Calcio – Serie A – il punto sulla 23esima giornata

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Dopo l’anticipo che ha visto vincere la Roma sul campo del Sassuolo, ecco il resto della giornata imperniata sullo scontro a distanza fra Napoli e Juventus.
Il Napoli scende all’Olimpico ad affrontare una Lazio rimaneggiatissima, ben dieci titolari assenti, forte del primo posto in classifica e di una striscia vincente che non si aveva dai tempi di Maradona. Alcune novità in casa Napoli per via delle squalifiche di Allan e Hisay, sostituiti da David Lopez e da Maggio e l’innesto di Strinic a sinistra al posto di Ghoulam. Per la Lazio 4-3-3 con Klose punta centrale, Felipe Anderson all’ennesimo esame e il ritorno di Marchetti fra i pali.
La partita è fatta dal Napoli con la Lazio che però non disdegna di far male in ripartenza. Occasione clamorosa al 7 per Higuain innescato da un erroraccio di Basta, ma Marchetti è prontissimo ad intercettare il tiro del bomber argentino. La Lazio con il passare dei minuti reagisce bene al pressing forsennato degli azzurri e soprattutto con gli esterni Candreva e Lulic mette in difficoltà i partenopei. Ma il Pipita è sempre in agguato anche quando non è serata. Callejon lo pesca in area, il suo tiro viene respinto da Marchetti, ma la ribattuta finisce proprio sulla pancia del Pipita che insacca un gol non bello, ma fondamentale. 23 gol in campionato al 23 minuto: quando si dice la fortuna…
Il raddoppio è immediato. Decimo assist in stagione di Insigne che pesca sul filo del fuorigioco Callejon che si lancia verso la porta, lo spagnolo si avvede dell’uscita di Marchetti e lo supera con un delizioso sombrero. Linea difensiva della Lazio a dir poco rivedibile. Per la legge di Murphy, quando le cose vanno male possono anche andare peggio. Ed infatti Candreva, come sempre il migliore in campo, si infortuna su un contrasto con Maggio. Al suo posto Keita. La Lazio non reagisce i ritmi si abbassano e il Napoli passa ad un controllo ragionato della partita facendo un tranquillo possesso palla.
La Lazio si sveglia verso il 60. Cross di Felipe Anderson per Konko che da buona posizione di testa manda fuori poco. Al 65 Klose si divora l’occasione per riaprire la contesa, quando a tu per tu con Reina tira alle stelle. Al minuto 71 succede di tutto. Prima la Lazio chiede un rigore per una strattonata su Lulic in piena area, l’arbitro non fischia nulla, ma fischia la sospensione della gara per i cori razzisti nei confronti di Koulibaly. Dopo l’annuncio dello speaker dell’olimpico che in caso di reiterazione degli stessi cori la partita sarebbe stata sospesa, finalmente si riprende. Esce Higuain, oggi un po’ così e così, ed entra Gabbiadini.
Da qui al fischio finale non accadrà più nulla. Il Napoli vince la settima partita consecutiva, anche se non con la migliore prestazione, e rimane in testa al campionato. Higuain segna anche quando gioca maluccio, ed il Napoli vince anche quando non è al meglio. E’ un ottimo presagio! Alla Lazio l’onore della armi. Senza dieci titolari affrontare questo Napoli è un’impresa impossibile per tutti. Per giunta nel momento migliore della squadra biancoceleste prendere un uno-due così è stato devastante, l’infortunio di Candreva ha fatto il resto. Purtroppo i problemi difensivi restano legati soprattutto per la qualità degli interpreti più che per la fase difensiva in se stessa. Con De Vrij forse sarebbe stato un altro campionato.
Allo Stadium la Juventus cerca la tredicesima vittoria consecutiva, la sedicesima contando la Coppa Italia, di fronte un Genoa in netta ripresa grazie ad un Gasperini che sta trovando finalmente la quadratura della squadre nonostante che ad ogni sessione di mercato, i pezzi migliori gli vengano venduti. La Juve si schiera col classico 3-5-2 ma gli interpreti son diversi visti i numerosi infortuni. In difesa fermo Chiellini gioca Caceres. A centrocampo gli infortuni maggiori, gioca Padoin con Marchisio e Pogbà, in pratica l’unico centrocampista arruolabile oltre i due titiolari, sugli esterni Evrà e Cuadrado di punta Morata e Dybala.
Il Genoa si schiera con un 3-4-3 molto aggressivo e dinamico tutto grinta e cuore che sorprende una Juve molto disunita e che sbaglia tantissimo in fase di impostazione. Al 13 Dybala impegna Perin con un tiro debole e centrale. La Juve non riesce a tirar fuori il Genoa dalla sua tana, Gasperini ha studiato ottimamente la partita è ha imbrigliato completamente le fonti del gioco juventino. Ci vuole una giocata di un singolo. Che si palesa nel momento in cui Cuadrado brucia il suo diretto marcatore sulla destra, appena dentro area lascia partire un cross teso che De Maio nel disperato tentativo di anticipare Morata, devia nella propria porta. Il più classico degli autogol porta in vantaggio i bianconeri, fin lì in evidente difficoltà.
Il secondo tempo inizia con un pericoloso tiro di Cerci deviato a fatica da Buffon. Questo sarà il primo e unico tiro in porta dei rossoblù nella partita. Entra Zaza per uno spento Morata, ed ha subito un occasione incredibile ma davanti a Perin gli tira tra le braccia. Grave infortunio per Caceres al 63°, si sospetta una lesione al tendine di achille, entra il giovane Rugani. Nei minuti finali del primo tempo si era infortunato anche Evrà, ma per lui non sembra nulla di grave. Questo degli infortuni sta diventando un problema serio per la Juve, in questo momento i giocatori fermi ai box incominciano ad esser veramente tanti.
La partita è molto brutta, spezzettata. La Juve questa sera non riesce ad esser fluida nella manovra; gli errori nei passaggi, anche i più banali, sono troppi. Ma il Genoa non si rende mai pericoloso anche se prova in tutti i modi a sfondare, ma il muro juventino non corre pericoli. Così la tredicesima vittoria consecutiva arriva, battendo il record di dodici di Conte, ma cosa più importante vengono mantenute le distanze dal Napoli. Delle tredici vittorie questa è sicuramente la meno bella, ma è indispensabile, visto che la capolista non perde un colpo. Merito al Genoa di aver fatto giocare male la Juve come non si ricordava da tempo, ma per vincere le partita bisogna creare qualche occasione.
La lotta per il terzo posto e per i preliminari di Champions ieri aveva visto la Roma rialzare la testa, ma oggi le dirette concorrenti han tutte risposto presente. La Fiorentina ha regolato il Carpi di misura solo nel finale. Il 2-1 non rende giustizia ai carpigiani che hanno sofferto solo nei primi minuti, gol di Borja Valero, ma poi sono andati più volte vicini al pareggio che han trovato al 73 con Lasagna. Quando la partita sembrava indirizzata verso il più giusto dei pareggi, un guizzo nel recupero del neo acquisto Zarate ha dato i tre punti alla viola. Gol splendido quello dell’argentino che con un tiro a giro dal limite dell’aria, ha compiuto un vero e proprio prodigio. La Fiorentina continua però a non essere brillante e la sua manovra pare sempre più involuta.
Chi invece gode di ottima salute è il Milan che a Palermo regola i rosa nero con il più classico dei 2-0. Bacca e Niang su rigore sono gli artefici delle reti. Bacca pare essersi definitivamente sbloccato e il colombiano sarà un valore aggiunto fino alla fine del campionato. Quello che soddisfa di più pero Mister Mihailovic è la tenuta difensiva. Dopo i tanti gol subiti ora la difesa sembra essere solida e sembra non concedere più tutte le occasioni che concedeva agli avversari. In più la padronanza con cui è stato dominato il primo tempo fa vedere che tutta la squadra è salita di livello. Anche il secondo tempo controllato con molta tranquillità è un segnale di maturità e di crescita.
Chi doveva rispondere subito alle critiche del derby era l’Inter. La vittoria contro il Chievo è buona solo per i tre punti e per il ritorno al gol di Icardi, dopo il rigore sbagliato contro il Milan. Mancini torna al 4-3-3 e cambia l’ennesima formazione. La manovra nerazzurra non scorre benissimo, ma la differenza di valori in campo e elevata. L’Inter crea alcune occasione, ma sbatte sempre sull’esordiente Seculin, che non trema alla sua prima in serie A. Ci vuole un guizzo di Icardi ad inizio ripresa, su un’azione confusa in area a siglare il gol della vittoria. Poco dopo l’argentino centrerà una traversa su bel colpo di testa, a dimostrazione che le scorie del derby sono alle spalle. Da qui in avanti c’è gloria solo per Seculin che negherà il raddoppio agli interisti in almeno tre occasioni. Buoni i tre punti per la lotta al terzo posto, ma soprattutto per ritrovare morale e fiducia.
Nelle altre partite da segnalare la prima vittoria in stagione del Verona che regola 2-1 l’Atalanta, ma la zona salvezza è ancora lontana. Proprio per la zona retrocessione, il mai domo Frosinone regola in casa 1-0 il lanciatissimo Bologna. Un rigore di Dionisi regala i tre punti e rinnova le speranze di salvezza dei ragazzi di Stellone. Finisce 1-1 tra Empoli ed Udinese con pareggio empolese al primo di recupero grazie a Pucciarelli che replica al gol di Zapata. Da segnalare il rigore sbagliato da Saponara. Chiude il tabellone dei risultati il bel 2-2 tra Sampdoria e Torino, che dopo un primo tempo non brillante, hanno dato vita ad un secondo tempo scoppiettante. Muriel porta in vantaggio i padroni di casa su splendido colpo di testa in volo d’angelo. Dopo cinque minuti Belotti risolve una mischia in area doriana per il primo pareggio. All’84° il gol che sembra dare la vittoria alla Doria. Splendida conclusione a fil di palo di Soriano che porta di nuovo in vantaggio i blucerchiati. Ma al 94 ancora un assist di Immobile e ancora un colpo di testa di Belotti fissano il risultato sul 2-2. Risultato giusto per quello che si è visto in campo.
Ora ci attende una 24° giornata che sembra solo l’anticamera dello scontro diretto di sabato 13. Infatti Napoli e Juventus se la dovranno vedere con Carpi e Frosinone che, con tutto il rispetto, non sembrano avversarie in grado di impensierirle.




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