LE 7 PAROLE DI GESU’ SULLA CROCE: meditazioni di fra Emiliano Antenucci

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LE 7 PAROLE DI GESU’ SULLA CROCE: meditazioni di fra Emiliano Antenucci

1. “DIO MIO, DIO MIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?(Mt 27,46/Mc
15,34 cfr Salmo 22(21))
Gesù che usualmente nel rivolgersi a Dio usa la parola Abbà (“papà”,”papino mio”), in questo caso
sulla croce sofferente, abbandonato e morente grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?”. Sente il silenzio e l’assenza di Dio, prende la croce di tutti gli abbandonati dalla
famiglia, dalla vita e dalla storia. Gesù sul trono della croce proclama tutto il salmo 21(22): “”Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza”: sono le parole del
mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo…”. Ma lo
stesso salmo è anche una preghiera di ringraziamento, di fiducia e di annuncio del Signore. Penso
alla poesia intitolata “Il grido” di Antonia Pozzi, grande poetessa milanese, morta suicida a soli
ventisei anni, nel prato antistante dell’abbazia di Chiaravalle.
Grido
Non avere un Dio
non avere una tomba
non avere nulla di fermo
ma solo cose vive che sfuggono –
essere senza ieri
essere senza domani
ed accecarsi nel nulla –
– aiuto –
per la miseria
che non ha fine –
(Antonia Pozzi, 10 febbraio 1932)
Nell’agnello afono, cioè senza voce c’è il grido di tutti i “perché” degli uomini. Il silenzio della
croce provoca il terremoto sulla terra e il tempio che si squarcia. Finisce e si chiude la scena di
questo mondo e si apre il cuore di Cristo, sorgente di misericordia e di pace per tutta la terra.
I chiodi dei “perché” si conficcano sulle mani e sui piedi di Gesù e non hanno “risposte
argomentative con le parole”, ma con la carne ferita e sanguinante di Cristo.
L’abbandono è una delle esperienze più traumatiche della vita. L’insicurezza affettiva che genera
sfiducia e fragilità affettiva ci fa sentire piccoli e deboli. Anche Tu, Gesù, hai provato l’abbandono
del Padre e davanti a tutti i “crocifissi” della storia rispondi con il silenzio della croce.
Sentirsi abbandonati da tutto e da tutti è anche un’illusione diabolica. Nel Tuo Abbandono Gesù,
trovo la fiducia di non avere paura di Dio e non vergognarmi di me. Il “perché” si trasforma in
senso, orientamento, bussola per vivere intensamente amando Dio e gli altri. Signore Gesù, Tu sei il
“Lontano-Vicino”, il Dio fuori e dentro di noi, guarisci i nostri cuori dalla sfiducia, dall’egoismo e
dalla malvagità. Donami un cuore grande capace di amare nella prova.
PREGHIAMO
Oh Dio mio, non ti chiedo perché mi hai abbandonato, ma perché ti abbandono nella sofferenza, nel
peccato e nel lutto. Tu sei sempre con me e non mi abbandoni mai. Tieni una mano sulla mia testa e
un’altra sul mio cuore, riscaldami con la benevolenza del Tuo Amore, affinché non possa sentire le
gelide fredde mani del Male.
Maria, Tu sei la “Desolata”, consolami in ogni afflizione e asciuga

2. “PADRE PERDONA LORO, PERCHE’ NON SANNO QUELLO CHE
FANNO” (Lc 23,34)
Gesù ti ficcano i chiodi nelle mani e nei piedi con colpi di martello, il dolore lancinante del Tuo
Cuore si apre al perdono e alla misericordia. Non sanno che stanno ammazzando il Figlio di Dio?
Non sanno che stanno uccidendo il Messia atteso dalle genti? E’ tenebre sulla terra e non c’è
neanche un raggio di sole che possa rischiarare questo momento culminante che spacca la storia
dell’umanità in prima e dopo Cristo. I chiodi sono tutti i veleni dell’odio, del rancore e della
cattiveria umana. Perché Signore “giustifichi” e dici di perdonare, perché non sanno quello che
fanno? Il perdono non è una tecnica psicologica, ma è un atto di fede ed è un cammino di
conversione profonda del cuore. Chi perdona salva il perdonato. Chi perdona dimentica, non
ricorda, non “cova” risentimento. Chi perdona è come Te, Gesù, pieno di misericordia. Ti rivolgi al
Padre delle misericordie e come “noi perdoniamo ai nostri debitori, cosi’ saremo perdonati da Dio”.
Se Dio ti ha perdonato, perché tu non ti perdoni? Non continuare a far crescere la rabbia interiore,
ma la pace del tuo cuore.
PREGHIAMO
Oh Padre, stai sull’uscio di casa del nostro cuore ed aspetti dall’eternità il ritorno dei tuoi figli.
Donaci la grazia di ritornare in noi stessi e di perdonare chi ci ha fatto del male e di chiedere
perdono alle persone che abbiamo recato sofferenze inutili. Padre, riempi il mio cuore di pace e di
gioia e insegnami “Misericordia e non sacrifici” come ci ricorda la Sacra Scrittura. Amen

