PAPA – TRIESTE- ANGELUS – LA SFIDA DEL VANGELO

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PAPA – Ucraina, Palestina e Israele, Sudan, Myanmar, ma anche ogni popolo che soffre la guerra sono al centro della preghiera dell’Angelus in cui da Trieste Papa Francesco all’Angelus invoca la Vergine venerata nel Santuario del Monte Grisa. Assicurando la sua preghiera ai carcerati, i malati e ai migranti, definisce Triste “porta aperta ai migranti” con “la vocazione di far incontrare genti diverse”: “è un porto importante all’incrocio tra l’Italia, l’Europa centrale e i Balcani”.

Ho voluto ringraziare l’Arcivescovo, per tante cose, ma soprattutto per una: che non ha “parlato” dei malati … Li ha nominati! Li conosce per nome! E questo è un esempio, perché la carità è concreta, l’amore è concreto. Ringrazio tanto l’Arcivescovo perché ha questa abitudine. Ogni persona, sana o malata, grande o piccola, ogni persona ha una dignità. La dignità si fa vedere con il nome e lui conosce il nome. Molto bello. Adesso mi auguro che vada avanti in questa conoscenza, perché una volta ho trovato un parroco di montagna – era parroco di tre villaggi –, e gli dissi: “Ma dimmi, tu sei capace di conoscere la gente per nome?”, e lui mi ha risposto: “Io conosco anche il nome dei cani delle famiglie!”. Adesso mi auguro che lui vada avanti e conosca i nomi dei cani.

 

Cari fratelli e sorelle,

prima della benedizione finale desidero salutare tutti voi, radunati in questa Piazza tanto suggestiva. Ringrazio il Vescovo per le sue parole e soprattutto per la preparazione della visita, e con lui quanti in molti hanno collaborato, specialmente per la liturgia – sono bravi questi della liturgia; un applauso al maestro e a tutti – e per i tanti servizi; come pure a tante persone che hanno partecipato con la preghiera. Assicuro la mia vicinanza ai malati – ne ho salutati tanti –, ai carcerati, che hanno voluto essere presenti, ai migranti – Trieste è una porta aperta ai migranti – e a tutti coloro che fanno più fatica.

Trieste è una di quelle città che hanno la vocazione di far incontrare genti diverse: anzitutto perché è un porto, è un porto importante, e poi perché si trova all’incrocio tra l’Italia, l’Europa centrale e i Balcani. In queste situazioni, la sfida per la comunità ecclesiale e per quella civile è di saper coniugare l’apertura e la stabilità, l’accoglienza e l’identità. E allora mi viene da dire: avete le “carte in regola”. Grazie! Avete le “carte in regola” per affrontare questa sfida! Come cristiani abbiamo il Vangelo, che dà senso e speranza alla nostra vita; e come cittadini avete la Costituzione, “bussola” affidabile per il cammino della democrazia.

E allora, avanti! Avanti. Senza paura, aperti e saldi nei valori umani e cristiani, accoglienti ma senza compromessi sulla dignità umana. Su questo non si gioca.

Da questa città rinnoviamo il nostro impegno a pregare e operare per la pace: per la martoriata Ucraina, per la Palestina e Israele, per il Sudan, il Myanmar e ogni popolo che soffre per la guerra. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria, venerata sul Monte Grisa come Madre e Regina.




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