Immuni – “L’app italiana per il tracciamento del contagio del coronavirus è stata scelta: si chiamerà Immuni”. Come riportato dal Sole24Ore, “è stata infatti firmata dal commissario Domenico Arcuri l’ordinanza con la quale si dispone di procedere “alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”. Il sistema dovrebbe essere testato prima in alcune regioni pilota per poi estendersi.
Sono stati quindi delineati i contorni del sistema di “contact tracing” italiano, che dovrebbe aiutare a gestire la fase 2 della ripresa. Mentre l’Europa ha dettato le regole per l’app: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. Criteri che vedono il plauso del garante privacy Antonello Soro.
Le caratteristiche dell’app IMMUNI
L’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”; la sperimentazione sarà in alcune regioni pilota, poi verrà estesa, ha spiegato Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza, che auspica “una massiccia adesione volontaria dei cittadini”.
La scelta è andata all’applicazione messa a punto dalla società milanese Bending Spoons in partnership con il Centro Diagnostico Santagostino di Luca Foresti e Jakala.
L’app ha partecipato alla selezione del ministero dell’Innovazione ed è stata la prescelta tra le oltre 300 proposte arrivate. Si basa sul bluetooth, principio cardine su cui si muove l’Europa. Proprio ieri la Commissione Ue ha dettato infatti le regole per il sistema di tracciamento: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. “I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune” con “soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali”, scrive l’Europa nel documento stilato oggi in collaborazione con i governi.
L’ordinanza del commissario Domenico Arcuri per Immuni
L’ordinanza attraverso la quale il commissario Domenico Arcuri ha dato il “via libera” alla stipula del contratto è la numero 10 del 16 aprile del commissario straordinario Arcuri ed è pubblicata sul sito del Governo. “La presente ordinanza – si legge – è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale”. L’ordinanza di Arcuri ha tenuto conto anche “che la società Bending Spoons Spa esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al commissario straordinario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 e alla Presidenza del consiglio del ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact recing già sviluppate. Nonché – si legge ancora nell’ordinanza – per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact racing digitale”.
I requisiti da rispettare
Oltre ai requisiti di volontarietà e interoperabilità tra Stati, già ribaditi, l’Ue si sofferma in particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento, cioè il bluetooth che deve “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19. “I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” perché questo “creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.
Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze”. In Europa esiste già un progetto che soddisfa questi criteri, su cui stanno convergendo Francia e Germania. Si chiama Pepp-Pt (Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing) è stato messa in piedi da un gruppo di 130 scienziati e 32 fra aziende e istituti di ricerca di 8 Paesi (tra cui la Fondazione ISI di Torino). Tra i partner del progetto c’è Vodafone e Bending Spoons”.