3. “IN VERITA’ IO TI DICO: OGGI CON ME SARAI IN PARADISO”.(Lc
23,43)
Gesù manda il “buon ladrone” in Paradiso. Oggi, cioè vuol dire che il Paradiso non è solo una realtà
dell’al di là, ma è dell’al di qua. Lo scrittore Miguel de Unamuno scriveva: “La sofferenza è la
sostanza della vita e la radice della personalità; perché soltanto attraverso la sofferenza si diviene
persone”. (M. De Unamuno, Del sentimento tragico de la vida)
Gesù prepara un “giardino fiorito” per i tuoi figli che ritornano a Te e anche quelli che non
ritornano. Ogni giorno scegliamo di stare nel Paradiso o nell’inferno. Il “buon ladrone” ruba il tuo
cuore compassionevole e misericordioso ed ottenne il Paradiso. San Francesco con le lacrime agli
occhi alla Porziuncola grida: “Vi voglio tutti in Paradiso!”.
Come scrive sant’Agostino: “In Paradiso riposeremo liberi, e vedremo; vedremo e ameremo;
ameremo e loderemo. Ecco ciò che sarà alla fine senza fine”. Il Paradiso non è un’astuta bugia,
come cantavano i Litfiba, ma, come scrive Arturo Paoli: “Al termine di una vita passata nella
santità, come al termine di una vita di delitti, la modalità per entrare in paradiso è una sola: Signore,
abbi pietà di me, perché sono un peccatore”.

4. “PADRE,NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO”.(Lc 23,46)
La fiducia fa miracoli e ci fa crescere umanamente e spiritualmente. La mancanza di fiducia è la
paura che è come una tela di ragno che ci blocca, ci immobilizza e ci fa essere tristi ripiegati nel
nostro io. La fiducia dei genitori, degli insegnanti, dei sacerdoti, degli amici, delle persone amate
sono tutte “vitamine” che non ci fanno andare in depressione e ci fanno ottenere buoni risultati nella
vita. Nelle tue mani consegno, affido, restituisco, rendo, abbandono la mia anima. E’ un passaggio
fondamentale da: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” ( abbandonato sulla croce) a:
“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (abbandonarsi nelle braccia del Padre). Chi si fida e
si affida al Signore è “come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue
foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene”(Sal 1,3). Un’altra traduzione: “sarà come
albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere”. Si cresce umanamente e spiritualmente solo se ci si affida a
qualcuno. Non sappiamo più affidarci; per orgoglio e anche perché contiamo solo sulle nostre forze.
Gesù si affida al Padre, tutta la sua vita è orientata al Padre che è come una bussola che indica la
vera vita quella eterna. Non si può vivere senza un perché e senza un per Chi? Il senso della vita è
fondamentale per andare avanti e non fermarsi a qualsiasi caduta. “Padre nelle tue mani affido il
mio spirito” , sia questa anche la nostra preghiera.

