L’uomo che uccise Don Chisciotte – Oggi vi parlo di ‘L’Uomo che Uccise Don Chisciotte’, un film di Terry Gilliam, con Adam Driver, Jonathan Pryce, Stellan Skarsgård, Olga Kurylenko, Joana Ribeiro, titolo originale The Man Who Killed Don Quixote. 132 minuti di avventura, di una storia di fantasia e avventura, ispirata al leggendario protagonista di un classico della letteratura: il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, pubblicato in due volumi nel 1605 e nel 1615. Il film è diretto da Terry Gilliam, celebre regista di La leggenda del re pescatore, L’esercito delle 12 scimmie, Brazil, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo e Paura e delirio a Las Vegas. Gilliam, che ha lavorato al progetto per quasi 30 anni, racconta del suo film: “Ci abbiamo lavorato così tanto che l’idea di finire davvero le riprese di questo film ‘clandestino’ è quasi surreale. Qualsiasi persona di buon senso ci avrebbe rinunciato anni fa, ma a volte, i sognatori incalliti alla fine ce la fanno. Per questo voglio ringraziare tutti i sostenitori visionari e malpagati che mi sono stati vicini per trasformare questo sogno in realtà’’. Nel cast ci sono Adam Driver (Star Wars: Il risveglio della Forza, Paterson, Silence), Jonathan Pryce, che aveva già lavorato con Gilliam (la saga di Pirati dei Caraibi, I fratelli Grimm e l’incantevole strega, Brazil, Il domani non muore mai) nel ruolo di Don Chisciotte, Stellan Skarsgård (Le onde del destino, Mamma Mia!, Will Hunting – Genio ribelle), Olga Kurylenko (Quantum of Solace, Oblivion, To the Wonder), Joana Ribeiro (Portugal Não Está à Venda, A Uma Hora Incerta), Óscar Jaenada (Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, Cantinflas), Jason Watkins (premio BAFTA per The Lost Honour of Christopher Jefferies, Trollied, W1A), Sergi López (Il labirinto del fauno, Piccoli affari sporchi, With a Friend Like Harry), Rossy de Palma (Julieta, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Three Many Weddings), Hovik Keuchkerian (Assassin’s Creed, The Night Manager) e Jordi Mollá (Criminal, Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, Blow). Gilliam ha scritto la sceneggiatura con Tony Grisoni, con cui aveva già lavorato su Paura e delirio a Las Vegas, Tideland – Il mondo capovolto e I fratelli Grimm e l’incantevole strega. La talentuosa troupe comprende il rinomato direttore della fotografia Nicola Pecorini (The Zero Theorem – Tutto è vanità, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, Paura e delirio a Las Vegas), lo scenografo Benjamín Fernández (Il gladiatore, The Others, Mare dentro), la costumista Lena Mossum (Sexy Beast – L’ultimo colpo della bestia, Le 13 rose, L’ultimo inquisitore) e, al reparto trucco e acconciature, Sylvie Imbert (Abracadabra, Blancanieves, Holy Camp). L’eclettico cast è stato riunito dalle casting director Irene Lamb (Star Wars – Una nuova speranza, Star Wars – L’Impero colpisce ancora, Brazil) e CamillaValentine Isola (Quantum of Solace, Love Actually – L’amore davvero). Le riprese si sono svolte in Spagna, Portogallo e nelle Canarie, a Fuerteventura. “Ho cominciato a lavorare su Don Chisciotte nel 1989 e, nonostante tutti gli ostacoli, ero emozionato all’idea che 400 anni dopo la morte di Cervantes il mio progetto fosse in produzione”, racconta Gilliam. “Don Chisciotte è un sognatore, idealista e romantico, che non vuole accettare i limiti della realtà e che continua a camminare nonostante gli ostacoli, proprio come abbiamo fatto noi. In Spagna e Portogallo ho trovato tutti i posti che avevo immaginato e ora finalmente porterò la storia del Cavaliere dalla triste figura al pubblico contemporaneo”. Il film è una coproduzione europea. Tornasol/Carisco (Spagna) è la produzione principale, affiancata da Kinology (Francia) e Entre Chien et Loup (con sede in Belgio, dove sono stati terminati gran parte degli effetti visivi e del missaggio). Un altro coproduttore è Ukbar Filmes (con sede in Portogallo, dove l’iconico convento di Tomar è stato usato come location).
