Papa – È la preghiera il timone che guida la rotta di Gesù. A dettare le tappe della sua missione non sono i successi, non è il consenso, non è quella frase seducente “tutti ti cercano”. A tracciare il cammino di Gesù è la via meno comoda, che però obbedisce all’ispirazione del Padre, che Gesù ascolta e accoglie nella sua preghiera solitaria.
Papa Francesco inizia il suo appuntamento con i fedeli spiegando, attraverso i mezzi di comunicazione, il motivo del suo ritorno nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, e senza la partecipazione dei fedeli in presenza, per le udienze generali del mercoledì, come nei sei mesi tra il 26 febbraio e il 26 agosto. Una decisione presa per contrastare la diffusione della pandemia del Covid-19, anche a seguito della segnalazione di un caso positivo tra un fedele presente in aula Paolo VI all’udienza generale di mercoledì 21 ottobre, per “evitare ogni eventuale futuro rischio per la salute dei partecipanti”.
Purtroppo siamo dovuti tornare a questa udienza in Biblioteca e questo per difenderci dai contagi del Covid, questo ci insegna pure che dobbiamo essere molto attenti alle prescrizioni delle autorità, siano le autorità politiche che le autorità sanitarie per difenderci da questa pandemia. Offriamo al Signore questa distanza tra noi, per il bene di tutti e pensiamo, pensiamo tanto agli ammalati, a coloro che entrano già come scarti, pensiamo ai medici, agli infermieri, le infermiere, ai volontari, a tanta gente che lavora con gli ammalati in questo momento, che rischiano la vita ma lo fanno per amore, la loro vocazione, per amore al prossimo. Preghiamo per loro.
Centrale è la preghiera nei momenti di preoccupazione: è un “abbandonarsi nelle mani del Padre”. La preghiera, infatti, “ci aiuta a ritrovare la giusta dimensione, nella relazione con Dio, nostro Padre, e con tutto il creato”, mentre noi esseri umani a volte “ci crediamo padroni di tutto, oppure al contrario perdiamo ogni stima di noi stessi”.
È a partire dalla vita stessa di Gesù che il Papa tratteggia nella catechesi alcune caratteristiche fondamentali della preghiera. La preghiera, infatti, è “il timone che guida la rotta di Gesù”. Prima di tutto, questa è “il primo desiderio della giornata”, “è anzitutto ascolto e incontro con Dio” tanto che “un giorno vissuto senza preghiera rischia di trasformarsi in un’esperienza fastidiosa o noiosa” e quello che accade rischia di volgersi in un “mal sopportato” destino. Mentre nella preghiera i problemi di tutti i giorni non diventano ostacoli ma appelli di Dio stesso a ascoltare chi ci sta di fronte: le prove della vita si mutano così in occasioni per crescere nella fede e nella carità. Il cammino quotidiano, comprese le fatiche, acquista la prospettiva di una “vocazione”. La preghiera ha il potere di trasformare in bene ciò che nella vita sarebbe altrimenti una condanna; ha il potere di aprire un orizzonte grande alla mente e di allargare il cuore.
La preghiera è, poi, “da praticare con insistenza”. Gesù dice di “bussare” e educa a un tipo di preghiera non episodico ma a quella che diventa una disciplina perché “una preghiera perseverante produce una trasformazione progressiva, rende forti nei periodi di tribolazione, dona la grazia di essere sostenuti da Colui che ci ama e ci protegge sempre”.
Altra caratteristica è la solitudine per cui chi prega non evade dal mondo ma predilige i luoghi deserti. Nel silenzio, infatti, possono emergere tante voci che nascondiamo, i desideri più rimossi e le verità che magari “ci ostiniamo a soffocare”: E, soprattutto, nel silenzio parla Dio. Ogni persona ha bisogno di uno spazio per sé stessa, dove coltivare la propria vita interiore, dove le azioni ritrovano un senso. Senza vita interiore diventiamo superficiali, agitati, ansiosi – l’ansietà come ci fa male! Per questo dobbiamo andare alla preghiera; senza vita interiore sfuggiamo dalla realtà, e anche sfuggiamo da noi stessi, siamo uomini e donne in fuga sempre.
“Nella vita di Gesù c’è dunque un segreto, nascosto agli occhi umani, che rappresenta il fulcro di tutto”, rimarca il Papa ricordando come la preghiera di Gesù permetta di leggere nella giusta prospettiva la sua intera missione. Prima dell’alba o nella notte, nelle ore solitarie, Gesù infatti si immerge nella sua intimità con il Padre come ad esempio come quando a Cafarnao, che si trasforma in un “ospedale da campo,” Gesù guarisce i malati e poi prima dell’alba si ritira in un luogo solitario. E quando Simone e gli altri gli dicono che tutti lo cercano, Gesù risponde che deve andare a predicare negli altri villaggi: “Gesù è un po’ oltre, oltre nella preghiera con il Padre e oltre… in altri villaggi altri orizzonti per andare a predicare, altri popoli”. La preghiera, infine, è abbandonarsi nelle mani del Padre, come Gesù nell’orto degli ulivi: L’abbandono nelle mani del Padre. E’ bello quando noi stiamo agitati, un po’ preoccupati e lo Spirito Santo ci trasforma da dentro e ci porta a questo abbandono nelle mani del Padre: “Padre, si faccia la tua volontà.