5. “DONNA, ECCO TUO FIGLIO!”. “ECCO LA TUA MADRE!”(Gv 19,26-27)
Sotto la croce c’è la Madre che rappresenta “La Pietà”, “La Desolata”, “L’Addolorata”, ma una
mamma non può essere la spettatrice del figlio, ma secondo un mistico certosino, Maria non è sotto
la croce, ma sopra alla croce nel soffrire con il Figlio Suo per il bene dell’umanità. La Madonna
abbracciando il Figlio di Dio abbraccia ogni suo figlio nell’umanità. La Madre del Dolore è anche la
Madre dell’Amore… Che mistero grande! E’ innaturale vedere sotto i suoi occhi la morte del proprio
figlio e Lei, Maria, per la salvezza di tutti gli uomini, compie questo “sacrificio” materno.
La Madonna diventa “Sacerdotessa” del mondo sull’altare della croce, perché offre l’Amato Figlio
che è Ostia immacolata e Agnello senza voce, come tutti gli ultimi e gli “invisibili” della storia. La
Madre che offre il Figlio al Padre, ed il Figlio cosa fa? Offre la Madre al mondo. Da quell’ora sulla
croce siamo tutti “figli nel Figlio (Dante)” e abbiamo tutti una Madre comune: Maria. Gesù ci lascia
alla fine della sua vita terrena, due testamenti fondamentali: lo Spirito Santo e la Madonna.
PREGHIAMO
Oh Madre il tuo dolore è grande, porti nel tuo grembo tutti i tuoi figli e con il Tuo Manto li
proteggi da ogni male. Si fa buio su tutta la terra e tu, Madre della Luce, risplendi come stella del
mare in mezzo alle burrasche del mondo. Grazie Maria, per il tuo “Si” nella gioia e nel dolore.
Grazie Maria, sei il testamento d’Amore per tutti noi.
Aiutaci, Madre, Condottiera invincibile, Compagna nella sofferenza, Regina delle Vittorie a portare
ogni giorno la nostra croce. Se offri, meno soffri, ma se meno offri, più soffri. Vogliamo essere
“anime offerte” al Tuo “Si” che ha cambiato la storia mondiale e la nostra vita. Insieme a Te, Maria,
diciamo: “Amen”, con Te, cantiamo il Magnificat per le meraviglie che ogni giorno compie
l’Amore di Dio. Amen

6. “HO SETE”(Gv 19,28)
Gesù sulla croce hai sete ed io non sono capace neanche di darti una goccia del mio misero amore.
Tu hai sussurrato, nel cuore di Madre Teresa: “Ho sete di te, del tuo amore”. Dio ha sete di anime.
Le anime hanno sete di Dio “come la cerva anela all’acqua” (Sal 62).
Madre Teresa sente la sete di Gesù sulla croce è diventa una missionaria della Carità: “Solo la sete
di Gesù, sentendola, ascoltandola, rispondendovi con tutto il cuore, terrà vivo il vostro amore. Più vi
avvicinate a Gesù e meglio conoscerete la Sua sete”. San Gregorio Nazianzeno commenta: “Gesù
ha sete che gli altri abbiano sete di lui”, e aggiunge san Cipriano: “Vera, reale, ardente fu la sete che
bruciò il corpo di Gesù; ma essa era il simbolo di una sete più vera, più reale, più ardente, cioè la
sete della comune salvezza”. Sant’Agostino, il teologo dell’Amore di Dio, scrive: “Gli bruciava più
la sete delle nostre anime, che non la sete del suo corpo”.
La sete è un bisogno fondamentale dell’uomo che diventa esigenza di salvezza e nostalgia di
ritornare alla vera Sorgente: Dio. Tu mi inviti che “chi ha sete venga e beva da me” e alla
Samaritana dici: “Dammi da bere”. Si, Signore, dammi da bere la sorgente della tua grazia, dammi
da bere “sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”. La sete delle anime è
divorante sul legno della croce… desideri Signore che tutti gli uomini siano salvi e le lacrime del
Cielo hanno bagnato la terra di una pioggia di grazia. Ho sete di Te, Signore, sei l’Unico che può
appoggiare i desideri più profondi del mio cuore. Il mondo mi dona l’acqua sporca del peccato e
della morte, Tu, mi doni invece l’Acqua viva che zampilla per il bene dell’umanità.

7. “E’ COMPIUTO” (Gv 19,30)
Continuare ancora a sperare? Signore, dalla croce tu mi guardi con occhi che fanno del mio cuore
un lago di pianto (Padre Davide Maria Turoldo, O sensi miei).
Tutto è compiuto. Si chiude la scena di questo mondo e si apre la porta del Cielo: il Paradiso. Non
ci lasci da soli, ma ci doni il Paraclito, il Consolatore, l’Avvocato del Padre che ci difende
gratuitamente da tutte le cause fatte per il Tuo Nome. Il tuo ultimo respiro, Gesù, è un vento nuovo
dello Spirito Santo sul mondo intero. Ti spegni nel corpo, ma accendi un’alito di resurrezione per
tutti noi. Dall’alto della croce ci attrai e ci conduci verso la vita.
La morte non è la fine di tutto, ma è l’inizio della vita eterna. La vita che abbiamo sulla tera che
cos’è? Un frammento di tempo, un’istante di eternità . In questo breve lasso di tempo dobbiamo farci
santi e rispondere al Grande Amore di Dio, cioè alla missione unica e personale che Dio ci ha
affidati.

PREGHIERA A GESU’ CROCIFISSO (Card.Angelo Comastri)
O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l’abbraccio del Padre.
Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con te e la gioia in te.
Amen




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