cremlino e disse: “Un giorno, l’Immacolata regnerà sul Cremlino e dal Cremlino sul mondo intero”.

Sono parole che erano strettamente collegate alla profezia della Madonna apparsa a Fatima. E lo sapeva anche Fulton Sheen. In una delle puntate della trasmissione Life is Worth Living (La vita è degna di essere vissuta) nel 1954, Fulton Sheen sottolineò che “la nascita del mondo moderno” ebbe luogo il 13 ottobre 1917.

In quello stesso giorno, ricordò, la cavalleria era entrata in classe di catechismo in una chiesa della Vergine, distrutto l’altare e attaccato i bambini. In quella stessa ora, a Roma, Eugenio Pacelli fu consacrato arcivescovo: successivamente, sopravvisse ad un tentativo di omicidio a Monaco da parte dei comunisti e divenne poi Papa Pio XII. Ma soprattutto, in quel 13 ottobre 1917, tre bambini, circondati da una folla di curiosi, furono testimoni di una apparizione, che si rivelò essere la Vergine Maria e li ammonì dei pericoli, e diede prova di sé facendo danzare il sole nel cielo.

Quando Fulton Sheen raccontava tutto questo, nel 1954, il Portogallo era entrato nella dittatura di Antonio de Oliveira de Salazar da 12 anni – era stato nominato primo ministro nel 1932, e il suo regime, chiamato “il nuovo Stato”, gli sarebbe sopravvissuto e sarebbe terminato solo a causa di una dittatura militare nel 1974.

Perché Fulton Sheen sosteneva che il mondo moderno era cominciato proprio in quell’ottobre 1917? La risposta stava ovviamente nel mistero di Fatima. Nel 1942, Pio XII annunciò che la Madonna aveva detto ai pastorelli, proprio in quel giorno, che una guerra peggiore sarebbe venuta, che l’avrebbe diffusa il comunismo ateista, e che l’unico modo di salvare il mondo dall’annichilimento e la collera di Dio era appunto pentirsi onestamente, pregare il Rosario e consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

In che modo tutto questo si collegava al regime di Salazar in Portogallo? Questi conosceva il cattolicesimo, era stato persino in seminario prima di studiare legge economica, il Cardinale Manuel Gonçalves Cerejera, patriarca di Lisbona, era stato suo compagno di studi.

Per Salazar, Fatima era una ancora di salvezza per mantenere il potere e ancorare il tutto sull’identità. E così, il governo portoghese enfatizzò la sua eredità cattolica, rinnovò costruzioni storiche e incoraggiò i turisti e i locali a pensare al Portogallo come una nazione nata da una battaglia cattolica, che aveva permesso allo Stato di rimanere neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale.

Fulton Sheen fu uno dei cattolici di un certo peso invitati da tutto il mondo in Portogallo per assistere alle cerimonie per la chiusura dell’Anno Santo, il 13 ottobre 1951. Era questo l’evento cui si riferiva nel suo show televisivo nel 1954.

E fu nell’ambito di questo discorso, che a un certo punto Sheen suggerì i paralleli tra una piazza bianca, come quella di Fatima, e la piazza Rossa di Mosca. Stava parlando della fede e di quello che vedeva come la più grande minaccia contemporanea contro la Chiesa. E fu a quel punto che profetizzò che un giorno “anche la piazza Rossa di Mosca si sarebbe chiamata Piazza Bianca”.

Suggestioni? Possibile. Ma ricordato quello che fu raccolto da Vikor Bede in conversazioni con Lenin, quando questi stava per morire. “Tu sai – aveva detto Lenin – che la mia malattia mi porterà presto alla morte e mi sento abbandonato nell’oceano di sangue di infinite vittime. Per salvare la nostra Russia ciò è stato necessario, ma è troppo tardi per cambiare ora: avremmo bisogno di dieci Francesco d’Assisi”. E ancora: “L’umanità percorre la via sovietica e fra cento anni non esisterà altra forma di governo”. Eppure, Lenin sottolineava che “sotto le macerie delle attuali istituzioni vivrà ancora la gerarchia cattolica… nel prossimo secolo ci sarà solo una forma di governo, quella sovietica, e una religione, la cattolica”.

