Il Papa e la vita del Cristiano : la testimonianza del cristiano è 24 ore su 24

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Papa – Nella celebrazione della Messa a Santa Marta il pontefice si è soffermato sulla vita del cristiano. Una vita che dovrebbe essere di testimonianza, una vita che dovrebbe essere piena di amore e di altruismo ma che non i tempi che corrono sembra essere spesso lontana da tali parametri.
La testimonianza del cristiano è “24 ore su 24”, perché «inizia al mattino quando mi alzo fino alla sera quando vado a letto». Ed è un testimonianza semplice, anonima, umile, che non pretende riconoscimenti e meriti. Papa Francesco ha rilanciato l’efficace immagine evangelica che esorta a essere sale e luce per gli altri ed ha proposto «soltanto una riflessione che può farci bene sulla nostra testimonianza», come ha suggerito all’inizio dell’omelia, riferendosi al passo evangelico di Matteo (5, 13-16). «La testimonianza più grande del cristiano — ha affermato — è dare la vita come ha fatto Gesù, diventare un martire, martire e testimone». Ma, ha aggiunto, «c’è anche un’altra testimonianza: quella di tutti i giorni, testimonianza che incomincia al mattino quando mi alzo fino alla sera quando vado a letto; la testimonianza quotidiana, la semplice testimonianza abituale».
«Il Signore dice che questa testimonianza è fare come il sale e come la luce, anzi, diventare noi sale e luce» ha spiegato Francesco. In realtà «sembra poca cosa, perché il Signore con poche cose nostre fa dei miracoli, fa delle meraviglie».
Ecco perché, ha rilanciato il Papa, «il cristiano deve avere questo atteggiamento di umiltà: soltanto cercare di essere sale e luce». Essere, dunque, «sale per gli altri, luce per gli altri, perché il sale non insaporisce se stesso» ma sta «sempre al servizio». E così anche «la luce non illumina se stessa» in quanto è «sempre al servizio».
«Sale per gli altri», perciò, è la missione del cristiano: «Piccolo sale che aiuta ai pasti, ma piccolo». Del resto «al supermercato il sale si vende non a tonnellate» ma «in piccoli sacchetti: è sufficiente». E poi, ha proseguito, «il sale non si vanta di se stesso perché non serve se stesso: è sempre è lì per aiutare gli altri, aiutare a conservare le cose, a insaporire le cose». Una «semplice testimonianza».
«Il cristiano» perciò deve essere «sale» e poi anche «luce», ha insistito Francesco. E «la luce non illumina se stessa: no, la luce illumina gli altri, è per gli altri, è per la gente, è per aiutarci nelle ore di notte, di buio». È proprio questo lo stile di «essere cristiano di ogni giorno». Ecco allora che «il Signore ci dice: “Tu sei sale, tu sei luce” “Ah, vero! Signore è così, attirerò tanta gente in chiesa e farò…” “No, così farai che gli altri vedano e glorifichino il Padre. Neppure ti sarà attribuito alcun merito”».
E infatti, ha spiegato il Papa, «noi quando mangiamo non diciamo: “buono il sale!”»; diciamo piuttosto: «buona la pasta, buona la carne!». Ma «non diciamo: “buono il sale!”». E «di notte, quando andiamo per casa, non diciamo: “buona la luce!”. Ignoriamo la luce, ma viviamo con quella luce che illumina».
«Questa è una dimensione che fa che noi cristiani siamo anonimi nella vita» ha rilanciato il Pontefice. Infatti «non siamo protagonisti dei nostri meriti, come quel fariseo: “Ti ringrazio Signore perché io sono un santo”». Francesco ha riproposto «la semplicità della testimonianza cristiana». Suggerendo che «una bella preghiera per tutti noi, alla fine della giornata, sarebbe domandarsi: sono stato sale oggi? Sono stato luce oggi?». Proprio «questa è la santità di tutti i giorni» ha concluso il Papa, auspicando «che il Signore ci aiuti a capire questo».
“La vita di un cristiano non è uno status sociale, non è un modo di vivere una spiritualità che mi fa buono, che mi fa un po’ migliore”. Questo non basta. La vita di un cristiano è la testimonianza in obbedienza a Dio ed è lo Spirito Santo a renderci tali. Erano state le parole di Papa Francesco in una precedente occasione (27 Aprile 2017 sempre durante un’omelia a Santa Marta).
Il cristiano è un testimone di obbedienza e se noi non siamo su questa strada di crescere nella testimonianza dell’obbedienza non siamo cristiani. Almeno camminare su questa strada: testimone di obbedienza. Come Gesù. Non è testimone di un’idea, di una filosofia, di una ditta, di una banca, di un potere: è testimone di obbedienza. Come Gesù”.
Ma diventare “testimone di obbedienza” è “una grazia dello Spirito Santo”. “Soltanto lo Spirito può farci a noi testimoni di obbedienza. ‘No, io vado da quel maestro spirituale, io leggo questo libro…’. Tutto sta bene ma soltanto lo Spirito può cambiarci il cuore e può farci a tutti testimoni di obbedienza. E’ un’opera dello Spirito e dobbiamo chiederlo, è una grazia da chiedere: ‘Padre, Signore Gesù, inviatemi il vostro Spirito perché io divenga un testimone di obbedienza’, cioè un cristiano”.
Per essere testimoni di obbedienza come Gesù serve pregare, riconoscersi peccatori, con tante “mondanità” nel cuore e chiedere a Dio “la grazia di divenire un testimone di obbedienza” e di non impaurirsi quando arrivano le persecuzioni, “le calunnie”, perché il Signore ha detto che quando si sarà portata davanti al giudice, “sarà lo Spirito a dirci cosa rispondere”.
Chi è tiepido – ha dichiarato in passaato il Papa – vive per soddisfare i propri comodi, che non bastano mai, e così non è mai contento; poco a poco finisce per accontentarsi di una vita mediocre. Il tiepido riserva a Dio e agli altri delle “percentuali” del proprio tempo e del proprio cuore, senza mai esagerare, anzi cercando sempre di risparmiare. Così la sua vita perde di gusto: diventa come un tè che era veramente buono, ma che quando si raffredda non si può più bere».
Ma il Pontefice ha parlato anche di una «seconda tentazione», nella quale si può cadere «non perché si è passivi, ma perché si è “troppo attivi”: quella di pensare da padroni, di darsi da fare solo per guadagnare credito e per diventare qualcuno. Allora il servizio diventa un mezzo e non un fine, perché il fine è diventato il prestigio; poi viene il potere, il voler essere grandi».
Un cristiano si deve affidare allo Spirito Santo perché senza la Sua presenza il cammino diventa arduo.




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