Papa Francesco e i tanti impegni pre-natalizi
Giornate intense queste della settimana pre-natalizia per Papa Francesco.
Il Pontefice è intervenuto sull’ennesimi attentato che ha insanguinato il Vecchio Continente: “Basta follia omicida del terrorismo”.
In un telegramma inviato all’arcivescovo di Berlino, mons. Heiner Koch, a firma del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, il Pontefice “manifesta la propria partecipazione al lutto dei familiari” delle vittime, esprimendo la propria “compassione e assicurando la sua vicinanza al loro dolore. Nella preghiera affida i defunti alla misericordia di Dio, supplicandoLo anche per la guarigione dei feriti”. Il Santo Padre ringrazia, inoltre, “i servizi di soccorso e di sicurezza per il loro impegno fattivo”. Papa Francesco si unisce “a tutti gli uomini di buona volontà che s’impegnano, affinché la follia omicida del terrorismo non trovi più spazio nel nostro mondo”. Il Papa, infine, implora “da Dio Padre misericordioso la consolazione, la protezione e la confortatrice benedizione”.
Poi il Pontefice si è detto vicino al popolo russo scosso dall’ omicidio dell’ambasciatore Andrei Karlov in Turchia.
In un telegramma al presidente Vladimir Putin, Francesco assicura la sua vicinanza al popolo russo. In precedenza il segretario Vaticano per i rapporti con gli Stati, mons. Richard Gallagher, aveva telefonato all’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, per esprimere le sue condoglianze per l’omicidio dell’ambasciatore. Ad uccidere Karlov è stato un poliziotto turco fuori servizio, poi ucciso dagli agenti. Intanto, il governo russo ha inviato in Turchia un team di 18 tra investigatori, agenti e diplomatici per indagare sull’assassinio e il ministro degli Esteri turco Cavusoglu, ha assicurato al suo omologo russo Lavrov che Ankara farà “tutto il possibile” per individuare i mandati e collaborerà con Mosca nel quadro della commissione congiunta che si occuperà delle indagini
Il Papa ha poi nominato direttore dei Musei Vaticani, con decorrenza dal primo gennaio 2017, la dott.ssa Barbara Jatta, finora vice‑direttore dei medesimi Musei Vaticani. Si tratta della prima donna alla guida dei Musei Vaticani. Nata a Roma il 6 ottobre 1962, ha conseguito la Laurea in Lettere presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1986 e l’anno successivo il Diploma di Archivista presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica. Nel 1991 si specializza in Storia dell’Arte presso la Scuola di Specializzazione dell’Università degli Studi di Roma e, successivamente, svolge lezioni di Storia della Grafica e delle Tecniche di Incisione, pubblicando articoli, recensioni e cataloghi di mostre specializzate.
Dal 1994 è Docente Incaricato per l’insegnamento di “Storia delle arti grafiche” presso l’Università di Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, nell’ambito del Corso di Laurea in Lettere, indirizzo in Conservazione dei Beni Culturali. Entrata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana nel 1996, è stata responsabile del Gabinetto delle Stampe fino alla nomina, avvenuta nel 2010, a Curatore della Grafica del Dipartimento degli Stampati. Nel giugno scorso è stata trasferita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana alla Direzione dei Musei Vaticani, con l’incarico di vice-direttore.
Facendo un passo indietro ricordiamo le parole del Vescovo di Roma all’Angelus: come Maria e Giuseppe accogliamo Gesù e seguiamolo ci ha indicato la giusta strada verso il Natale papa Bergoglio.
Sul modello di Maria e di Giuseppe rendiamoci disponibili ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta e a seguire con fiducia la volontà del Padre celeste. Quindi l’invito a fermarci in silenzio davanti al presepe per cogliere veramente la grazia di amore che questa festa rappresenta.
Il Papa invita a guardare alle due persone che più di altre sono state coinvolte in questo “mistero di amore che si compie nel Natale”: Maria e il suo sposo Giuseppe.
La Vergine ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, rimarca Francesco, “il Figlio di Dio viene nel suo seno per diventare uomo e Lei lo accoglie”. Così, in modo unico, “Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna”: è quanto succede “anche a noi in modo diverso”, spiega il Papa. “Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e offrirci in dono il suo Figlio”:
“E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.
Al fianco di Maria, altro protagonista del Vangelo di oggi, è San Giuseppe che, “da solo”, ricorda il Papa citando il testo di Matteo, non può darsi una spiegazione della gravidanza di Maria. Proprio allora “nel momento del dubbio e dell’angoscia”, sottolinea Francesco, Dio lo illumina con un Suo messaggero che annuncia: “ Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”:
“Così, di fronte all’evento straordinario, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi, si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile. Giuseppe, uomo umile e giusto (cfr v. 19), ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza..”