E i cattolici sarebbero rimasti perché questi effettuano “sistematicamente l’educazione di coloro i quali hanno il compito di guidare gli altri. Non nascerà alcun vescovo o papa, come finora è nato un principe, un re o un imperatore, perché per diventare un capo, una guida, nella Chiesa cattolica, è necessario aver già dato prova di capacità. È in questa saggia disposizione la grande forza morale del cattolicesimo che da duemila anni resiste a tutte le tempeste e rimarrà invincibile anche in futuro. La forza di questa Chiesa è totale, è una forza morale e non estorta. L’umanità ha bisogno dell’una e dell’altra potenza”.

Sono confessioni contenute in due articoli pubblicati sull’Osservatore Romano nel 1924.  Si narra della Russia, quella Russia che diverrà cattolica e la consacrazione a Maria è il punto dal quale partire. Quella Russia che (guerra o non guerra in Ucraina) ha già intrapreso un cammino di salvaguardia dei valori della Fede che cambieranno l’Europa ed il suo modo sempre più carente di valori.

Fulton Sheen aveva otto anni, quando un giorno, servendo la Santa Messa al Vescovo Mons. John Spalding, gli sfuggì di mano l’ampollina del vino che si schiantò con gran fracasso sul pavimento della cattedrale. In sacrestia, si aspettava un terribile rimprovero. Il Vescovo, invece, tutto amabile, gli domandò: «Giovanotto, a che scuola andrai quando sarai più grande?». Il piccolo nominò la scuola cattolica della città. Ma il Vescovo, sottolineò: «Ti ho detto: quando sarai grande!». E aggiunse, sicuro: «Di’ a tua madre che un giorno, andrai a studiare a Lovanio e poi diventerai Vescovo, come me». Il ragazzino rientrò in casa e riferì tutto alla mamma, ma presto dimenticò completamente il discorso del prelato.

Profezia: prima parte
Si chiamava Fulton Sheen, il buon chierichetto, ed era nato ad El Paso, nell’Illinois (Stati Uniti), l’8 maggio 1895, da una famiglia irlandese. Qualche anno dopo, i suoi genitori si trasferirono a Peoria, centro della diocesi, affinché i loro figli potessero frequentare le scuole superiori cattoliche. Ebbene, proprio a Peoria, Fulton, dopo le elementari, intraprese gli studi letterari e filosofici. Al centro della sua giovinezza, già c’è Gesù, che lo occupava e lo avvicinava a Sé.
Quando scoprì in modo chiaro la sua chiamata al sacerdozio, entrò in Seminario: destinazione, diventare un vero alter Christus. Nella cattedrale di Peoria, il 20 settembre 1919, a 24 anni, fu ordinato sacerdote. Il Vescovo lo mandò a proseguire gli studi all’Università Cattolica di Washington, ma Don Fulton desiderava approfondire il pensiero filosofico di San Tommaso d’Aquino: la filosofia dell’essere, la filosofia perenne, per confutare, alla luce della ragione e della fede, i gravi errori delle filosofie moderne, negatrici di Dio e della Verità, e farsi apostolo e difensore della Verità.
Così, il Vescovo, lo mandò a studiare all’Università di Lovanio, in Europa. Lì, ottenne il dottorato in filosofia, a Roma quello in teologia. Ora era davvero diventato un maestro della Verità, della Fede cattolica cogitata, nella luce radiosa di Maestro Tommaso.
Rientrato negli States, va come vice-parroco in una parrocchia di periferia. Inizia con la predicazione quaresimale: le prime sere, erano pochi ascoltatori, ma col passar dei giorni, crebbero in modo enorme a sentire il giovane predicatore. Seguì una Pasqua meravigliosa, con numerose conversioni, con il ritorno ai Sacramenti da parte di un gran numero di persone. Sì, perché Don Fulton predicava per convertire le anime a Cristo e condurle in Paradiso e per questo, affinché la sua predicazione fosse efficace, passava lungo tempo in adorazione a Gesù Eucaristico, davanti al Tabernacolo.
Celebrava il sacrificio della Messa, ogni giorno con più fervore, chiedendo a Gesù di poter conquistare a Lui più anime possibile. Un anno dopo, seppe che era desiderato all’Università Cattolica, come docente di filosofia. Per 25 anni, sarà un docente meraviglioso con allievi entusiasti di lui, soprattutto entusiasti della Verità che egli portava a scoprire e a possedere, raptus, come Sant’Agostino, amore indagandae Veritatis.
La prima parte della profezia di Mons. Spalding si era avverata. Don Fulton ora ricordava, ma non gli bastava però la cattedra: voleva raggiungere più fratelli ancora, da condurre a Gesù, l’unico Amore della sua vita.

