DON CENTOFANTI – VANGELO E COMMENTO DI DOMENICA 29 DICEMBRE

56

VANGELO – Lc 2,41-52 Domenica 29 dicembre 2024, Domenica fra l’ottava di Natale, Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, anno C.

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
***
Nella vita senza molto avvedersene si possono fare tante cose dominati da ansie, da schemi, da complessi, insicurezze, da obiettivi fasulli. Ma quando comincia a manifestarsi un poco di più nel nostro cuore, ossia nella nostra coscienza, la luce dello Spirito possiamo divenire gradualmente più capaci di riconoscere e ascoltare questa luce serena. È l’inizio di una possibile strada di grande liberazione perché questa luce ci mette sulla via dell’ascolto profondo di noi stessi imparando a riconoscere che prima eravamo mossi da ansie, schemi, ferite, obiettivi fasulli che cervavamo di placare correndo loro dietro invece di cercare le risposte adeguate. Ora cominciamo a capire che cercando le risposte adeguate staremo meglio con noi stessi e con gli altri, con la vita. In questo cammino, per grazia e magari con l’aiuto di un formatore serio e sereno, possiamo sempre più liberare in noi questa luce serena, che scende come una colomba, con delicatezza, su Gesù e su di noi. Liberarla dai moralismi, dalle forzature, perché la vera luce non ci impone di fare tutto subito ma ci aiuta ad aprire il cuore gradualmente, da dentro, in modo semplice e pieno di buonsenso. Qui dunque siamo gradualmente liberati dai sensi di colpa, dalle rigidità schematiche e anche dalle ferite psicologiche, dalle paure, perché questa luce ci fa scoprire amati, compresi, e aiutati a crescere serenamente. Qui rinasce la nostra umanità e non con qualche mera tecnica psicologica che può tamponare qualche ferita ma non riaprire serenamente il cuore alla fiducia, al discernimento sereno. Il cuore nella luce serena è la via della vita che rinasce. E non a caso Maria ha Fatima ha detto che alla fine il suo cuore immacolato trionferà.
Ma vediamo che anche Maria è cresciuta gradualmente in questa luce. Prima ha respirato tanta serenità e semplicità, poi su questa via ha imparato a vigilare, cioè a scoprire l’importanza di aggiustare il tiro maturando anche con l’esperienza. Ha sperimentato che faceva bene a stare serena, abbandonata a Dio, nel crescere il Messia, senza soffocarlo con un controllo troppo stretto ma nel tempo ha anche imparato una sana prudenza nel non perderlo troppo di vista, come era avvenuto tornando a Nazareth dalla Pasqua celebrata a Gerusalemme.
Fa riflettere che anche Maria in quell’episodio cerca Gesù prima con sguardi terreni, tra i parenti, poi a Gerusalemme e solo dopo tre giorni, immagine di un percorso di maturazione, lo cerca dove avrebbe dovuto cercarlo fin dall’inizio, nel tempio, ossia chiedendo subito aiuto a Dio e cercando gli aiuti mandati da Dio, come le risponde Gesù. Pure Maria si è aperta gradualmente a guardare sempre più le cose con Dio e in Dio, nella meravigliosa vita nella grazia.
Gesù ci fa crescere su questa via talora, nella sua delicatezza, anche partendo da piccole, semplici, esperienze. Una persona aveva perso un documento importantissimo e lo cercava dappertutto sempre più ansiosamente, ha telefonato a tutti i posti dove forse poteva averlo perso. Poi non trovando soluzione dice un’Ave Maria e in quell’istante passa un parente che le dice di aver trovato quel documento a casa sua. Questa persona mi dice di aver capito che è un dono partire sempre dalla preghiera e così affidarsi all’opera di Dio. Come cambiano in mille modi le cose. Incontri una persona, guardi una situazione in modo nuovo, ti arriva una Parola di Dio, ricevi un regalo, scopri i mille doni della vita nella grazia.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *