ENIT –  Prevista una graduale ripresa estiva del turismo

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ENIT –  Prevista una graduale ripresa estiva grazie al mercato outgoing che rimarrà in Italia e agli arrivi da Paesi a corto raggio. Il sentiment su web e social resta positivo.

Saranno gli italiani esterofili a salvare il turismo nazionale: è questa una delle prospettive emerse dall’ultimo bollettino Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, il n° 2, reso pubblico lo scorso 22 maggio sui canali dell’agenzia stessa e attraverso la newsletter dedicata.

L’Italia sarebbe infatti detentrice di un potenziale notevole: la percentuale di viaggi all’estero sul totale complessivo dei viaggi degli italiani, pari al 40% – quota che scende al 28% per la Spagna e al 25% per la Francia, Paesi diretti competitor del Belpaese dal punto di vista turistico. Partendo dall’assunto che maggiore è il mercato outgoing e maggiore è il potenziale di sostituzione con i viaggi domestici – dato che, per le conseguenze del Coronavirus, almeno per la prima fase il turismo potrà contare quasi esclusivamente sugli spostamenti interni – l’Italia si troverebbe quindi in una situazione di vantaggio. La dimensione del mercato esterofilo italiano rispetto al mercato interno è un tesoretto su cui lavorare e da considerare nella valutazione delle tendenze, ma il cui valore dipenderà dalla disponibilità di soldi e tempo da dedicare alle vacanze e dalla mobilità che sarà permessa ai cittadini italiani nei prossimi mesi.

Continuano i monitoraggi degli arrivi aeroportuali, delle intenzioni di vacanza e delle prenotazioni verso l’Italia da parte dei turisti stranieri (nello specifico da Germania, UK, Francia e USA), delle prenotazioni da parte dei turisti italiani e delle vendite del prodotto “Italia” presso le OTA – Online Travel Agency e i tour operator esteri, così come le analisi dell’impatto economico del Coronavirus su arrivi, notti e spese turistiche e quelle quali-quantitative del sentiment e dei temi ricorrenti su web e social: l’obiettivo è sempre quello di fornire un quadro preciso e costantemente aggiornato per mettere a punto le migliori strategie utili alla ripresa.

Le prime timide aperture sperimentali e il prudente allentamento delle restrizioni interne di questi giorni, in realtà, riflettono l’incertezza derivante dai potenziali rischi a essi correlati e lo spettro di una nuova ondata di infezioni che richiederebbe un passo indietro. Per questo motivo, gli scenari e le previsioni sono rimasti tendenzialmente invariati rispetto a quelli presentati nelle uscite precedenti.

Alla nona settimana di osservazione, l’andamento degli arrivi aeroportuali registra una perdita complessiva del 70,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una tendenza negativa costante dal versante internazionale a causa del blocco dei viaggi. L’Italia patisce in particolare la mancanza di arrivi dai Paesi a lungo raggio, con una diminuzione netta delle provenienze da Cina (-82%) e Stati Uniti (-78,1%): si prevede anzi che i viaggi long-haul diminuiranno ancora e si riprenderanno più lentamente rispetto a quelli a corto raggio, sui quali l’Italia dovrebbe recuperare più rapidamente in seguito all’eliminazione delle restrizioni – in ragione della minore spesa necessaria e delle migliori disponibilità in termini di opzioni di trasporto – probabilmente già a partire dal mese di luglio.

Per quanto riguarda i pernottamenti internazionali, per il 2020 la stima è di un calo del 49%, pari a 31 milioni di visitatori; quelli domestici invece diminuiranno del 31%, per circa di 16 milioni di visitatori in meno rispetto al 2019. A contrastare queste tendenze negative sarà sicuramente d’aiuto la stabilità dei prezzi rilevati nel sistema ricettivo italiano, che quest’anno non presenta la naturale crescita in vista della stagione estiva e che addirittura, per il mese di giugno, registra un valore mediano di 97 euro per camera venduta online.

Nonostante il Covid e la situazione ancora incerta, l’Italia si conferma la meta turistica più desiderata e più ricercata tra le destinazioni internazionali: dall’inizio della pandemia si contano 711,4 mila mention relative al travel – di cui 42,8 mila sul web e 669,5 mila sui social – per un totale di 197,3 milioni di interazioni, equivalenti a un investimento di 421,3 milioni di euro. Roma e Venezia sono le località con la maggiore quota di citazioni positive, mentre non sono state rilevate citazioni con sentiment negativo.

Quanto ai settori trainanti timori e preoccupazioni coinvolgono il turismo marino.

Antonio Capacchione, presidente del sindacato balneari italiani: «Al di là di un doveroso ottimismo – spiega – non si può fare a meno di constatare che il Paese sia impoverito ed impaurito. Per questo come balneari abbiamo il dovere di lavorare per infondere sicurezza e fiducia nei turisti. Su questo siamo consapevoli di essere forti, di avere vantaggi in più rispetto agli altri Paesi; i nostri lidi sono riconosciuti a livello internazionale per la sicurezza della balneazione, ora si lavorerà sempre sulla sicurezza, ma di tipo sanitario e ci faremo trovare pronti perché per noi è una sfida professionale e vogliamo vincerla. Siamo sicuri che non appena i turisti vedranno come saranno stati allestiti gli stabilimenti avranno ancor più voglia di venire al mare».

Voglia che di certo non manca e nel ponte del 2 giugno qualcosa si è visto a livello di spostamenti e presenze in spiaggia. Il tutto nonostante i più continuino ad indicare la montagna come luogo ideale per trascorrere queste ferie post-covid: «Io sento parlare quasi tutti di mare, di voglia di andare al mare – spiega Capacchione – perché questo è l’ideale di vacanza estiva. Del resto non dobbiamo dimenticare che un terzo del turismo italiano arriva dalle nostre spiagge e che l’anno passato si sono registrate 140 milioni di presenze in riva al mare. E a proposito di salute non lo devo dire certo io che l’aria di mare sia un toccasana per il nostro organismo, soprattutto per le vie respiratorie così colpite dal virus».

La voglia c’è ed è tanta e la preparazione degli stabilimenti è già a buon punto. Resta però il problema dei soldi che mancano agli italiani e anche sul periodo da scegliere per viaggiare: «Siamo a giugno ed è troppo presto per far registrare numeri incoraggianti – spiega il presidente – mentre su cosa succederà in questi mesi è difficile dirlo. Molto dipenderà dall’inizio delle scuole. Se inizieranno a settembre come al solito allora la scelta del periodo resterà quella classica, a patto che i contagi resteranno confortanti. Se invece le scuole riprenderanno ad ottobre allora settembre, anche grazie al clima, diventerà un mese clou. Io credo che potrebbe essere più coerente iniziare ad ottobre anche in considerazione del fatto che a settembre potrebbero esserci le elezioni amministrative e molti istituti dovrebbero sospendere le lezioni».




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