Cristo in Tv
Iniziò a tenere conferenze in patria e all’estero. I suoi discorsi erano sempre più seguiti: appassionava e conquistava. Nel 1930, fu invitato dalla NBC (la radio degli Stati Uniti), a parlare ogni domenica sera, in un programma intitolato “L’ora cattolica”. La sua voce diventò nota in tutti gli States. Si trovò sommerso da migliaia di lettere: persone che gli aprivano l’anima, alla ricerca di Dio. Rispondeva a tutti. E pregava per loro. Si vide una primavera di conversioni a Gesù, e alla Chiesa Cattolica. Anche il Papa, Pio XI seppe di lui.
Nel 1935, ad esprimergli la sua riconoscenza, lo nominò Prelato domestico, con il titolo di Monsignore. Nel 1950, all’inizio dei programmi Tv, fu chiamato dalla medesima NBC a comparire sui teleschermi. Cominciò con il programma Vale la pena di vivere, in cui partendo dalla necessità impellente per tutti di dare un senso alla vita, evidenziava che ogni uomo, lasciato solo, può soltanto dire di se stesso: Magna quaestio factus sum mihi, sono diventato un gran problema per me, e problema insolubile.
A questo problema, Mons. Sheen, offriva una risposta: Gesù Cristo, l’unica soluzione di tutti i problemi, il Cristo crocifisso e risorto (Tertulliano). Ogni settimana era seguito da 30 milioni di persone. Il suo linguaggio era limpido, comprensibile a tutti, di serietà straordinaria, eppure a volte scherzoso, sempre piacevole, anche quando poneva davanti alle più gravi responsabilità della vita.
Sempre nel 1950, venne nominato direttore nazionale della Società per la propagazione della Fede. Iniziò una lunga serie di viaggi in Asia, in Africa e in Oceania per interessarsi dell’evangelizzazione dei popoli. Un’altra mirabile possibilità di irradiare Gesù, il suo Vangelo, di far comprendere che solo in Lui ogni anima, ogni popolo trova la sua vera grandezza.
Gesù nella parrocchia, Gesù sulla cattedra universitaria, Gesù alla radio e in Tv, Gesù per le strade del mondo. Perché solo Gesù è il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio incarnato e crocifisso, il Vivente!

