Don Centofanti – Vangelone commento di venerdi 14 Febbraio

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Vangelo – Lc 10,1-9 Venerdì 14 febbraio 2025, Santi Cirillo, monaco e Metodio, vescovo, patroni d’Europa

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
***

Restate in quella casa, non passate di casa in casa: il brano vuole fare ben comprendere questo punto. Il vario bighellonare, il non cercare con cuore sincero la volontà di Dio, vivere anche le cose religiose mossi dalla pancia invece che dall’ascolto sereno ma anche attento di dove Dio ci porta, ecco in un cammino sereno e graduale Dio tendenzialmente orienta ad avvedersi di questi discernimenti distratti, emozionali. “Sono andato in quel meraviglioso luogo di spiritualità e ho provato una grande gioia”. Ma può accadere talora di confondere una gioia più superficiale che Dio nella sua misericordia ha comunque donato con la gioia profonda e sempre più vissuta nel Signore dell’aver davvero cercato la volontà di Dio. Perché hai veduto Tommaso hai creduto, beati quelli che pur non avendo visto crederanno. Le emozioni sono belle ma non sono il centro della sequela, si possono ricevere e diffondere nel mondo grazie molto più intense senza sperimentare grandi emozioni. Si passa dal chiamare cosa buona la sensazione di gioia, di pace al chiamare cosa buona la sincera ricerca della volontà di Dio, la verità. E così potendo talora passare anche per il deserto si vive sempre più uniti a Dio e scendono grazie dall’alto che riempiono il cuore in modo prima impensato, stabile e profondo. Ecco, lo Spirito riempie il cuore in modo nuovo, molto più pieno, tutto da scoprire. È un cammino graduale ma questo dono venendo sostiene la vita, stabilizza l’umore, infonde coraggio e positività, riscalda davvero fino, ordinariamente in un lungo percorso, a poter fare completamente felici e sereni.




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