SAN PATRIZIO – “Io sorgo oggi Grazie a una forza possente, l’invocazione della Trinità; Alla fede nell’Essere Uno e Trino; Alla confessione dell’unità del Creatore del Creato. Io sorgo oggi grazie alla forza della nascita di Cristo e del suo battesimo”. Parole di una preghiera che ha tutto il sapore di una poesia. Le ha scritte uno dei santi più leggendari che la tradizione irlandese possa annoverare: San Patrizio il cui vero nome si narra sia stato Maewyn Succat.
In questo santo, agiografia e leggenda s’intrecciano; poesia e “scenari da fiaba” sembrano costituire un valido e ricco fondale a ciò che la sua vita è stata: un romanzo, così si potrebbe definire. Rapito da adolescente da pirati irlandesi; venduto poi come schiavo, approderà a Dál Riata, località non lontana da Belfast in Irlanda, dove si convertirà al cristianesimo per successivamente partire, di nascosto, verso le terre britanniche. Alcune leggende narrano che oltre che in Gran Bretagna, il futuro santo, si recò anche in Francia e in Italia, sino al ritorno in Irlanda nel 432. Proprio in terra iralndese, la sua missione, affidata da papa Celestino I: convertire i pagani. Un apostolato ininterrotto tanto che, dopo la sua morte avvenuta il 17 marzo 461, molte chiese furono innalzate in suo nome e divenne ben presto un eroe nazionale oltre che patrono d’Irlanda. Ma soprattutto attorno alla sua figura sono sorte leggende e tradizioni che non solo il popolo irandese celebra: tutta l’Europa aspetta di festeggiare quello che ormai è stato battezzato come il Saint Patrick’s Day, ovvero Il giorno di San Patrizio.
La festa di San Patrizio è stata inserita nel calendario liturgico della Chiesa cattolica già all’inizio del XVII secolo. Fu inserita grazie all’interessamento del frate e storico francescano del 1600 Luca Wadding, anche se il santo missionario veniva celebrato già molto tempo prima in alcune chiese locali. In Italia il suo nome è legato soprattutto a un luogo: Bobbio, vicino Piacenza. Qui sorge la famosa abbazia di San Colombano che – nel 590 circa – contribuì fortemente alla diffusione in Europa del monachesimo irlandese.
Le leggende sul santo sono innumerevoli e tutte affascinanti. Già lo stesso luogo della sua sepoltura ce ne indica una, ad esempio. Si narra, infatti, che prima della sua morte un angelo predisse a Patrizio che due buoi selvaggi avrebbero preceduto il carro funebre e avrebbero scelto il luogo della sepoltura. E così avvenne: il corpo di San Patrizio fu affidato a una coppia di buoi; questi, senza guida, lo deposero a Down, nell’Irlanda del Nord. Da allora la località cambiò il nome in Downpatrick, in onore appunto del santo iralndese.
Ma la figura di San Patrizio fa anche “capolino” nella vita di tutti i giorni, addirittura molto spesso nelle conversazioni quotidiane: “Sembra il pozzo di San Patrizio!”, qualcuno esclama; e la mente subito corre al santo irlandese. Scopriamo, allora, la “storia” che ha dato origine a questa nota esclamazione. Ancora una volta la leggenda “tinge” di fiaba la sua figura perché si narra che Patrizio sarebbe stato custode di una grotta senza fondo. Secondo questa leggenda medievale, la caverna si trovava su un isolotto del Lough Derg, nell’Irlanda nord-occidentale; qui, il santo era solito ritirarsi in preghiera. Un giorno, Cristo gli indicò questa caverna per far vincere l’incredulità dei fedeli poco convinti delle pene dell’aldilà: chi fosse riuscito a raggiungerne il fondo, superando una serie infinita di prove, avrebbe ottenuto la remissione dei peccati e l’accesso al Paradiso. Piccola curiosità: anche l’Italia ha il suo “Pozzo di San Patrizio” e si trova in Umbria, ad Orvieto. Qui, Papa Clemente VII, in fuga dal Sacco di Roma (1527), trovò rifugio e, per timore di un possibile assedio, fece costruire dall’architetto rinascimentale Antonio Sangallo il Giovane un pozzo che sarebbe servito da approvvigionamento dell’acqua per tutta la popolazione. Nell’Ottocento questa struttura verrà poi denominata – ispirandosi alla leggenda irlandese – “Pozzo di San Patrizio”.
Altre due importanti leggende vanno annoverate: quella legata al trifoglio verde, simbolo insieme all’arpa celtica delle terre d’Irlanda, e quella dei famosi serpenti del monte Croagh Padraig. La prima fa riferimento alla missione evangelizzatrice del santo: per poter spiegare ai pagani il concetto della Santissima Trinità si narra che San Patrizio utilizzò il verde trifoglio, fiore tipico del luogo. La seconda fa riferimento a un prodigioso evento che avvenne nel 441: Patrizio trascorse 40 giorni e 40 notti sul monte Croagh Padraig, situato nel Mayo, contea dell’Irlanda occidentale. Fu proprio qui che al termine dell’ultimo giorno del ritiro che il patrono d’Irlanda scagliò un campana su una pendice del monte, scacciando dall’isola tutti i serpenti, simbolo di impurità, che infestavano il luogo. Oggi quella montagna è conosciuta anche con il nome di Croagh Patrick. E se popolano le leggende, immancabili sono le tradizioni popolari per il Saint Patrick’s Day; tradizioni che dall’Irlanda si sono poi diffuse in diversi Paesi del mondo soprattutto quelli in cui le comunità irlandesi sono più numerose, prime fra tutti gli Stati Uniti: la prima parata americana in onore di San Patrizio è datata 17 marzo 1762 quando i soldati inglesi che servivano per l’esercito britannico marciarono a New York. Ma ovviamente la kermesse più grande è quella che si svolge a Dublino: è il Saint Patrick’s Festival, una vera e propria esplosione di concerti, fiere gastronomiche, mostre d’arte; un festival che non può che sfociare nella tradizionale parata del 17 marzo in cui il colore verde trifoglio trionfa per le strade della capitale irlandese. Ma questo viaggio alla scoperta delle leggende e delle tradizioni popolari legate al santo non poteva che concludersi se non con una preghiera attribuita a San Patrizio, un augurio che il santo rivolge proprio ad un viaggiatore: “Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano”.