PAPA – All’Angelus, Papa Francesco esplora i significati della metafora del seminatore offerta dal Vangelo. Invita genitori, sacerdoti, religiosi e laici a perseverare nell’annuncio con gioia e generosità, senza inseguire le mode, senza scoraggiarsi concentrandosi sui successi immediati.
Il Papa si addentra nell’immagine affascinante della semina. Mette al centro la libertà della persona, di accogliere o meno la Parola che è il seme e insiste sulla ‘ostinazione’ di Gesù nel confidare che il ‘terreno’, il cuore di ciascuno, possa essere fruttuoso.
“Pensiamo al Vangelo, un piccolo libro, semplice e alla portata di tutti, che produce vita nuova in chi lo accoglie. Se la Parola è il seme, noi siamo il terreno: possiamo riceverla oppure no”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
“Gesù, buon seminatore, non si stanca di seminarla con generosità. Conosce il nostro terreno, eppure spera sempre che noi possiamo portare frutto abbondante. Così fa il Signore e così siamo chiamati a fare anche noi: a seminare senza stancarci”, ha aggiunto il Papa.
“Il seme buono – ha sottolineato ancora Francesco facendo l’esempio dei genitori con i figli – resta, questo è ciò che conta, e attecchirà a tempo opportuno. Ma se, cedendo alla sfiducia, rinunciano a seminare e lasciano i figli in balia delle mode e del cellulare, senza dedicare loro tempo, senza educarli, allora il terreno fertile si riempirà di erbacce”.
“La preghiera – ha proseguito – è un piccolo seme che non si vede, ma con il quale si affida a Gesù tutto quello che si vive, e così Lui può farlo maturare”. E’ importante anche il “tempo da dedicare agli altri, a chi ha più bisogno: può sembrare perso, invece è tempo santo, mentre le soddisfazioni apparenti del consumismo e dell’edonismo lasciano a mani vuote”.
Vi sono poi – ha concluso – “i seminatori di Vangelo che vivono e predicano la Parola di Dio spesso senza registrare successi immediati. Non dimentichiamo mai, quando annunciamo la Parola, che anche dove sembra non succeda nulla, in realtà lo Spirito Santo è all’opera e il regno di Dio sta già crescendo, attraverso e oltre i nostri sforzi. Perciò, avanti con gioia”.
Al termine dell’Angelus il Papa ha ricordato il bombardamento di San Lorenzo. “80 anni fa – ha detto Francesco – alcuni quartieri di Roma furono bombardati, il venerabile Papa Pio XII si recò dal popolo sconvolto. Anche oggi queste tragedie si ripetono, abbiamo perso la memoria. Il Signore abbia pietà di noi e ci liberi dal flagello della guerra, preghiamo per il popolo ucraino che soffre tanto”.