Vangelo – Lc 1,1-4;4,14-21 Domenica 26 x , entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
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Ecco il vangelo del giubileo, l’anno di grazia del Signore. Gesù qui afferma che da quando è venuto in mezzo a noi è sempre l’anno di grazia del Signore ma certo nell’anno giubilare sono assicurati tanti doni spirituali e materiali. Gesù è sempre l’anno di grazia, dove viene lui si sciolgono i nodi, si aprono le strade, viene ogni bene a misura di ciascuna persona. Gesù infatti non dice i ciechi sentono e i sordi vedono ma i ciechi vedono e i sordi odono. Ecco il lieto annuncio, viene la grazia di Dio che sola ci può riaprire alla vita con ogni bene. Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito. Ecco il segreto: imparare ad ascoltare la luce serena che ci parla nel cuore e ci aiuta con delicatezza, gradualità, semplicità, buonsenso, ad aprirlo. Amati, non forzati, aiutati a trovare il noi stessi sereno. Dunque il dono più grande è l’intuizione che ho bisogno dello Spirito. Senza lo Spirito corro dietro alle mie paure invece di cercare risposte che mi facciano trovare serenamente me stesso e così costruire una vita sempre più piena di ogni bene. È il dono dei doni.
Se Dio mi dona questa intuizione decisiva che cosa posso fare? Chiedere che venga sempre più lo Spirito, imparare ad ascoltare nel cuore la sua voce serena.
Vi racconto una storia inventata ma tratta da tanti accompagnamenti veri di persone.
Una ragazza di 22 anni del gruppo parrocchiale ogni tanto viene a parlarmi del suo cammino. Mi dice che si è innamorata di un ragazzo di quel gruppo ed io sono molto contento perché sono due bravi giovani. Le dico preghiamo e lei mi chiede se si può pregare per queste cose. Le rispondo che la preghiera non è una pozione magica che farà innamorare di lei quel giovane volente o nolente. Se è una cosa buona per tutti e due Dio li aiuterà, altrimenti le darà ciò che le farà bene. La preghiera è il dono dei doni perché è il dono dello Spirito che fa invocare la venuta dello Spirito e da lì viene tutto. Prima di tutto l’aiuto ad accogliere lo Spirito ricevuto nella preghiera. Lei è contentissima mi chiede di pregare anche io. Quando viene in parrocchia anche vedendomi occupato da lontano fa il gesto delle mani giunte per ricordarmi di pregare. Ma dopo due mesi anche quando mi vede da lontano fa il gesto delle mani giunte ma anche quello del qui non si vede niente. Poi una della volte che viene a parlarmi si comincia a lamentare che lei prega ma Dio non ascolta, ma ci sarà questo Dio? La fede ce l’ha ma è arrabbiata e delusa. Io le dico che l’avevo avvertita che Dio da ciò che è buono e che la prima cosa è chiedergli lo Spirito che ci aiuta a lasciarsi portare per mano da lui. Lei a denti stretti va avanti. E così continua la sua crescita con tante cose belle ma senza questo fidanzamento. Un giorno dopo due anni viene e mi dice che si sono messi insieme. Hai visto? Le dico. Lei risponde eh ma dopo due anni! Per intendere che dopo due anni è un caso non è stato Dio. Le dico che quando vuole ne parliamo. E così vediamo insieme che lei due anni prima era una brava ragazza ma come ogni essere umano aveva le sue ferite, lei era molto suscettibile, troncava amicizie per un nonnulla e se si fosse fidanzata subito rischiava di lasciarsi presto. Invece Dio aveva preso così sul serio la sua preghiera che l’aveva condotta nello Spirito verso una maturazione che ne consentiva il vero esaudimento. Che dono nell’anno di grazia del Signore chiedere una volta al giorno: manda il tuo Spirito. La chiave di ogni cosa è lì.