Mediante la loro fede dunque Maria e Giuseppe ”per primi hanno accolto Gesù” e così “ci introducono al mistero del Natale”: l’una ci “aiuta a metterci nell’atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra carne”, l’altro “ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con fiducia”. Entrambi si sono fatti “avvicinare da Dio” e noi, si chiede ancora il Papa, facciamo lo stesso davanti al mistero del Natale che festeggia l’Emmanuele, il “Dio con noi”?:
“E’ il Dio che si avvicina. Io gli apro la porta, al Signore, quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina loro. quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e che Dio si avvicina loro”.
“Cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme. Immaginare come vanno: il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione…, e così via. In questo ci aiuta molto il presepe. Cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, che ci si avvicina – Dio-con-noi, vicino a noi – per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di vicinanza, di amore, di umiltà e di tenerezza”.
Per finire come non ricordare i festaggiamenti per gli 80 anni del Santo Padre. Oltre alle migliaia di mail ricevute e ai grandi del pianeta, gli auguri sono arrivati anche dal Papa emerito Benedetto XVI e dai leader delle altre Chiese cristiane.
“Vorrei ringraziare tutte le persone e le istituzioni che hanno voluto esprimermi i loro auguri. Grazie tante!”. Oltre 70 mila i messaggi arrivati al Pontefice per posta elettronica, da tutto il mondo, soprattutto in inglese, spagnolo, polacco e italiano.
Il Patriarca di Mosca Kirill ha pubblicato un lungo messaggio in cui ripercorre la vita di Francesco, “interamente legata al servizio di Dio e della Chiesa” e caratterizzata dalla “predicazione dell’amore di Cristo, l’aiuto ai poveri e la promozione della causa dell’unità dei cristiani”. Kirill ha ricordato anche quello che ha definito l’”indimenticabile” incontro all’Avana dello scorso febbraio, rallegrandosi “per l’elevato grado di comprensione reciproca che hanno raggiunto le relazioni bilaterali tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana in questi ultimi anni”. Un crocifisso del XVIII secolo realizzato dai monaci del monte Athos in Grecia è stato invece il regalo del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, mentre via twitter l’arcivescovo anglicano di Canterbury Justin Welby ha inviato i suoi più calorosi auguri e la sua benedizione. Tra i momenti più emozionanti di ieri, la videoconferenza con i detenuti del carcere di Padova. Uno di loro, Marzio, ha ringraziato il Papa per il Giubileo dei detenuti dello scorso 6 novembre, ricordando la “semplicità imbarazzante” con il quale ha incontrato i partecipanti e il silenzio assordante dell’incontro con ciascuno di loro e dove lo sguardo del Papa “trasmetteva la forza della vera fede”. Il Papa li ha ringraziati per la loro tenerezza e per la loro vicinanza e li ha benedetti nel nome del Signore.
Poi , a seguire grande emozione e commozione in una affollata Aula Paolo VI, in Vaticano, dove Claudio Baglioni ha tenuto il concerto di beneficenza “Avrai”, destinato, come richiesto da Papa Francesco, a raccogliere fondi per i bambini di Bangui, in Centrafrica, e quelli terremotati del centro Italia. Attraverso il numero solidale 45523 è ancora possibile donare per queste due finalità fino al 21 dicembre.
“Grazie a nome dei bambini di Bangui e di quelli delle zone terremotate. Non potremo fare cose grandi, realizzare grandi progetti, ma ciò che faremo avrà la firma della nostra passione per il Vangelo. Buon Natale a tutti!”
Papa Francesco ringrazia “tutti gli artigiani di misericordia” che hanno reso possibile questo progetto per la ricostruzione di un ospedale pediatrico a Bangui e la realizzazione di uno spazio per i bambini terremotati del centro Italia. “Perché le opere di misericordia – dice il Pontefice – ispirate dal Signore, hanno poi bisogno, di mani e cuori di uomini e donne”. La misericordia, ricorda, non può essere solo una bella teoria.
“E’ necessario trasformare la misericordia nella vita di tutti i giorni, vita che diventa partecipazione e condivisione”.
Sono ancora più meritevoli queste iniziative di solidarietà, sottolinea Francesco, quando sono indirizzate ai più indifesi.
Ed è l’attenzione alla miseria che – afferma il Papa – ci avvicina di più al Signore, che è venuto tra noi da povero.
“A volte qualcuno mi chiede: “Ma Lei, padre, parla sempre dei poveri e della misericordia”. Sì – dico – ma non è una malattia. E’ semplicemente il modo con cui Dio si è rivelato. Questo è il nostro Dio: non il totalmente altro ma l’assolutamente prossimo”.
“Grande musica, grandi emozioni, grandi intenti e, soprattutto, una grandissima partecipazione da parte di tutti: artisti, pubblico, ascoltatori. E’ stata un’ esperienza davvero straordinaria”.
“La musica è la colonna sonora della nostra vita e può dirci qualcosa di più. Anzi, se avete un telefonino a portata di mano: 45523, donate 2 euro.
Dunque un sms al 45523 per donare ancora, subito, perché, con le parole di Baglioni… la vita è adesso!
Raffaele Dicembrino