PAPA – All’Angelus in Piazza San Pietro, Francesco esorta a intraprendere in Quaresima un cammino di comunione, misericordia e vicinanza per abbattere le barriere del silenzio e dell’indifferenza.
Il contrasto tra la casa e il mercato è il cuore della riflessione di Papa Francesco all’Angelus che, contrariamente ai giorni scorsi, legge la catechesi. Davanti a circa 20mila fedeli, partendo dall’episodio evangelico nel quale Gesù caccia i mercanti dal tempio, il Pontefice esorta ad abbracciare un modo nuovo e profondo di considerare il tempio, luogo dell’incontro con Dio e gli altri, e quindi di cambiare la nostra vita e quella delle persone intorno a noi attraverso la preghiera e la fraternità.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi il Vangelo ci mostra una scena dura: Gesù che scaccia i mercanti dal tempio (cfr Gv 2,13-25), Gesù che allontana i venditori, rovescia i banchi dei cambiavalute e ammonisce tutti dicendo: «Non fate della casa del Padre mio un mercato» (v. 16). Soffermiamoci un po’ sul contrasto tra casa e mercato: si tratta infatti di due modi diversi di porsi davanti al Signore.
Nel tempio inteso come mercato, per essere a posto con Dio bastava comprare un agnello, pagarlo e consumarlo sulle braci dell’altare. Comprare, pagare, consumare, e poi ciascuno a casa sua. Nel tempio inteso invece come casa succede il contrario: si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui, stare uniti ai fratelli, per condividere gioie e dolori. Ancora: al mercato si gioca sul prezzo, a casa non si calcola; al mercato si cercano i propri interessi, a casa si dà gratuitamente. E Gesù oggi è duro perché non accetta che il tempio-mercato si sostituisca al tempio-casa, non accetta che la relazione con Dio sia distante e commerciale anziché vicina e fiduciosa, non accetta che i banchi di vendita prendano il posto della mensa familiare, che i prezzi vadano al posto degli abbracci e le monete prendano il posto delle carezze. E perché Gesù non accetta questo? Perché così si crea una barriera tra Dio e l’uomo e tra fratello e fratello, mentre Cristo è venuto a portare comunione, a portare misericordia, cioè perdono, a portare vicinanza.
L’invito oggi, anche per il nostro cammino di Quaresima, è a fare in noi e attorno a noi più casa e meno mercato. Prima di tutto nei confronti di Dio: pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. Dunque, primo, pregando. E poi diffondendo fraternità: c’è bisogno di tanta fraternità! Pensiamo al silenzio imbarazzante, isolante, talvolta addirittura ostile che si incontra in tanti luoghi.
Chiediamoci, allora: prima di tutto, com’è la mia preghiera? È un prezzo da pagare o è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio? E come sono i miei rapporti con gli altri? So dare senza aspettare il contraccambio? So fare il primo passo per rompere i muri del silenzio e i vuoti delle distanze? Queste domande dobbiamo farle a noi stessi.
Maria ci aiuti a “fare casa” con Dio, tra noi e attorno a noi.