La trame è presto raccontata: C’era una volta Toby, un giovane idealista studente di cinema. Il suo grande successo è stato una rivisitazione lirica della storia del Don Chisciotte, ambientata in un pittoresco villaggio spagnolo. Ma quei tempi sono ormai lontani; oggi è un regista pubblicitario insensibile, arrogante e sessuomane. Il denaro e il mondo glamour lo hanno corrotto, e ora si destreggia tra Jacqui, la moglie del suo capo, una tempesta di proporzioni bibliche e il suo ego, mentre tenta di ultimare un nuovo spot commerciale in Spagna. Quando un misterioso gitano lo avvicina con una vecchia copia del suo vecchio film Toby è molto toccato e decide di partire alla ricerca del piccolo villaggio dove aveva girato tanti anni prima. Tuttavia si rende conto con orrore che il suo piccolo film ha provocato terribili conseguenze nel vecchio villaggio addormentato: la giovane Angelica, che una volta era l’innocenza in persona, ora lavora come escort di lusso, e il vecchio che interpretava Don Chisciotte è diventato completamente pazzo ed è convinto di essere il “Cavaliere dalla triste figura”. Una serie di incidenti causa un incendio che minaccia di distruggere il villaggio. La polizia arriva da Toby, cui viene in salvo il vecchio sognatore che, scambiandolo per Sancho, suo fedele scudiero, lo trascina in giro per le campagne alla ricerca della sua donna ideale, Dulcinea. Durante la loro ricerca, Toby si ritrova faccia a faccia con i demoni, reali e immaginari, moderni e medievali. Donzelle da salvare, tornei di combattimento, giganti da uccidere e donne con la barba: realtà e fantasia si confondono in questo bizzarro viaggio dal finale fantasmagorico.
L’uomo che uccise Don Chisciotte ha alle spalle un percorso di sviluppo fra i più lunghi e tortuosi della storia del cinema. Il fatto che alla fine il film sia stato realizzato dopo quasi 30 anni, è un risultato straordinario, merito della perseveranza, della passione e del genio del regista Terry Gilliam. La realizzazione del film si è concretizzata solo al decimo tentativo di Gilliam di portarlo a termine. Nel 1989, subito dopo aver realizzato Le avventure del barone di Münchausen, Gilliam aveva presentato una proposta a uno dei suoi produttori, Jake Eberts e racconta: “Volevamo lavorare ancora insieme, così ho chiamato Jake e gli ho detto: ‘Ho due nomi per te… uno è Don Chisciotte, l’altro è Gilliam – e ho bisogno di 20 milioni di dollari”. E Jake ha risposto: “Sono pronto!”. Era stato tutto così semplice. Così ho cominciato a leggere il romanzo, ma qualche settimana dopo, finiti i due volumi, mi sono reso conto che non potevo fare il film!”. Dopo La leggenda del re pescatore (1991), L’esercito delle 12 scimmie (1996) e Paura e delirio a Las Vegas (1998) – tre film girati e ambientati negli Stati Uniti – Gilliam voleva fare un film in Europa. Il nuovo progetto era intitolato L’uomo che uccise Don Chisciotte. Il regista racconta: “Quando ho capito che non potevo girare Don Chisciotte nel modo in cui lo aveva scritto Cervantes, mi sono chiesto se potevo fare un film raccontando una storia che ne catturasse l’essenza senza fare strettamente riferimento al libro”. Ispirato dai sei mesi trascorsi nel tentativo di adattare Un americano alla corte di re Artù di Mark Twain, Gilliam ha dato vita al personaggio di un giovane e sfacciato regista di spot pubblicitari, un pubblicitario dei nostri tempi, che in qualche modo si ritrova nel XVII secolo e viene scambiato da Don Chisciotte per Sancho