Papa – Papa Francesco ritorna a celebrare una Messa in forma privata – alle ore 10.30 – nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, nella domenica dedicata alla Divina Misericordia, istituita 21 anni fa da San Giovanni Paolo II e da celebrarsi la seconda Domenica di Pasqua. Al termine dell’Eucaristia, dalla stessa chiesa il Papa guiderà la recita del Regina Caeli.
Lo scorso anno, in questa occasione, il Papa ha infatti celebrato l’Eucaristia, in forma privata, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia che Papa Wojtyla dedicò al culto promosso da Santa Faustina Kowalska. Si era in piena pandemia e Francesco ricordò che la misericordia di Dio è “la mano che ci rialza sempre”: Dio non si stanca, ribadì, “di tenderci la mano per rialzarci dalle nostre cadute”.
Il suo pensiero si era, quindi, volto alla difficile situazione venutasi a creare con il diffondersi del Covid-19 per sottolineare il pericolo di “dimenticare chi è rimasto indietro”, “il rischio” di essere colpiti dal “virus” dell’ “egoismo indifferente” con il quale si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. “Questa pandemia – aveva ribadito – ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!”. Forte anche il suo invito anche a usare misericordia verso chi è più debole: “solo così – aveva detto – ricostruiremo un mondo nuovo”.
Se non sarà possibile essere presenti, sarà comunque possibile seguire la celebrazione in diretta televisiva da Vatican Media e in streaming sul sito Vatican News.
San Giovanni Paolo II, nella prima domenica dopo Pasqua, istituì la solennità della Divina Misericordia. Il nome della preziosa devozione è legato alle rivelazioni mistiche dettate dal Cristo a Santa Faustina Kowalska (1905-1938).
Chi era suor Faustina Kowalska? Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’ agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità.
Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’ unione intima dell’ anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’ invito divino a lei, perché richiami l’ attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: “Gesù, confido in te”) e la volontà di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia. La sua festa ricorre il 5 ottobre.
Nel Diario, fra le moltissime indicazioni ricevute, invita i fedeli alla recita di una speciale preghiera: la coroncina della Divina misericordia. che si usa recitare utilizzando la corona del Santo rosario e generalmente viene detta alle 15, ora in cui spirò il Cristo sulla croce.
Gesù raccomandò alla religiosa: “Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato” promettendo che:”per la recita di questa coroncina mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno se questo sarà conforme alla mia volontà. Concederò grazie senza numero a chi reciterà questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto giudice ma Salvatore» e «Io do all’umanità un vaso col quale potrà andare ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia: questo vaso è l’immagine con questa iscrizione: “Gesù, io confido in Te!”.
«Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla Mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della Mia Misericordia. Chi non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della Mia Giustizia. La sorgente della Mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le Anime. Non ne ho esclusa nessuna. L’umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà alla Mia Misericordia. Dì all’umanità sofferente che si rifugi nel Mio Cuore Misericordioso, ed Io la ricolmerò di pace»
Papa San Giovanni Paolo II scrisse un’enciclica: Dives in Misericordia, la seconda del suo pontificato (1980), interamente dedicata alla devozione appresa dall’umile suora polacca ed è stato lui che l’ha proclamata santa, il 30 aprile 2000. In quell’occasione il Papa ha stabilito per la prima volta la Festa della Misericordia, da celebrarsi ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua.
Questa grazia secondo Ignacy Różycki può essere considerata maggiore dell’indulgenza plenaria:«Questa consiste nella cancellazione delle pene terrene dovute ai peccati commessi, ma non è mai la remissione delle stesse colpe.
La grazia straordinaria è sostanzialmente la più grande delle grazie dei sei sacramenti ad eccezione del Sacramento del Battesimo: in quanto la remissione di tutte le colpe e di tutte le pene è la grazia sacramentale del Santo Battesimo. Per quanto riguarda le promesse citate, Cristo legò la remissione totale delle pene e delle colpe con l’accostarsi alla Comunione ricevuta il giorno della Festa della misericordia e l’ha elevata al rango di “secondo battesimo”.[
Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:
– che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;
– che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia. “Sì, – ha detto Gesù – la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta”.