TURISMO – I 100 ANNI DELL’ENIT

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ENIT -Con la presentazione di “Promuovere la bellezza” – volume che ripercorre la storia dell’Enit, curato da Manuel Barrese – l’Agenzia Nazionale per il Turismo ha aperto alla Bit di Milano i festeggiamenti per il suo centenario

 

In occasione del centenario Enit lancia anche il primo Archivio storico del Turismo Italiano, con 100mila ritrovamenti che raccontano l’Italia turistica dell’ultimo secolo, e la prima Open Library in collaborazione con le Regioni Italiane che raccoglie materiale fotografico accessibile a tutti.

 

Il sottosegretario Bonaccorsi ha sottolineato come il turismo sia “una delle industrie principali del nostro Paese, vale oltre il 13 per cento del Pil. Il nostro ente di promozione, l’Enit, è la finestra dell’Italia che va in tutto il mondo. Ed è con questa consapevolezza che il sottotitolo del volume che presentiamo oggi, “100 anni di politiche culturali”, spiega bene il progetto dell’Enit per affrontare anche i prossimi 100 anni”.

 

L’Italia turistica, ha aggiunto il presidente Enit Giorgio Palmucci, “si è confermata in un secolo una delle principali destinazioni non solo per i mercati di prossimità, ma soprattutto per i turisti che arrivano più da lontano. Si potrebbe tracciare una diagonale immaginaria dal 1919 al 2019, una retta che punta in alto perché il mercato del turismo si evolve inarrestabile. Dal 1897 (anno della prima elaborazione dati sul flusso di turisti in Italia a cura di Luigi Bodio) ad oggi, Enit è stato l’occhio vigile sui movimenti turistici internazionali in Italia, e il braccio operativo per lo sviluppo del fenomeno turistico: dalle elite alle masse, con il diffondersi delle agenzie e dei mezzi di trasporto”.

“In questo secolo, infatti, – ha ricordato – ci sono state molte “rivoluzioni” che hanno cambiato il nome della vacanza stessa: nato come “viaggio”, diventa “vacanza”, evolve in “soggiorno” e ora diviene vera e propria “esperienza”.

 

Lo stimolo all’industria turistica venuto da Enit portò alla creazione di grandi catene alberghiere: secondo l’Ufficio Studi Enit il capitale investito in Italia nell’alberghiero ammontava a 5 miliardi di lire e nel 1924 erano attivi già 9806 esercizi con 235 mila letti e ora le strutture ricettive sono circa 216mila con oltre 5 milioni di posti letto.

 

Ad Enit, ha aggiunto il direttore esecutivo Enit Giovanni Bastianelli, “venne affidata anche l’attività di studio e di rilevamento statistico del turismo e la cura della promozione turistica all’estero. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’Enit entrò nel mondo del cinema per produrre cortometraggi di propaganda turistica. Così Enit rimise in circolo la cultura: per l’ente lavorarono grafici e pittori di fama diversa e provenienti da ambienti diversi.

 

Le pellicole dell’Enit, presentate alle maggiori rassegne del settore e realizzate con la volontà di trascendere i documentari sull’Italia allora disponibili, furono affidate, tra gli altri, ad autori d’eccezione. Il turismo oggi muove l’economia ed è un’attività scientifica, settorializzata e segmentata, diventando un prodotto che coinvolge non solo fattori materiali, tangibili (trasporti, ristoranti, ecc.), ma che comprende e valorizza anche fattori immateriali, come le tradizioni, la cultura locale, il senso di appartenenza, le emozioni. Fattori che esaltando l’unicità delle località turistiche hanno un ruolo determinante sulle scelte dei viaggiatori”.

 

Per celebrare questa lunga attività, l’Agenzia è andata “a caccia” dei tasselli dell’Italia turistica: con oltre 100mila reperti di cui 20mila già digitalizzati, inizia quest’anno un’avventura nel tempo attraverso oltre un secolo di storia rivisitato dal viaggio.

 

Un viaggio ripercorso da “Promuovere la bellezza”, il libro-evento curato dal ricercatore Manuel Barrese, frutto di oltre un anno di ricerche storiografiche e di analisi di migliaia di diapositive, manifesti e vetrini che hanno ricostruito di uno spaccato dell’Italia dai tratti inediti ed eterogenei e riportato alla luce i manifesti storici di artisti contemporanei: Dudovich, Cambellotti, Boccasile, Retrosi, Mino Delle Stile.

