Ostia – A poche ora dagli incendi sul litorale romano, che hanno avvolto diversi stabilimenti, Ostia scende in piazza per la giustizia e la verità civili: piazza Anco Marzio, ore 19.30. Interessante riflettere sulle parole – nell’articolo – del Vescovo a. di Ostia Renato Tarantelli solo poche settimane fa e lo storico appello di Papa Francesco quel 3 Giugno 2018.
Noi cristiani conosciamo, ahinoi, per esperienza sulla pelle che la distruzione dell’incendio appiccato, specie a Roma, non brucia soltanto la città, ma si abbatte sulle persone; quel fuoco cancella, aggredisce, punisce una comunità innocente.
Oggi a Ostia siamo un pò tutti come quei cristiani.
Ma per i cristiani c’è anche un fuoco buono anzi divino; questo inveceillumina e non consuma un roveto.
Sulla tipologia di questi due ‘fuochi’ si fa discernimento sui frutti di giustizia e verità realmente perseguite.
Si perchè anche le parole possono essere lingue di fiamme e seminare rabbia e collera; anche se nate magari per fare luce possono invece ardere e seminare paura e violenza.
Come fare i vigili del fuoco con i bocca estintori di fuoco e fiamme?
Per questo motivo la scelta di una fiaccolata silenziosa, che viene compiuta per reagire, è bella della potenza di quelle luci silenziose, affinché nei cuori il dialogo interiore salga in alto.
Perché il vero incendio è in realtà è dentro l’essere umano. L’inferno che si diffonde è causato dal cortocircuito interno alle persone.
Le ‘fiamme’ e la desolazione che Ostia subisce da diversi anni a causa della criminalità organizzata e non, della corruzione, dell’abbandono, del marchio che spesso è stato additato, bruciano ancora sulla pelle dei cittadini che qui ‘abitano’. Certamente chi la vive di passaggio o la ‘sfrutta’ soltanto il dolore non è percepito; anzi forse chi guardando i sofferenti di qui c’è anche chi pensa “bene, perché io sto meglio di loro”. Questa profonda ingiustizia tra la comunità cittadina alimenta la brace del rancore.
Ma invece è tempo di accendere dei fuochi per illuminare queste tenebre di desolazione e di silenzio per mettersi in ascolto profondo.
Una parte di cittadini di Ostia, organizzati dal Comitato ‘Giustizia X Ostia’ , avvia una mobilitazione senza bandiere politiche per il mercoledì 2 aprile a piazza Anco Marzio ore 19.30: i residenti – leggiamo – scendono in piazza per chiedere “giustizia per Ostia” a 10 anni dal commissariamento e perché le “frasi dell’ex prefetto di Roma, Franco Gabrielli, non vengano insabbiate”. Esse infatti informavano come Ostia venne di fatto sacrificata per non commissariare tutta Roma; di qui in effetti sarebbero state invece le basi della criminalità, per altro ancora non debellate.
Per ristabilire giustizia e verità civilisi terrà una fiaccolata silenziosa a cui prenderanno parte cittadini, imprenditori, commercianti ed esponenti politici locali. Si tratta di una mobilitazione trasversale senza bandiere politiche. Si sta inoltre pensando a una class action simbolica per chiedere anche solo un euro di risarcimento ai cittadini. In questi giorni si sono susseguite diverse riunioni per l’organizzazione dell’evento.
Ma il problema profondo di Ostia, come ci ricordava Papa Francescoproprio qui quel 3 Giugno 2018 e come ha detto il nuovo Vescovo di Ostia, e Roma Sud, mons. Renato Tarantelli è racchiuso nell’affermazione “PRENDERE IL LARGO”.
Fram.to riflessione al Vangelo di Papa Francesco, 3 Giugno 2018 – Ostia: “(…) L’ampio lido di questa città richiama alla bellezza di aprirsi e prendere il largo nella vita. Ma per far questo occorre sciogliere quei nodi che ci legano agli ormeggi della paura e dell’oppressione.(…)”
Fram.to riflessione al Vangelo del Vescovo Renato Tarantelli, Febbraio 2025 – Ostia: “(…) C’è una frase che Gesù dice a Pietro; quando vede queste barche accostate alla riva e la folla intorno che da fastidio, confusione, rumore, allora Egli prega Pietro di ‘spostarsi un pò da terra’; fermiamoci su questa espressione. Vuol dire: allontanarsi un pò da tutto quel caos. (…) Andare un pò oltre, lasciare stare l’ormeggio, allontanarsi un pò dalla sicurezza, dai punti fermi, dalle cose che conosciamo (…) questo scostarsi da terra vuol dire anche ‘andare più in alto’. (…) Iniziare a vedere le cose con uno sguardo diverso, una prospettiva nuova (…): guardate le cose in modo diverso e ‘pescherete’, questa vostra vita cambierà. E poi c’è un’altra espressione (…) ‘prendere il largo’; non significa scappare ma ‘vai dove non si tocca’, vai dove hai paura perché non conosci l’ignoto che c’è sotto, vai avanti: anche se lì ti senti perduto proprio lì interviene Dio, la Provvidenza (…)”
Allora in fondo oltre alla protesta, giusta, Ostia deve poter ‘crescere’, andare oltre, prendere il largo; il cambiamento è al di là della condanna e non si risolve soltanto nell’annunciare o nel fare diversamente; come ci ricorda il poeta “ESSERE O NON ESSERE: QUESTO E’ IL PROBLEMA“.
Alle fiamme della distruzione, all’incendio del malaffare non occorre rispondere con parole di fuoco o con un silenzio e basta, o accendere luci per qualche ora ma preparare un fuoco potente che non brucia ma illumina per molto tempo; ; neanche pensare di fare nuove politiche fine a se stesse per sostituirsi, fare questo, poi fare quello, progetti, imprese… Bisogna comprendere in profondità il bisogno di Ostia, perché se non si comprende si è destinati, prima o poi, a ripetere.
Il problema reale è scoprire l’Anima di Ostia, la sua Identità ed essenza, la radice culturale particolare, la sua Bellezza naturale che è anche in chi la abita.
E con questa Bellezza riconoscere chi ci abita vicino e accogliere chi viene da fuori, che non si azzarderà più a predare, abusare, sfruttare questo spettacolo poiché né sarebbe, per contrasto, subito conosciuto.
Abitare con il ‘cuore‘, si forse questo è il mistero sul quale meditare e accogliere con orgoglio.
Come è bella quell’immagine, comparsa non si sa per chi e per cosa, sulla colonna grande all’ingresso di Ostia (Via Cristoforo Colombo – zona Rotonda) o all’esterno: una statua della madonnina, simbolo di bellezza candida, rivolta verso Roma e con le braccia distese segno di accoglienza e benedizione.
Qualcuno ha voluto che questo messaggio sia proprio nel luogo dell’ingresso alla nostra cittadina ecco quella Luce silenziosa a cui forse dovremmo guardare.
Sdt