Profezia: seconda parte
L’11 giugno 1951, a Roma, per volontà di Papa Pio XII, Mons. Fulton Sheen è consacrato Vescovo. Si avvera così, in pieno, la profezia di Mons. Spalding di 50 anni prima. Nella sua autobiografia, scriverà: «L’investitura episcopale può dare un senso di euforia, ma non necessariamente la stima che la gente ti dimostra, corrisponde a quella che il Signore ha di te». Per questo, la sua autobiografia, s’intitola: Un tesoro d’argilla, a dire il contrasto tra l’immenso valore del sacerdozio e la fragilità della persona cui è conferito. Tuttavia, il sacerdote, e ancor più il Vescovo, è chiamato ad agire in persona Christi, a essere un Cristo vero, in mezzo al mondo, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
È mandato Vescovo ausiliare a New York, ma continua a parlare in Tv e a scrivere libri, uno più bello dell’altro, che hanno un grande successo, una mirabile fecondità di bene. Ne citiamo alcuni: “La pace dell’anima”, “La felicità del cuore”, ”Il primo amore del mondo”, quest’ultimo sulla Madonna, nel quale la dottrina si associa sovente alla poesia, sempre in uno stile denso di luce.
Per lo scrivente, il più bello è “La filosofia della religione”, in cui mostra come ai nostri giorni, la filosofia abbia raggiunto il livello più basso di irrazionalismo con cui guarda con disprezzo assoluto a Dio e alle Verità eterne… e poi, l’autore indica il cammino della sana ragione, illuminata dalla fede, alla ricerca e al possesso di Dio, in Cristo, unica Via, unica Verità, unica Vita. È la filosofia di San Tommaso, che sola ci è di guida per la comprensione dell’uomo, del mondo e di Dio. È la più vera apologetica che conduce alla Verità eterna.
Mons. Fulton Sheen, nel 1966 è nominato Vescovo di Rochester e sperimenta sulla sua pelle la contestazione che ormai dilaga nella Chiesa nel post Concilio. La febbre dell’impegno nel mondo sembra impadronirsi di preti e suore, a scapito della preghiera e del rapporto con Dio. Il catechismo e i Sacramenti diventano secondari, o inutili, davanti alle cosiddette “urgenze” del tempo. È un vento infido che soffia e squassa tutto cosicché Papa Paolo VI parla di “autodemolizione della Chiesa”.
Il Vescovo brillante dei teleschermi, noto al mondo intero, alza la voce per dire a preti e seminaristi che: «innanzitutto il sacerdote è chiamato ad essere con-vittima e con-redentore con Gesù offerto sulla croce e sull’altare. Non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù, farlo conoscere e amare. Convertire le anime a Lui e questo è frutto di santità, di unione con Dio».

«Cerca la Chiesa più odiata»
Diventato Vescovo emerito a 75 anni, nel 1969, continua a tenere conferenze e a scrivere articoli e libri. Sono ormai più di sessanta, tra cui la sua famosa “Vita di Cristo”. Le sue conversazioni televisive sono raccolte in volumi, diffusi in tutto il mondo. Solo Dio sa quante persone egli abbia convertito: si tratta di cattolici da anni lontani dai Sacramenti, di non cattolici che grazie a lui hanno trovato la vera Chiesa di Cristo, di peccatori con gravissime colpe.
Il 20 settembre 1979, Mons. Sheen celebra la Santa Messa per il suo 60° di sacerdozio, ricordando all’omelia: «Non è che io non ami la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel Santissimo Sacramento, ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederlo faccia a faccia».
Due mesi dopo, il suo desiderio si compie: il 9 dicembre 1979, va a vedere Dio faccia a faccia, nella gioia. Impressiona ancora oggi quando egli ci insegna che cosa dobbiamo fare nella confusione dilagante del nostro tempo:
«Se io non fossi cattolico, diceva nel 1957, e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo col mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio, come crocifissero Gesù. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo».
Lui, da parte sua, il suo compito l’aveva avuto chiaro davanti, ed è pure il nostro: «Ero uscito di casa per saziarmi di sole. Trovai un Uomo – Gesù – che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: “Permetti che ti stacchi dalla croce”. Lui rispose: “Lasciami dove sono, fino a quando avrò un fratello da salvare”. Gli dissi: “Cosa vuoi che io faccia per Te?”. Mi rispose: “Va’ per il mondo e di’ a coloro che incontrerai che c’è un Uomo inchiodato alla croce”».

