PUGILATO – LA CARINI FUORI DALLE MEDAGLIE OLIMPICHE

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PUGILATO – Grande affluenza di pubblico alla North Paris Arena di Villepinte in occasione della sesta giornata di gara del Torneo di Pugilato, con 28 incontri nelle categorie femminili dei 50, 54 e 66 Kg. e in quelle maschili dei 63.5 e 91 Kg.

Due gli atleti dell’Italia Boxing Team che ancora fanno sperare di accedere in zona podio: la 66 Kg. Angela Carini (G.S. Fiamme Oro) e il 92 Kg. Diego Lenzi (G.S. Esercito), che hanno salutato la 57 Kg. Irma Testa rientrata a casa questa mattina. Una partenza amara come quella degli altri azzurri che hanno dovuto rinunciare al sogno olimpico, anche a seguito di verdetti discutibili e al centro di una polemica sull’inadeguatezza dello staff arbitrale. Giordana Sorrentino (50 Kg.), Sirine Charaabi (54 Kg.), Alessia Mesiano (60 Kg.), Salvatore Cavallaro (80 Kg) e Abbes Aziz Mouhiidine (92 Kg.) purtroppo non sono riusciti nell’impresa e fanno il tifo per i due portacolori rimasti in gara a Parigi 2024.

Dopo una tre giorni di bufera mediatica, istituzionale e politica sulla vicenda legata al match che la 66 Kg. “Tiger” Angela Carini (G.S. Fiamme Oro) ha disputato oggi con Imane Khelif (ALG), testa di serie n. 5, il confronto si è svolto con grande attenzione e trepidazione da parte di tutto il pubblico, delle autorità presenti, prime fra tutte il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e il Presidente del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro Francesco Montini, e della stampa accorda numerosa. Alla prima ripresa, purtroppo, un forte colpo di Khelif, il secondo al volto dell’azzurra, ha decretato la fine del match. La Carini ha accusato un dolore fortissimo al naso e, alzando il braccio, è corsa all’angolo per chiedere al DT Renzini di fermare l’incontro.  Khelif ha vinto quindi per abbandono della Carini al primo round. Di Tiaret, olimpionica di Tokyo 2020, dove è stata battuta dall’irlandese Harrington, l’atleta che ha superato in questo Torneo Alessia Mesiano, l’algerina è Campionessa africana ed è stata squalificata prima della Finale dei Campionati Mondiali di nuova Delhi, a seguito di accertamenti che hanno rilevato un tasso di testosterone molto alto. Si è allenata anche in Italia presso il Centro Nazionale di Pugilato di Assisi.

Un brutto colpo per la nostra portacolori, Napoletana Classe ’98, di Napoli, dopo i risultati ottenuti a livello nazionale nel tiro a volo, ha deciso di seguire le orme del fratello, iniziando a praticare la boxe e dimostrando a papà Peppe, il suo eroe, di poter sfidare anche il ring.  Tra il 2014 e il 2015 ha conquistato l’oro agli Europei Juniores e ai Mondiali Youth, coronando un altro sogno: entrare nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Nel 2019 è entrata a far par­te della Squadra Azzurra Elite, superando un brutto infortunio e distinguendosi per la conquista di due allori pesanti a livello internazionale: un doppio argento (continentale e iridato), agli Europei di Alcobendas e ai Mondiali di Ulan Ude. Per tutti è Tiger, il soprannome scelto dall’amato papà, ex poliziotto per anni costretto alla sedia a ro­telle dopo un incidente in servizio, a cui ha dovuto dire addio subito dopo il suo rien­tro dai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, in cui ha tentato l’assalto al podio, nonostante il grande dolore. Si è qualificata a Parigi al Torneo Mondiale di Qualificazione Olimpi­ca di Busto Arsizio 2024, con gli occhi rivol­ti al cielo e la tenacia di sempre.

Dopo anni di esperienza sul ring e una vita di lotte e sacrifici non me la sono più sentita di combattere – ha dichiarato Angela Carini -, dopo il primo minuto, a seguito di un duro colpo, ho iniziato a sentire un dolore troppo forte al naso e con la maturità da pugile ho detto basta. Sono andata all’angolo, ho alzato la mano e ho detto al Maestro che non riuscivo più a continuare, non riuscivo più a respirare. Non è da me arrendermi, sono una combattente ed ho sempre onorato il ring ma questa volta non ci riuscivo. Se mi sono fermata, l’ho fatto per la mia famiglia, per la mia integrità fisica, ma soprattutto per mio padre, per questo mi sono inginocchiata, per salutarlo. Già a Tokyo 2020 ho boxato e lui era in fin di vita ma se lui ha voluto così, vuol dire che doveva andare così. Rispetto alla questione cha ha coinvolto la mia avversaria non sono qui per giudicare o prendere una decisione. Se l’incontro è stato irregolare? Non spetta di certo a me dirlo o giudicarlo. Io, nonostante le mille polemiche e la forte pressione, sono salita sul ring per combattere e correre il mio ultimo chilometro, quello promesso a mio padre. Avrei voluto tirare fuori il meglio di me ma penso che ci voglia a consapevolezza e la maturità anche per mettere fine ad un match. Nonostante tutto sono salita e mi dispiace molto per come è andata”.

Le dichiarazioni del DT Emanuele Renzini: “Sinceramente avrei preferito non salire sul ring, almeno sarebbe stata una protesta. Angela purtroppo ha sentito un forte dolore al naso, avendo avuto in questi giorni un’infiammazione legata al mal di denti per il quale ha preso gli antibiotici. Non se l’è sentita di andare avanti. Se avessimo saputo che sarebbe andata così non saremmo neanche saliti sul ring, soprattutto per non deludere le aspettative, per non creare questo movimento di gente che si è spostata per venire a vedere il match. Posso solo dire che mi dispiace. Avevo immaginato un’altra fine, addirittura questa notte ho sogna di vincere. Angela poteva anche battere la sua avversaria, che è molto forte fisicamente ma non è imbattibile. Sulle questioni emerse in questi giorni no comment, non spetta a noi esprimere giudizi”.

Dichiarazione del Presidente FPI Flavio D’Ambrosi: 

La volontà dell’atleta è principe, va sempre rispettata. Anche in questo caso l’atleta ha scelto liberamente e la sua volontà va rispettata. Più in generale, mi preme evidenziare che in futuro ovvero nei prossimi Giochi Olimpici sarà necessario che il movimento pugilistico internazionale ritrovi una Federazione, riconosciuta dal CIO, che si occupi di attuare e far rispettare le regole tecniche della competizione agonistica del pugilato. In questa maniera, ritroveremo quella giusta separazione di competenze tra il CIO, deputato allo sviluppo, coordinamento ed alla vigilanza del movimento olimpico e dei suoi valori, e la Federazione Internazionale, impegnata alla diretta organizzazione logistica delle gare ed all’attuazione, come dicevo prima, delle regole tecniche. Per questo spero che nei prossimi mesi il pugilato ritrovi il suo punto di riferimento internazionale e a Los Angeles 2028 ci sia nuovamente una Federazione che gestisca la competizione olimpica“.

Ultima speranza azzurra, su cui l’Italia, è il giovanissimo +92 Kg. “Italian Stallion2 Diego Lenzi che, venerdì 2 agosto (h 17.54), dovrà superare il tedesco Raman Nelvie Tiafak per il passaggio alle Semifinali.




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