Tratturo – La Compagnia dei Cammini ed Ecotour rilanciano in questi giorni la Via del Tratturo, l’antico cammino di centodieci chilometri sulle orme della transumanza dei pastori abruzzesi che, ogni anno, partivano dall’Appennino per portare le greggi a svernare nel clima più mite del Tavoliere delle Puglie.
Le vie d’erba sono cammini perfetti, ma non sono segnati o hanno una segnaletica molto vecchia e poco percorribile. Per questo è nata la Via del tratturo, un cammino riportato alla luce grazie al lavoro congiunto della Compagnia dei Cammini e Ecotour sulle tracce dei due tratturi regi che conducevano i pastori abruzzesi in Puglia.
Il cammino – percorribile in sei giorni a piedi – attraversa l’Abruzzo e il Molise: partendo da Pescasseroli (Aq) si sviluppa nel Parco Nazionale di Abruzzo e Molise, su sentieri segnati con la sigla RT (Regio Tratturo) fa tappa ad Opi, la Val Fondillo, la Camosciara, Civitella Alfedena, Villetta Barrea, il lago di Barrea e Alfedena, entra in Molise e cambia tratturo, per 4 giorni si segue il tratturo Castel Di Sangro-Lucera fino a terminare a Campobasso.
La Via del tratturo è un viaggio nelle tradizioni, nella cultura e nella religiosità delle genti molisane che da sempre hanno legato la loro vita alla pastorizia transumante. Queste vie furono riorganizzate al 1447 quando Alfonso D’Aragona istituì a Foggia la dogana della “mena” (conduzione) delle pecore e creò una vera e propria “industria armentizia” basata sulla produzione della lana. Tutto il tavoliere fu riservato ai pastori transumanti, dando agli antichi proprietari l’utilizzo dei campi solo nei mesi estivi con tanto di dazio da pagare. Per questo Alfonso D’Aragona nel 1447 rivitalizzò le strade su cui si muovevano le pecore e creò una grande rete tratturale, “i regi tratturi” con una larghezza ben definita “sessanta passi napoletani”, corrispondenti a 111 metri.
La pratica della transumanza, il ciclico spostarsi dei pastori con le pecore, iniziava in autunno, ritualmente il 29 settembre, giorno dedicato a San Michele, protettore dei pastori, mentre il ritorno in Abruzzo coincideva con l’inizio dell’estate. I rigidi inverni delle montagne abruzzesi e le torride estati della pianura, obbligavano i pastori alla transumanza a spostarsi stagionalmente affinché le pecore potessero trovare in ogni momento dell’anno il luogo più adatto per alimentarsi e produrre lana, latte e carni di qualità. I pastori percorrevano i tratturi per circa quindici giorni prima di arrivare a destinazione e conducevano una vita di sacrifici, separati dalla propria famiglia durante i lunghi inverni.
“Nel XX secolo, la pastorizia transumante ha visto il suo declino, gli ultimi pastori transumanti hanno percorso i tratturi a piedi fino agli anni sessanta del ‘900, poi gli spostamenti sono stati sostituiti dapprima dal treno e poi dai camion”, spiega Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia dei Cammini. “I tratturi sono quindi abbandonati da alcuni decenni, anche se ci sono stati vari tentativi di rilanciarli. Il nostro piccolo intervento dal basso, di rilancio di questi primi 110 chilometri, vuole essere un contributo della Compagnia dei Cammini alla salvaguardia di una storia antica. Inizialmente i camminatori potranno assaggiare una settimana ricalcando i passi di uomini e animali che, per secoli li hanno percorsi per sfuggire alla miseria e alla fame”.
Il cammino proposto ha anche un’importante valenza di attenzione e richiamo verso territori che, ancora non hanno quel ritorno turistico che meriterebbero: la rete tratturale recuperata è un grande patrimonio paesaggistico e culturale che recentemente, nel dicembre 2019, ha ricevuto la designazione da parte dell’UNESCO, come patrimonio immateriale dell’umanità, buon auspicio perché si possa avviare un percorso di rivalutazione sia a livello istituzionale che operativo.
“Vorremmo introdurvi alla scoperta di questo cammino con le parole di un’iscrizione pastorale posta all’inizio del tratturo Pescasseroli – Candela “Molti uomini hanno fatto il cammino che noi facciamo: la nostra orma si perde, ma la strada rimane” che può darci una misura particolarmente significativa del valore della civiltà della transumanza, patrimonio identitario delle attuali comunità che si incontrano durante il nostro percorso”, aggiunge Cesidio Pandolfi di Ecotour. “Un valore che abbiamo deciso di raccogliere e che ci impegneremo a coltivare costruendo una rete di realtà che aiutino a mantenere in vita il cammino. Se il progetto si evolverà positivamente, penseremo a proseguire il cammino fino alle Puglie, come da tradizione”.
Il Cammino è percorribile tutto l’anno in autonomia, scaricando dal sito gratuitamente le tracce gps o unendosi ai gruppi della Compagnia dei Cammini.
Lungo il percorso le quote non sono mai troppo alte, massimo 1.200 metri, per cui anche in inverno si può camminare. Alla partenza da Pescasseroli si può ritirare il Salvacondotto presso Ecotur per essere riconosciuti lungo il Cammino. Lungo il cammino poi le strutture rilasceranno i timbri del proprio passaggio e a Campobasso si potrà ritirare il meritato attestato che testimonierà di aver compiuto interamente il cammino. Il Cammino è percorribile anche in MTB con una certa preparazione fisica e tecnica.
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