PAPA – 365 MILIONI DI CRISTIANI PERSEGUITATI NEL MONDO

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PAPA – Sono oltre 365 milioni i cristiani nel mondo che subiscono un livello alto di persecuzione per la loro fede. Un fenomeno che riguarda un cristiano su sette e che diventa uno su cinque in Africa e due su cinque in Asia. Ad illustrarlo sono i dati del rapporto “World Watch List 2024”, redatto dalla ong PorteAperte/ OpenDoors e presentato alla Camera dei Deputati. Un dossier che raccoglie le analisi di circa quattromila persone, tra reti locali, ricercatori ed esperti esterni e che prende in esame “Chiese storiche”, comunità di espatriati o di immigrati e quelle convertite al cristianesimo.

Quello che è emerge è che durante il periodo preso in considerazione, che va dall’ottobre 2022 al settembre 2023, si è registrato il livello più alto di persecuzione mai accertato dalla nascita, 31 anni fa, della World Watch List, continuando un trend in costante aumento da dieci anni. Una condizione che è valida sia a livello assoluto – i cristiani perseguitati sono aumentati di cinque milioni rispetto allo scorso anno – sia a livello relativo, sommando i vari parametri. “Questo accade”, spiega ai media vaticani il direttore di PorteAperte Cristian Nani, “perché nelle nostre analisi i punteggi di ogni singolo Stato che viene analizzato nelle cinque aree della vita del cristiano – privata, famigliare, nazionale, chiesa, e società – sono tutti peggiorati, così come è peggiorato anche l’indicatore della violenza anticristiana”.

La Corea del Nord è il Paese più difficile per i cristiani

Per dare un’idea, su cento Paesi monitorati, 76 hanno un livello di persecuzione considerato almeno “alto”, mentre quelli a livello “estremo” sono passati in un anno da 11 a 13. Il primo in classifica è, come sempre dal 2002, la Corea del Nord, dove è impossibile vivere la fede cristiana. Seguono Somalia, Libia, Eritrea e Yemen. Paesi dove, si legge nel rapporto, “la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani – soprattutto quelli convertiti – rischiano la morte”.

In Nigeria il record di omicidi e rapimenti

Al sesto posto c’è la Nigeria, che detiene il record di cristiani uccisi a causa della violenza jihadista. Sono 4.118 sui 4.998 totali nel mondo – il secondo è la Repubblica Democratica del Congo con 261. Si tratta di uno dei pochi numeri assoluti in calo rispetto allo scorso anno, quando i cristiani uccisi furono 5.621. Secondo Porte Aperte il calo è dovuto ai mesi antecedenti alle elezioni in Nigeria, periodo in cui i massacri si sono fermati per poi ricominciare dopo il voto. Nel Paese africano c’è stato anche il numero più alto di rapimenti di cristiani, 3.300 sui 3.906 globali, ma in generale è tutta la fascia del Sahel a essere particolarmente difficile a causa dei gruppi islamisti.

In Pakistan e Afghanistan la vita dei cristiani non è sicura

Il Pakistan – costantemente tra le prime dieci nazioni in cui la vita dei cristiani è più difficile – si trova al settimo posto ed è il secondo per le violenze contro i cristiani. Sale all’ottavo posto dal decimo il Sudan, seguito dall’Iran. Decimo posto per l’Afghanistan, dove la violenza sui cristiani è calata dopo le persecuzioni degli anni precedenti che hanno portato molte comunità a fuggire. “La vita dei cristiani non è ora più sicura”, si legge, “ma semplicemente i talebani hanno smesso di cercarli”.

In India il numero più alto di arresti

L’India – undicesimo in classifica – è lo Stato con il maggior numero di cristiani arrestati – 2.332 su 4.125, seguito da Eritrea (400), Cuba (75) e Nicaragua (60). Il Paese centroamericano, spiega Nani, “è salito fino alla trentesima posizione a causa del governo Ortega che limita la vita dei cristiani in questo Paese”.  Sull’India, aggiunge, c’è una grossa preoccupazione in vista delle elezioni del prossimo anno, che potrebbero esacerbare il clima e il conflitto tra le confessioni religiose. Tra i nuovi Paesi in cui la persecuzione ha raggiunto il livello “estremo” ci sono la Siria e l’Arabia Saudita. Fra gli altri dati emersi globalmente ci sono anche 14.766 attacchi alle Chiese e ai luoghi di culto mentre sono decine di migliaia le aggressioni personali e alle attività economiche.