DON CENTOFANTI – VANGELO DI VENERDI 1 NOVEMBRE E COMMENTO

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VANGELO -CMt 5,1-12a Venerdì 1 novembre 2024, Tutti i Santi

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

***

 

Il testo originale in greco dei vangeli ha tante sfumature che fanno comprendere meglio le parole di Gesù.

Beati i mendicanti nello Spirito, coloro che hanno bisogno dello Spirito e dell’aiuto nello Spirito degli altri. Che dono intuire anche solo germinalmente che da qui, dallo Spirito che viene nel cuore, anche attraverso gli altri, viene la vita e ogni bene.

Beati gli afflitti perché saranno chiamati vicino. Vado a piangere da Dio perché non mi ascolta e scopro che è lui che mi ha chiamato vicino per consolarmi, farmi sentire che soffre insieme a me ma anche mi fa coraggio perché mi prende per mano e mi porta sulla via per risolvere i problemi, per viverli in un altro modo.

Beati i mansueti, i docili, perché erediteranno la terra. Tutto infatti è dono di Dio. Quando cerco di ottenere per forza le cose come voglio io mi affanno, sto in grande ansia, perché la vita concreta può sgaiattolare in mille modi fuori dai miei piani. Invece quando comincio ad intuire che tutto ciò che vivo è dono di Dio nasce un piccolo seme di fiducia, di serenità, di abbandono in Dio. Mi godo i molti doni che mi ha fatto e non ingarbuglio il meraviglioso disegno di Dio per me facendo di testa mia invece di cercare la sua volontà. Su tale via sto anche più in pace con tante persone.

Beati gli assetati della giustizia che nel linguaggio evangelico significa della via giusta, ossia della sapienza divina, che libera dai sensi di colpa, dalle forzature e fa crescere con semplicità e buonsenso sulla via della luce. Chi infatti desidera e invoca la luce è sulla via per ottenerla in abbondanza. Eppure talora si chiedono cose buone, la fede, la carità, ma la luce sembra superflua invece cambia tutto, porta su una via sempre più semplice, bella, piena di doni, evitando tante inutili pesantezze e difficoltà.

Beati i misericordiosi, i compassionevoli, perché riceveranno misericordia e compassione. Infatti se il mio cuore è duro e inflessibile verso gli altri come posso percepire la misericordia, la comprensione, la compassione, di Dio verso di me? Lui mi ama in questo modo vicino ma io non lo sento perché vedo tutto con durezza.

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. La purezza di cuore è sincerità molto prima che purezza sessuale. La persona sincera può anche chiudere il cuore volontariamente e consapevolmente ma se è sincera lo riconosce e lo Spirito può entrare nel cuore. Se invece si racconta balle lo Spirito può avere difficoltà a entrare nel suo cuore perché un velo di bugie toglie la trasparenza.

Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio perché solo in Dio si può cercare di costruire la pace vera e non le paci fasulle imposte dai poteri forti, le paci fasulle delle alleanze interessate…

Beati i perseguitati perché cercano la giustizia, la sapienza di Dio, la via bella e sincera, pacifica, che può dare fastidio ai poteri forti. In un mondo che talora fa carriera vendendo l’anima non perdersi ciò che davvero conta e dà vita, il regno dei cieli con tutti i suoi beni già qui sulla terra.

Ecco ogni piccolo seme di questi doni è un seme di beatitudine, mi fa stare un po’ meglio, me ne avvedo? E mi può donare sempre più speranza perché il seme cresce se non tanto faccio chissà che cosa ma semplicemente cerco di non ostacolarlo, crescendo nel bene semplice e pieno di buonsenso che Dio gradualmente mi dona di vivere.




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