VANGELO – Lc 20,27-40 Sabato 23 novembre 2024, XXXIII settimana del tempo ordinario, anno pari
VATICANO
DON CENTOFANTI – VANGELO DI SABATO 23 NOVEMBRE E COMMENTO
By RaffaeleNov 23, 2024, 05:29 am0
12In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
***
Oggi di questo brano evidenzio l’esistenza anche al tempo del regno di Israele di alcune tendenze che si ritrovano in tutte le epoche della storia, almeno occidentale. La tendenza alla teoria astratta, che può fare capo per esempio a Platone, e la tendenza alla fuga da queste astrazioni nel pragmatismo, che può fare capo ad Aristotele. Anche allora vi erano per esempio i farisei, impelagati in mille dottrine astratte o gli esseni probabilmente più o meno chiusi in uno spiritualismo variamente disincarnato e invece da un altro lato vi erano appunto i sadducei chiusi in una visione pratica della vita che finiva per esempio per non credere alla resurrezione dei morti. È Gesù la vera novità della storia, la vera chiave che scioglie i nodi vitali, culturali, sociali, di ogni epoca. Tra il Padre e il Figlio vi è lo Spirito Santo, tra la teoria e la pratica vi è appunto il manifestarsi graduale e delicato dello Spirito, a misura dell’autentica crescita di ciascuna persona. Qui si trova la giusta composizione tra gli estremi di chi vuole imporre meccanicamente i riferimenti della fede e chi per evitare queste astrazioni li rifiuta, li mette in un cantuccio. Invece Gesù dice che la Parola è un seme, non è una regola meccanica, essa matura gradualmente a tempo debito nel cuore di una persona orientandola verso una vita rinnovata, in una crescita dove l’umanità respira a pieni polmoni e non è calpestata da regole astratte ma è portata da questo seme di grazia verso la pienezza della vita, la pienezza dei riferimenti della fede.
Messaggio precedenteVATICANO - IL CARDINALE PAROLIN ED IL CALO DEI MATRIMONI RELIGIOSI IN ITALIA
Next PostPALLANUOTO FEMMINILE - LA LAZIO NUOTO TORNA IN ACQUA CONTRO LA BRIZZ