 

Tutto il materiale confluirà in un archivio storico digitale che insieme all’Open Library con il materiale fotografico delle Regioni Italiane costituirà il più qualificato patrimonio sul turismo italiano.

 

Quando si scrive di Enit non si può fare a meno di narrare di turismo.

 

“Per il 2020 prevediamo per il turismo italiano una crescita del 3% e metteremo in campo 480 eventi nel mondo, per promuovere l’Italia all’estero”. Lo ha annunciato Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione a margine dell’evento “Enit meets Authentic Amalfi Coast” che ha raccolto in costiera amalfitana 19 rappresentanti di 19 sedi di Enit nel mondo.

 

“Gli operatori turistici internazionali – ha spiegato Rossi – ci dicono che la voglia di Italia aumenta. Sarà l’anno del turismo culturale: si andrà dal centenario Enit all’arte di Raffaello, a Fellini, poi ancora il Connecting Minds, il Creating The Future, il Giro d’Italia 2020, il World Routes Milano, il GTA Convention di Milano, ma avremo anche gli Stati Generali della Montagna puntati alle Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina e la Settimana della Cucina Italiana in coordinamento con il Maeci ed eventi di rilievo sul segmento del turismo del lusso oltre al Festival dei Borghi per valorizzarli”.

 

Una breve storia dell’Enit. L’ENIT è l’agenzia nazionale italiana per il turismo, che continua a essere denominata con l’acronimo dell’ente che la ha preceduta, ovverosia l’ente nazionale italiano per il turismo.

 

Vediamo più nel dettaglio cos’è, come è disciplinata, come recluta il proprio personale e quali funzioni assolve.

Si tratta di un ente pubblico economico che si compone di una sede centrale e di più sedi periferiche e che è sottoposto alla vigilanza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

 

Le funzioni assegnate all’ENIT sono quelle di promuovere il turismo in Italia.

 

A tal fine, l’Agenzia pone in essere una serie di attività tra le quali si segnalano:

 

la promozione all’estero dell’immagine turistica italiana e delle risorse turistiche delle Regioni, delle Province autonome di Trento e Bolzano e degli enti locali;

 

la realizzazione di strategie promozionali e di informazione, nonché di sostengo alle imprese per la commercializzazione dei prodotti turistici italiani;

 

l’individuazione, l’organizzazione, la promozione e la commercializzazione dei servizi turistici e culturali italiani;

 

la promozione del marchio Italia nel turismo;

 

il sostegno alla commercializzazione dei prodotti enogastronomici tipici e artigianali;

lo svolgimento delle attività che le sono attribuite dalla legge, dallo statuto e dai regolamenti e delle attività e dei servizi di consulenza e assistenza.

 

Ma quando naque il turismo in Italia?

 

E’ al Grand Tour che viene fatta risalire l’origine della storia del turismo moderno: l’usanza dei rampolli delle famiglie borghesi di effettuare viaggi di formazione in Europa tra XVII-XVIII sec è infatti identificata come la prima forma di turismo.

 

Un fenomeno che si struttura in Inghilterra: nel 1841 viene fondata la Thomas Cook & Son, la prima agenzia di viaggi al mondo, mentre nello stesso periodo si afferma il cosiddetto turismo dei bagni (con sede a Brighton) e turismo termale (con sede a Bath).

 

Agli inizi del secolo l’Italia scopre la sua fondamentale vocazione turistica non solo per quanto poteva offrire sul piano storico, artistico e culturale, ma anche per quanto possedeva in ricchezze naturali e ambientali.

 

E’ con l’inizio del Novecento che in Italia si comincia ad occuparsi di turismo: nel 1919 nasce ENIT, Ente Nazionale del Turismo, che l’anno successivo contribuirà a fondare CIT – Compagnia Italiana del Turismo, nata per promuovere l’Italia all’estero. E’ del 1947 anche l’apertura della prima sede di Alpi, agenzia di viaggi che prenderà poi il nome di Alpitour.

 

Con la fine della guerra e l’aumento della mobilità delle persone si assiste ad un forte sviluppo del turismo in tutto il mondo: l’Italia inizia ad essere considerata un’importante meta dagli stranieri, che prediligono località balneari e montane.

