Papa Francesco scrive a Benedetto XVI per la scomparsa del fratello Georg

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Papa – Dopo l’annuncio della scomparsa del fratello del papa emerito ecco giungere le parole di Papa Francesco che si è rivolto con un affettuosa lettera a Ratzinger. “Lei ha avuto la delicatezza di comunicarmi per primo la notizia del decesso del suo amato fratello Mons. Georg. Desidero rinnovarLe l’espressione del mio più sentito cordoglio e della spirituale vicinanza in questo momento di dolore. Assicuro la mia preghiera di suffragio per il compianto defunto, affinché il Signore della vita, nella sua bontà misericordiosa, lo introduca nella patria del cielo e gli conceda il premio preparato per i fedeli servitori del Vangelo”. “E prego anche per Lei, Santità – prosegue Papa Francesco – invocando dal Padre, per intercessione della Beata Vergine Maria, il sostegno della speranza cristiana e la tenera consolazione divina. Sempre uniti nell’adesione al Cristo risorto, sorgente di speranza e di pace”.

In queste ore sono emerse alcune curiosità sul sacerdote defunto grazie ad alcune dichiarazioni che il prelato rilasciò all’Ansa.

Parlarono di musica, una delle passioni che più lo accomunava al fratello Joseph. Georg disse che non usava più gli spartiti «perché non ci vedo più tanto bene, ma ricordo a memoria come te tante partiture… Sono in pensione da una decina d’anni, ma suono ancora, eccome!».

Proprio due giorni prima dell’elezione (19 aprile 2005 ndr) l’ancora cardinale Ratzinger gli aveva mandato da Roma, per il compleanno, una partitura. Poi Georg confessò di sperare «di avere la possibilità di chiamare mio fratello direttamente al telefono quando voglio come ho fatto fino ad oggi. Non penso ora potrà venirmi a trovare spesso…».

Don Georg disse al giornalista dell’Ansa, che, oltre al sacerdozio e alla musica, i fratelli sono legati anche da un’altra passione: “Ci piace la ‘suppe’, lo strudel di mele, i dolcini. Lui, poi, beve volentieri te, limonata e radler”, una spuma locale molto apprezzata.

Gli raccontò, ancora, del fratello che da giovane »era un ragazzo come tutti gli altri, siamo cresciuti normalmente, come tutti i ragazzi di quel tempo, e la scelta del sacerdozio l’abbiamo fatta insieme, nello stesso seminario».

Non vedeva l’ora di andarlo a trovare a Roma. «Sarà una grande gioia per», diceva Georg. Una visita che il fratello Joseph, 93 anni contro 96 di don Georg, gli ha restituito qualche giorno fa, il 18 giugno, per dirgli addio.

Il 22 agosto 2008, ringraziando il sindaco di Castel Gandolfo che aveva concesso a Georg la cittadinanza onoraria, Benedetto XVI aveva detto del fratello: «Dall’inizio della mia vita mio fratello è stato sempre per me non solo compagno, ma anche guida affidabile. È stato per me un punto di orientamento e di riferimento con la chiarezza, la determinazione delle sue decisioni. Mi ha mostrato sempre la strada da prendere, anche in situazioni difficili».

«Mio fratello ed io – aveva detto Georg Ratzinger durante un’intervista nel 2009 – eravamo entrambi chierichetti, tutti e due servivamo Messa. Ci fu presto chiaro, prima a me e poi a lui, che la nostra vita sarebbe stata a servizio della Chiesa».

E aveva condiviso i ricordi dell’infanzia: «A Tittmoning Joseph aveva ricevuto la cresima dal cardinale Michael Faulhaber, il grande arcivescovo di Monaco. Ne era rimasto impressionato e aveva detto che sarebbe voluto diventare anche lui cardinale. Ma, solo qualche giorno dopo quell’incontro, osservando il pittore che tinteggiava i muri di casa nostra, disse anche che da grande avrebbe voluto fare l’imbianchino…»

Nel 2011, in un’altra intervista con una rivista tedesca, Georg Ratzinger aveva detto di Benedetto: «Se non dovesse più farcela dal punto di vista della condizione fisica, mio fratello dovrebbe avere il coraggio di dimettersi». E sarà proprio lui a ricevere tra i primi, con un anticipo di mesi, della storica decisione del Pontefice di rinunciare al ministero petrino per ragioni legate all’età.

Ora il Papa emerito si sentirà un po’ solo (nonostante la Fede) ma siamo certi continuerà a pregare, studiare, ricevere persone ma non solo. Benedetto XVI , si occupa di un’ampia corrispondenza, sente musica, passeggia. La sua mattina inizia sempre con la Santa Messa e con il breviario; ogni tanto la sera suona anche il pianoforte e noi lo ringraziamo sempre per questo e per il coraggio che non ha mai avuto paura di dimostrare per il bene della Chiesa.




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