Papa – Al termine dell’Angelus, Papa Francesco conferma la doppia tappa del 12-15 settembre 2021, già anticipata ai giornalisti sul volo dall’Iraq: “Preghiamo per coloro che lo stanno organizzando”.
“Sono lieto di annunciare che dal 12 al 15 settembre prossimo, a Dio piacendo, mi recherò in Slovacchia per fare una visita pastorale. Il pomeriggio [del 12]… Sono contenti gli slovacchi lì…”.
È il Papa stesso a confermare, al termine dell’Angelus dello scorso 4 luglio, in piazza San Pietro, il viaggio del prossimo 12-15 settembre nel Paese dell’Europa centro-orientale, spiegando che la mattina del 12, prima di recarsi a Bratislava, concelebrerà a Budapest, capitale dell’Ungheria, la messa conclusiva del Congresso Eucaristico Internazionale:
Si tratta del secondo viaggio apostolico del 2021 dopo l’importante trasferta in Iraq. E proprio sul volo di ritorno da Baghdad, nel consueto colloquio coi giornalisti, Francesco ad una domanda sui futuri viaggi aveva annunciato la sua presenza a Budapest per presiedere la chiusura del 52simo Congresso Eucaristico Internazionale. Aggiungeva poi – rivelando che molti dei suoi viaggi fossero frutto di lunghe riflessioni ma anche di intuizioni improvvise – che avrebbe fatto tappa anche a Bratislava considerata la vicinanza tra i due Paesi.
Il Papa a Bratislava e in altre tre città slovacche
La tappa in Slovacchia non comprenderà solo la visita a Bratislava, ma anche in altre tre città, come conferma con un comunicato il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni: “Come annunciato dal Santo Padre nell’Angelus di questa mattina, su invito delle Autorità civili e delle Conferenze episcopali, domenica 12 settembre 2021, Papa Francesco sarà a Budapest in occasione della Santa Messa conclusiva del 52esimo Congresso Eucaristico Internazionale; successivamente, dal 12 al 15 settembre 2021, si recherà in Slovacchia, visitando le città di Bratislava, Prešov, Košice e Šaštin. Il programma del viaggio sarà pubblicato a suo tempo”.
Quindi il Pontefice si sposterà in tre giorni in quattro luoghi, dopo la capitale: Prešov, terza maggiore città della Slovacchia, dal grande profilo culturale, affacciata sul fiume Torysa; poi Košice, seconda città più popolosa del Paese, al confine orientale, vicino a Polonia, Ucraina e Ungheria sul fiume Horná; infine, Šaštin, nella regione di Trnava, oggi una delle città più recenti della Slovacchia, poiché ha ottenuto lo status di città il 1º settembre 2001.
Tappa in Slovacchia, il desiderio di recarsi nelle “periferie”
Ancora si attende la pubblicazione del programma ufficiale per sapere quali eventi scandiranno queste 72 ore del Papa in est Europa. Una visita che risponde a quel desiderio espresso dall’inizio del pontificato – e dimostrato dalla scelta di compiere il primo viaggio europeo in Albania (2014) – di recarsi nei posti “piccoli”, di periferia, ai margini, ma proprio per questo fondamentali per illuminare ciò che avviene al “centro”. Il 14 dicembre 2020, il Papa era stato invitato ufficialmente a visitare la Slovacchia dalla presidente Zuzana Čaputová, ricevuta nel Palazzo Apostolico. Ai media, dopo l’udienza, la presidente aveva riferito che il Papa aveva accettato il suo invito, subordinandolo però “all’andamento della pandemia e alla sua salute”. Dopo la conferma di oggi, Čaputová ha detto:”Sono molto felice che Papa Francesco abbia accettato l’invito…. Quando l’ho incontrato a dicembre in Vaticano, mi ha detto quanto la Slovacchia gli stia a cuore. Le sue parole sono confermate dal fatto che ha intenzione di rimanere più a lungo in Slovacchia. Credo che la presenza di Papa Francesco sarà un messaggio di riconciliazione e di speranza per tutti noi nei tempi difficili che stiamo vivendo”.
La messa finale del Congresso Eucaristico di Budapest
La mattina del 12 settembre, alle 11.30, come detto, il Pontefice concluderà invece il Congresso Eucaristico che prenderà il via il 5 settembre. In programma lo scorso anno, l’evento – sul tema “Sono in te tutte le mie sorgenti (Sal 8,7) – è stato rimandato a causa della pandemia di Covid-19. Il programma, anticipato dalla chiesa ungherese, prevede che Francesco presieda la celebrazione finale e la Statio Orbis nella Piazza degli Eroi, dove annuncerà la località che ospiterà il 53.mo Congresso eucaristico. Accanto all’altare della Messa finale, ci sarà anche la Croce della Missione, simbolo dell’evento: un’opera di oltre 3 metri, in legno di quercia e rivestita di una lamina bronzea nella quale sono incastonate una reliquia della santa Croce e le reliquie dei santi ungheresi: da sant’Adalberto al santo re Stefano, da san Tommaso Becket al beato Papa Innocenzo XI e alla beata Anna Kolesár. Pellegrina in Ungheria, poi conservata nella Basilica di Esztergom, Francesco aveva benedetto la Croce il 20 novembre 2017, all’inizio della visita “ad limina” dei vescovi ungheresi a Roma, augurandosi che essa diventi il simbolo di “un vero rinnovamento” del popolo ungherese a partire dai valori del Vangelo e dall’Eucaristia. E di “rinnovamento” sempre il Papa aveva parlato nell’Angelus del 15 dicembre 2019, in riferimento al Congresso di Budapest (allora in programma per il 13-20 settembre 2020), dicendo: “Preghiamo che l’evento eucaristico di Budapest possa favorire nelle comunità cristiane processi di rinnovamento”.<
“Gioia e affetto” per la presenza del Papa a Budapest, sono state espresse dal cardinale Péter Erdő, che dopo l’annuncio all’Angelus ha detto: “Preghiamo perché la Sua visita sia per noi segno di speranza e di nuovo inizio con il miglioramento della situazione della pandemia”. L’arcivescovo ha sottolineato che “è particolarmente significativo che il Santo Padre voglia partecipare personalmente alla santa messa di chiusura perché in genere sono i legati pontifici a rappresentare il Santo Padre ai Congressi Eucaristici. Così è stato anche all’ultimo Congresso di Cebu dove Papa Francesco ha mandato il suo videomessaggio”. L’ultima volta che un Papa ha partecipato, infatti, all’evento eucaristico mondiale risale a 21 anni fa, con Giovanni Paolo II al Congresso di Roma. È di 25 anni fa, invece, l’ultima visita di un Pontefice in Ungheria: era ancora Wojtyla che si recò all’epoca a Pannonhalma e Győr, ha ricordato Erdõ: “Budapest è stata solo una tappa di passaggio”.