Panza. Gilliam ha lavorato alla sceneggiatura con Tony Grisoni, con cui aveva già lavorato su Paura e delirio a Las Vegas. Grisoni ricorda: “Il bello del lavoro con Terry è che è un gioco serio. Ricordo che recitavamo le scene in modo molto naturale: le passavamo in rassegna, interpretavamo i diversi personaggi e poi ci scambiavamo. In questo modo capivamo il senso della scena, il timing e come far funzionare le battute. Acquisivo il materiale, scrivevo, gli inviavo tutto e poi ci vedevamo di nuovo. Questo gli ha permesso di sentirsi libero e di farsi venire delle idee, di produrre qualcosa svincolandosi dal rigore della sceneggiatura”. L’uomo che uccise Don Chisciotte è andato in produzione nell’autunno del 2000, e le riprese si sono chiuse in sole sei giornate molto difficili. Nei primi giorni in Spagna a Las Bardenas, in Navarra, è arrivata un’alluvione improvvisa oltre al problema di rumorosi aerei da caccia. Nella quinta giornata Jean Rochefort, che interpretava Don Chisciotte, ha dovuto lasciare il set a causa di un dolore che gli impediva di andare a cavallo. Così le riprese si sono fermate al sesto giorno. Questa infernale avventura è stata ripresa passo passo nel documentario Lost in La Mancha (2002). Il film ha subito una battuta d’arresto per otto anni. Gilliam e Grisoni hanno ripreso la sceneggiatura nel 2009 e hanno fatto passi da gigante affinandola in modo significativo. La prima modifica è stata quella di dare a Toby una solida back story e di avergli fatto girare un film quando era studente. Un ulteriore sviluppo è stato abbandonare l’elemento del viaggio nel tempo: invece di far incontrare Toby con il vero Don Chisciotte del XVII secolo, le sue avventure si svolgono in compagnia di un vecchio attore del suo film studentesco, che si è convinto di essere il leggendario cavaliere. Dice Gilliam: “In questo modo il progetto verte sui film e sul cinema, su quello che i film provocano alle persone coinvolte nella loro realizzazione. Il nostro pubblicitario è stato trasformato in qualcuno che dieci anni prima, da studente, aveva realizzato un film in un piccolo villaggio in Spagna. Quando fa ritorno in quel villaggio, pensando che sarà meraviglioso come quando aveva lavorato lì, scopre che la maggior parte della gente di quel villaggio non gli piace. E che ha distrutto delle vite”. Gilliam ammette: “Un altro motivo per cui siamo rimasti nel mondo di oggi è che è più economico rispetto al XVII secolo. Non devi stare a preoccuparti tutto il tempo di eliminare i cavi delle linee telefoniche, puoi avere una strada moderna!”. I due sceneggiatori hanno fatto molte modifiche dal 2009 e Grisoni racconta: “Penso che, in media, abbiamo riscritto la sceneggiatura due volte all’anno, a volte forse anche più, a seconda della possibilità che il film entrasse di nuovo in produzione. Ogni volta che sembrava ci fosse una possibilità, ricevevo una chiamata di Terry… E oggi credo che abbiamo davvero una sceneggiatura fantastica”.
Olga Kurylenko interpreta Jacqui, la moglie del capo. È maliziosa, sensuale, e ha un debole per Toby. L’attrice dice: “Terry mi ha dato la sceneggiatura e mi è piaciuta moltissimo. Sono stata felice di far parte di questo film”. Gilliam è stato molto soddisfatto dell’interpretazione della Kurylenko e commenta: “Non mi ero mai accorto di quanto fosse spiritosa. Poi una sera, mentre stavamo facendo una ripresa notturna, mi ha fatto venire un attacco isterico! È davvero brillante, oltre a tutte le altre qualità che ho visto in lei”.