Polonia – Lettera dei vescovi per il centenario della nascita di Giovanni Paolo II

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Polonia – Papa Giovanni Paolo II come si sarebbe rivolto ai suoi connazionali nel maggio 2020”, in questo momento così difficile per tutti noi, che stiamo lottando contro la pandemia di coronavirus? Si chiede la Conferenza episcopale polacca, in una lettera, che verrà letta nelle chiese, domenica 17 maggio, vigilia dell’anniversario della nascita del Papa polacco.

I vescovi rispondono alla domanda con queste parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa ‘cosa è dentro l’uomo’. Solo lui lo sa!” “Cristo sa – aggiungono i presuli – cosa ognuno di noi porta dentro di sé oggi, conosce perfettamente le nostre gioie, ansie, speranze, paure e desideri. Solo Lui ha la risposta alle domande che ci poniamo adesso”.

L’Episcopato si dice convinto che “se il Papa polacco avesse vissuto oggi, sicuramente avrebbe compreso le persone che sono in isolamento e in quarantena. Avrebbe pregato per i malati, per i morti e per le loro famiglie”. Lui che durante la sua vita era stato spesso ricoverato in ospedale, senza poter celebrare la Messa, e che aveva sofferto la perdita di suo fratello Edmund, morto a 26 anni, perché, giovane medico, era stato infettato da un paziente. Quindi, “San Giovanni Paolo II – si legge nella lettera – ha compreso e apprezzato il lavoro dei medici, degli infermieri, dei soccorritori e degli operatori sanitari che ha incontrato e per i quali ha pregato spesso” nella sua vita.

Proteggere la vita ed essere fedeli al Vangelo

L’insegnamento del Papa polacco, che aveva visitato 132 Paesi e circa 900 città nel corso del suo Pontificato, è oggi ancora valido. Il Papa Santo, già nel 2002, aveva invitato la Chiesa a “salpare per le profondità del cyberspazio”, e si era già espresso chiedendo la protezione della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Lo stesso Papa Francesco, nell’introduzione al libro “100 anni. Parole e immagini”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, in occasione del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, confessa di averlo guardato “tante volte, nel corso della sua vita di sacerdote e di vescovo, chiedendo nelle sue preghiere il dono di essere fedele al Vangelo come lui ci testimoniava “.

La lettera ricorda infine le parole del cardinale Stanisław Dziwisz che descrivono il momento dell’attentato al Papa polacco, di come fosse rimasto calmo, sebbene la situazione fosse drammatica e la minaccia di morte fosse concreta; di come pur sentendo dolore per le ferite, non avesse mostrato panico e prima di perdere conoscenza, si fosse immediatamente affidato a Maria, dicendo di perdonare colui che gli aveva sparato.




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