Papa – “Diffondere dappertutto il profumo dell’amore di Dio, coltivare lo spirito missionario per farsi prossimi a quanti soffrono: camminare e lottare con loro, per la loro dignità umana”. Con un pensiero particolare alle vittime della guerra in corso in Ucraina, Francesco si è rivolto così ai circa 120 partecipanti al simposio “Sulle orme del Cardinale Suenens. Lo Spirito Santo, Maria e la Chiesa”, promosso dall’Associazione Fiat, ricevuti in Sala Clementina.
In un mondo sempre più secolarizzato necessitiamo di discepoli convinti nella loro professione di fede e capaci di trasmettere la fiamma della speranza agli uomini e alle donne di questo tempo Le tragedie che viviamo in questo momento, particolarmente la guerra in Ucraina così vicina a noi, ci richiamano l’urgenza di una civiltà dell’amore. Nello sguardo dei nostri fratelli e sorelle vittime degli orrori della guerra, leggiamo il bisogno profondo e pressante di una vita improntata alla dignità, alla pace e all’amore..
Guardando alle molteplici crisi che scuotono la casa comune, il Pontefice ha invocato un’amicizia sociale che non escluda nessuno e una fraternità aperta a tutti, esortando ad essere testimoni della misericordia, della tenerezza e della bontà di Dio
Abbiamo bisogno di costruire un’umanità, una società di relazioni fraterne e piene di vita. In realtà, «le azioni derivano da un’unione che inclina sempre più verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di là delle apparenze fisiche o morali.
“Tutti siamo interpellati ad essere protagonisti di una Chiesa in uscita, sotto l’impulso dello Spirito Santo”, ha proseguito Papa Francesco, rimarcando come la questione dell’evangelizzazione sia oggi al cuore della missione della Chiesa. Quindi ha indicato il modello della Vergine Maria: “Ad un mondo povero di umanità” occorre dare un messaggio forte “con le parole, le azioni e la testimonianza”.
Possiate attingere, con la preghiera e con la missione stessa, alla sorgente della bontà e della verità, e trovare nella comunione con Cristo morto e risorto la forza di vedere il mondo con uno sguardo positivo, uno sguardo d’amore, uno sguardo di speranza, uno sguardo di compassione e di tenerezza, con speciale attenzione per le persone svantaggiate ed emarginate.
A causa del dolore al ginocchio Francesco ha pronunciato il suo saluto da seduto e così si è rivolto ai partecipanti:
Vi chiedo scusa perché vi saluterò seduto, perché questo male al ginocchio non mi permette di stare in piedi tanto. Excusez-moi.