La causa di beatificazione e canonizzazione fino al riconoscimento delle virtù eroiche
La fama di santità di monsignor Sheen, diffusa sin durante la sua vita e mai venuta meno dopo la sua morte, ha condotto la «Fondazione Arcivescovo Fulton J. Sheen» della diocesi di Peoria a costituirsi parte attrice della sua causa di beatificazione e canonizzazione, per l’accertamento dell’eroicità delle sue virtù cristiane.
Il 14 settembre 2002 fu ottenuto il trasferimento di competenza dalla diocesi di New York, nel cui territorio il vescovo era morto. Il 23 gennaio 2003 la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della causa. L’inchiesta diocesana si è quindi svolta a Peoria dal 29 settembre 2003 al 3 febbraio 2008. Il decreto di convalida giuridica degli atti dell’inchiesta è invece datato 17 ottobre 2008.
La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 2011, è stata esaminata il 28 ottobre 2011 dai Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, con esito positivo. Il 15 maggio 2012, anche i cardinali e i vescovi membri della stessa Congregazione si sono pronunciati a favore dell’eroicità delle virtù del Servo di Dio.
Il 28 giugno 2012, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Benedetto XVI autorizzò la promulgazione del decreto con cui monsignor Fulton John Sheen veniva dichiarato Venerabile. Peraltro, il Papa emerito l’aveva conosciuto personalmente, negli anni del Concilio Vaticano II.

La traslazione dei resti mortali
Tuttavia, il 3 settembre 2014, la diocesi di Peoria aveva annunciato la sospensione a tempo indeterminato della causa. La ragione risiedeva nel mancato accordo tra la diocesi di New York, nella cui cattedrale di San Patrizio il vescovo era stato sepolto, e quella di Peoria, circa la ricognizione canonica e la traslazione dei resti mortali.
Dopo tre anni di battaglia legale, il 7 giugno 2019 la Corte d’Appello dello Stato di New York ha rigettato l’ultima richiesta presentata dalla diocesi di New York, contraria alla traslazione a Peoria, sostenuta invece dalla nipote del Venerabile, Joan Sheen Cunningham. In seguito alla sentenza, le due diocesi si sono accordate per compiere la ricognizione e la successiva traslazione secondo quanto indicano il diritto canonico e quello civile.
Il 27 giugno 2019, infine, i resti di monsignor Sheen sono stati collocati nel nuovo sepolcro predisposto nella cattedrale di Santa Maria dell’Immacolata Concezione a Peoria, precisamente nella cappella della Madonna del Perpetuo Soccorso. In quella stessa chiesa lui aveva ricevuto la Prima Comunione, la Cresima, l’Ordine Sacro e aveva celebrato la sua Prima Messa.

Il miracolo per la beatificazione
Tra le numerose grazie singolari segnalate per sua intercessione è stato esaminato, secondo quanto afferma la diocesi di Peoria in un comunicato stampa, il caso di un bambino nato morto nel 2010. I familiari del neonato cominciarono subito a rivolgersi nella preghiera a monsignor Sheen, mentre il piccolo veniva trasferito all’OSF Medical Center, a pochi isolati di distanza dalla cattedrale di Peoria.
Nonostante avesse ricevuto i trattamenti medici più avanzati, il neonato continuava a non manifestare segni di vita. Dopo sessanta minuti, sarebbe stato dichiarato clinicamente morto. Il medico attese ancora un minuto, ma proprio mentre stava per annunciare il decesso, il cuore del neonato cominciò a battere e la sua respirazione divenne normale. Dopo qualche settimana, il bambino fu dimesso: da allora gode di buona salute.
Nel 2011 la diocesi di Peoria ha istruito l’inchiesta sul presunto miracolo, i cui risultati sono stati consegnati, nel dicembre dello stesso anno, alla Congregazione delle Cause dei Santi. La Consulta Medica, il 6 marzo 2014, si è pronunciata a favore dell’impossibilità di spiegare l’accaduto secondo le attuali conoscenze mediche. Il 17 giugno 2014, invece, i Consultori teologi si sono pronunciati a favore del legame tra l’avvenuta guarigione e l’intercessione di monsignor Sheen.
Il 5 luglio 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui l’accaduto era riconosciuto come miracolo ottenuto per intercessione del Venerabile Fulton Sheen.

Il rinvio della beatificazione
La beatificazione era inizialmente prevista per il 21 dicembre 2019, presso la cattedrale di Santa Maria dell’Immacolata Concezione a Peoria. Il 3 dicembre 2019, in un comunicato stampa, la diocesi di Peoria ha annunciato che la Santa Sede ha deciso di posticiparla, su richiesta di alcuni vescovi della Conferenza Episcopale Statunitense.




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