DON CENTOFANTI – VANGELO DI DOMENICA 18 AGOSTO E COMMENTO

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VANGELO – Gv 6,51-58 Domenica 18 agosto 2024, XX Domenica del Tempo ordinario, anno pari

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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In questo brano i passi tra parentesi si possono tralasciare.
Cosa desideri nel profondo? Non puoi che desiderare quello che lo Spirito permette a te sembri la via della tua realizzazione. Talora Dio permette che una persona vaghi a lungo in cerca di realizzazioni fasulle, talora permette che nella sua libertà tocchi con mano come il figlol prodigo che lì la sua vita sta male. Come quando al centro dei propri desideri vi sono forme di successo esteriore, anche ottenute a qualsiasi prezzo; ricchezza senza amore; piaceri senza amore; quando vi sono desideri profondi che incarnano fughe errate da mille paure, da mille sfiducie, da mille traumi, fino a poter dipendere da malesseri anche psichiatrici. Qualcuno può desiderare un poco di amore, di amicizia ma vissuti da un lato con forme varie di dipendenza, dall’altro senza mai mettere davvero in gioco il proprio cuore. Nel profondo restando soli, svuotati. Poi tra gli altri vi sono i desideri “naturali” della vita vista in chiave terrena: come quello di costituire una famiglia, di trovare un lavoro che appassioni, di stare in pace con gli altri, di vivere in varia misura con amore. Certo molto dipende dal desiderio più profondo: più ha un posto preminente l’amore più si potranno vivere le altre aspirazioni profonde sulla via di un certo equilibrio. È interessante osservare che le filosofie possono affermare le cose più astruse ma le scuole di psicologia che devono risolvere problemi concreti con altri termini confermano che solo nell’amore l’uomo è sulla via del superamento dei malesseri e della maturazione serena e viva. Ed eccoci al desiderio di trovare la vita nella fede in Dio. Su questa via molto di più il crescente, autentico, abbandono in Dio può rinnovare continuamente tutta l’esistenza di una persona. (Ma, come nelle situazioni illustrate sopra, vi possono essere blocchi atavici, zone della propria umanità che non si lasciano mai aprire da nuove luci e che a lungo andare possono risucchiare una crescita che pure vi era stata). Anche nella sequela come segnalato vi può essere poi, a seconda della grazia via via ricevuta e accolta, una varia intensità con relativa maggiore o minore guarigione profonda di tutto sé stessi. (Vi possono essere desideri profondi espliciti ma, come dicevo, in varia misura soffocati e distorti da blocchi, schemi, da condizionamenti esterni, da ferite protette con barricate…). Vi possono essere desideri suscitati da grazie bisognose di venire alimentate da un sempre nuovo venire dello Spirito: per esempio si può desiderare di camminare con Dio ma vedendo tale percorso principalmente come una donazione del proprio amore ai fratelli (o come un cammino in uno spirito pensato in modo meno attento all’umano) o come una ricerca di perfezione moralistica o di conoscenza o di bellezza… Tutte piste con aspetti di verità ma bisognose di più profonda, per grazia, centratura. Maestro è bello per noi stare qui. Ma viene una nube nella quale il Padre dona di ascoltare il Figlio amato. Non è un caso che Gesù si manifesta come pane della vita. Il desiderio più profondo è quello della felicità piena, l’unione piena con Dio. Quanto più intenso è questo dono tanto più intenso diventa il desiderio di accogliere Dio da ovunque venga, Spirito, Parola, sacramenti, tutte le fonti della grazia, ogni persona, situazione. Apertura a tutta la grazia divina e umana. Sete di luce vitale. Si lasciano aprire le porte del cuore da Gesù ed un segno di ciò per esempio è la sempre più piena apertura anche alle persone, alle situazioni, certo con equilibrio nelle varie relazioni. Non vi chiamo più servi ma amici, perché vi ho detto tutto quello che mi ha detto il Padre. Una dialogo pienamente aperto. Per esempio il desiderio di aprire tutto il proprio cuore ad un serio e sereno padre spirituale. Come crescere più pienamente senza un profondo dialogo? Si schiudono le vie per riconoscere le profezie e i profeti… Non per caso San Paolo afferma che lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio (Rm 8, 26-27). Che bello intuire che il desiderio più pieno di vita è quello di fidarsi dei desideri dello Spirito per noi! Anche partecipando con nostre proposte ma nella fiducia in lui. Si tratta dunque non di doveri meccanici, di moralismi ma di un cammino di maturazione del desiderio. Ma non si tratta di perfezionismo, di funzionalismo. Dio sa come condurre ciascuno verso la graduale apertura sempre più profonda del cuore. Costringersi ad un desiderio più profondo o più astrattamente ben centrato non ha senso: la prima cosa è la volontà sapientissima e amorevolissima di Dio nel nostro graduale, personalissimo, cammino. Ma certo l’attenzione ad una sempre più profonda centratura del nostro cuore, del nostro desiderio profondo e delle vie per viverlo, può aiutare per esempio a non dormire in vecchi ripiegamenti, schemi, paletti, a non cincischiare in desideri visti ingannevolmente. Anche ad ascoltare ogni desiderio, compresi quelli “minori” e a trovare la giusta via per ciascuno, invece di reprimerli meccanicamente o di dar loro sfogo in modo comunque fasullo. Che dono desiderare la vita che fa stare davvero bene, come il pane, chiedere questa luce! È il dono dei doni perché su quella via i nodi si sciolgono, le strade si aprono. Là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. Io sono il pane della vita.
(Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona (Mt 6, 19-24). Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me (Gv 12, 31-32).)



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