 

In questo periodo UNWTO, Organizzazione Mondiale del Turismo, inizia la pubblicazione annuale dei dati sul turismo nel mondo: tra 1950-1975 l’Europa è la prima destinazione per arrivi, passando da 16,8 mln a 151,5 mln, seguita da America (USA+Canada) con 47 mln, Pacifico-Asia Minore (6,5 mln), Africa (3,5 mln), Medio Oriente (3 mln).

 

Negli anni ’70 il turismo in Italia è identificato con la villeggiatura: i soggiorni sono concepiti come lusso e hanno una durata media di 20/30 giorni mentre i flussi risultano fortemente stagionali, e concentrati nel periodo estivo. Le destinazioni preferite sono mare (58,6%), città d’arte (16,4%) e montagna/collina (11,4%).

 

Secondo i dati UNWTO, nel 1970 l’Italia è il primo paese al mondo per turisti: tra 1960-1975 le presenze nel nostro paese passano da 132.336 mln a 291.780 mln, grazie soprattutto agli stranieri.

 

Se in questi anni Firenze conferma la tendenza generale, arrivando a registrare 4.700 mln di presenze grazie proprio agli stranieri, la Toscana ne registra ben 27.200 mln ma in gran parte grazie al mercato italiano.

 

Nella storia del turismo moderno gli anni ’80 segnano il passaggio dalla villeggiatura alla vacanza organizzata. Non diminuisce la durata complessiva della vacanza ma viene ripartita nel corso dell’anno, variando così la stagionalità dei flussi.

 

Secondo UNWTO, nel 1985 l’Europa è sempre la prima destinazione al mondo con 203, 2 mln arrivi, seguita da America (72,5 mln), Africa (10,2 mln), Pacifico-Asia Orientale (32,5 mln), Medio Oriente (7,2 mln).

 

In Italia si assiste ad un andamento altalenante degli arrivi degli stranieri ma si registra anche una notevole crescita del mercato interno: tra 1975-85 le presenze passano da 291.780 mln a 337.402.732 mln proprio grazie agli italiani. Una tendenza confermata anche in Toscana, dove tra 1980-90 si arrivano a toccare oltre 28 mln di presenze, mentre il calo di stranieri condiziona Firenze che in dieci anni passa da 4.700 mln a 4.200 mln.

 

E’ negli anni ’90 che il turismo diventa un bene irrinunciabile, affermandosi veramente come fenomeno di massa a livello globale. Cominciano a diversificarsi le motivazioni di viaggio, e si afferma il concetto di “turismi”.

 

Secondo i dati UNWTO, l’Europa continua ad essere la prima destinazione: nel 1995 gli arrivi toccano quota 310,8 mln ma iniziano a crescere sensibilmente anche le altre destinazioni. In questi anni l’Italia perde il podio delle mete più desiderate, finendo al 4^ posto (oggi occupa il 5^). Tra 1985-95 le presenze in Italia calano da 337.402.732 a 286.494.792. Sono gli anni della crescita del settore extralberghiero, con il boom del fenomeno degli agriturismi.

 

Continua invece il trend positivo per la Toscana che, tra 1990-2000, arriva a registrare 37.150 mln di presenze. Con il ritorno degli stranieri, torna a crescere anche Firenze che tocca i 6.870 mln di presenze. Nel capoluogo toscano inizia ad affermarsi il fenomeno del turismo sommerso.

 

A partire dagli anni 2000 il turismo ha continuato a diversificarsi mentre si è affermata la tendenza del viaggio auto-organizzato, grazie all’arrivo di Internet e al fenomeno delle case-vacanza. Il calo di capacità di spesa a livello mondiale ha modificato la tipologia di vacanza, con una diminuzione di tempi di permanenza e l’affermarsi delle offerte low cost, sia nei trasporti che nei soggiorni.

 

Il 13 dicembre 2012 UNWTO ha registrato la quota di 1 miliardo di turisti nel mondo: l’Europa è ancora la prima destinazione al mondo, con 671,3 mln arrivi, ma prosegue la crescita delle altre destinazioni, a cominciare da Pacifico-Asia Minore (323,7 mln), America (206,6 mln), Africa (62,1 mln) e Medio Oriente (58,3 mln) ed i dati sono in continuo aggiornamento e con il coronavirus stanno già subendo delle modifiche rilevanti..




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