8 Dicembre – “Il prossimo 8 dicembre Papa Francesco compirà un atto di devozione privato, affidando alla Madonna la città di Roma, i suoi abitanti e i tanti malati in ogni parte del mondo”. Così in un comunicato, la Sala Stampa Vaticana, spiegando che “la scelta di non recarsi nel pomeriggio in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione dell’Immacolata è dovuta alla perdurante situazione di emergenza sanitaria e al fine di evitare ogni rischio di contagio provocato da assembramenti”.
Era l’8 settembre 1857, a dogma già decretato, che Pio IX inaugurava a Roma il monumento dell’Immacolata, in piazza Mignanelli, accanto a Piazza di Spagna. Quasi un secolo dopo, Pio XII iniziava a far depositare ai piedi del monumento un mazzo di fiori ogni 8 dicembre, mentre il suo successore, Giovanni XXIII, l’8 dicembre 1958 per la prima volta usciva dal Vaticano e portava a Maria delle rose bianche, fermandosi, poi, per una preghiera nella Basilica di Santa Maria Maggiore: una consuetudine che prosegue ancora oggi.
L’anno scorso, Papa Francesco all’Angelus dell’8 dicembre che precedeva l’ Atto di devozione pomeridiano, parlando dell’Immacolata Concezione di Maria ne ricordava ai fedeli tutta la bellezza: un capolavoro pur nella sua umiltà, capace di fare spazio a Dio senza autocompiacimento e pronta a mettersi al servizio del prossimo. Sia modello – aveva detto in quella come in altre occasioni – delle nostre comunità e della nostra vita :
“Ecco concepirai un Figlio e lo darai alla luce”. Nel Vangelo dell’Annunciazione c’è tutto ciò che Dio compirà come promesso, ma qualcosa – fa notare il Papa- “è già compiuto nella persona e nella vita della Vergine Maria” e risale al momento precedente la sua nascita :
Infatti, la sua immacolata concezione ci porta a quel preciso momento in cui la vita di Maria cominciò a palpitare nel grembo di sua madre: già lì era presente l’amore santificante di Dio, preservandola dal contagio del male che è comune eredità della famiglia umana.
Maria è dunque voluta da Dio come libera dal peccato sin dall’inizio e anche come “piena di grazia”. Ecco il secondo attributo della bellezza della Vergine che Francesco mette in luce spiegando cosa significa essere “ricolmi” dell’amore di Dio:
Dio l’ha pensata e voluta da sempre, nel suo imperscrutabile disegno, come una creatura piena di grazia, cioè ricolma del suo amore. Ma per essere colmati occorre fare spazio, svuotarsi, farsi da parte. Proprio come ha fatto Maria, che ha saputo mettersi in ascolto della Parola di Dio e fidarsi totalmente della sua volontà, accogliendola senza riserve nella propria vita. Tanto che in lei la Parola si è fatta carne.
Con il suo “si'” all’Angelo che le chiede la disponibilità a diventare Madre di Gesù, Maria rende possibile l’incarnazione e la sua adesione in quel momento è totale. “Non si perde in tanti ragionamenti – aggiunge il Papa – non frappone ostacoli”, ma “si affida e lascia spazio all’azione dello Spirito Santo”, facendo della sua vita un “capolavoro” pur nell’umiltà e nella piccolezza:
Mette subito a disposizione di Dio tutto il suo essere e la sua storia personale, perché siano la Parola e la volontà di Dio a plasmarli e portarli a compimento. Così, corrispondendo perfettamente al progetto di Dio su di lei, Maria diventa la “tutta bella”, la “tutta santa”, ma senza la minima ombra di autocompiacimento. E’ umile. Lei è un capolavoro, ma rimanendo umile, piccola, povera. In lei si rispecchia la bellezza di Dio che è tutta amore, grazia, dono di sé.
L’ultima osservazione con cui il Papa fa risplendere l’Immacolata, nella solennità odierna, è l’atteggiamento di servizio con cui Maria si consegna a Dio. Pronta a fare la Sua volontà, a lasciare che la sua vita sia plasmata dal Padre, svuotata di sé, quando Maria pronuncia il suo “si'”,”si professa la serva del Signore” e in questo, afferma il Papa, è la sua attenzione da subito alle “necessità altrui”, come testimonierà partendo, subito dopo l’Annunciazione, per andare a visitare la cugina Elisabetta:
La disponibilità verso Dio si riscontra nella disponibilità a farsi carico dei bisogni del prossimo. Tutto questo senza clamori e ostentazioni, senza cercare posti d’onore, senza pubblicità, perché la carità e le opere di misericordia non hanno bisogno di essere esibite come un trofeo. Le opere di misericordia si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle. Anche nelle nostre comunità, siamo chiamati a seguire l’esempio di Maria, praticando lo stile della discrezione e del nascondimento.
“La festa della nostra Madre” è l’invocazione conclusiva del Pontefice “ci aiuti a fare di tutta la nostra vita un ‘sì’ a Dio, un ‘sì’ fatto di adorazione a Lui e di gesti quotidiani di amore e di servizio”.