Anthropoid – Il 27 maggio del 1942 scatta a Praga l’Operazione Anthropoid, una missione militare che ha come obiettivo l’eliminazione di Reinhard Heydrich, generale delle SS e Reichsprotektor di Boemia e Moravia. L’operazione Anthropoid fu la missione militare che ebbe come finalità l’uccisione dell’SS-Obergruppenführer Reinhard Heydrich durante la seconda guerra mondiale. Il nome, che in greco significa «dall’aspetto umano», voleva in effetti rimarcare la disumanità del Reichsprotektor di Boemia e Moravia Heydrich.
Ma da dove nasce questa vicenda e come si arriva a quel 27 Maggio del 1942?
Il 30 settembre del 1938, Neville Chamberlain, Primo Ministro Inglese, ed Edouard Daladier, capo di Stato francese, si unirono a Mussolini per concedere ad Adolf Hitler buona parte della Cecoslovacchia, al fine di evitare lo scoppio di una nuova guerra. L’accordo, firmato a Monaco di Baviera, vide gli alleati utilizzare uno stato indipendente come merce di scambio con il Führer, senza nemmeno pensare di coinvolgere i rappresentanti cechi. In proposito, Winston Churchill, futuro Primo Ministro inglese, disse: Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra!” e come dargli torto!
Infatti la previsione di Churchill si rivelò estremamente precisa: meno di un anno dopo, con l’invasione della Polonia, la Germania nazista dava il via a quell’effetto domino che, di lì a poco, fece entrare tutto il mondo in guerra per la seconda volta.
In Cecoslovacchia, la resistenza iniziò subito a palesarsi con atti di opposizione ideologica e paramilitare ed Hitler, occupato a progettare l’invasione dell’Unione Sovietica,decise di risolvere il problema affidando l’incarico di Governatore del protettorato di Boemia e Moravia a Reinhard Heydrich. Ma chi era Heydrich? Un fedelissimo del Führer, tra i principali artefici della “Soluzione finale”che, con il suo operato, impose un regime di terrore e paura che gli valse i soprannomi di “Boia”, “Uomo dal cuore di ferro” e “Macellaio di Praga”.
Il Governo Ceco in esilio a Londra, con il duplice obiettivo di vendicare le vittime e partecipare attivamente alla lotta al nazismo, decise di avallare un’operazione segreta, con un chiaro obiettivo: uccidere Heydrich!.
L’operazione vide coinvolti paracadutisti cechi rifugiati in Inghilterra che vennero addestrati dalla R.A.F. (la Royal Air Force britannica) L’operazione avrebbe impegnato due gruppi: il gruppo Anthropoid, composto dai caporalmaggiori Jan Kubiš e Jozef Gabčik, con il compito di assassinare Heydrich, e il gruppo Silver A, con il compito di supportare Anthropoid con lo spionaggio e la collaborazione dei partigiani cechi.
L’operazione venne lanciata nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1941, quando i paracadutisti furono lanciati nei boschi vicino il villaggio di Nehvizdy, poco ad est di Praga e, poco dopo, si misero in contatto con la Resistenza locale.
Quando i comandanti partigiani di Praga vennero a sapere quale fosse l’obiettivo dell’operazione rabbrividirono e si opposero fermamente: toccare Heydrich significava toccare Hitler. Un affronto diretto al Führer poteva significare rappresaglie dalle conseguenze estremamente drammatiche per la popolazione. Tuttavia il Governo Ceco a Londra aveva deciso: Anthropoid doveva entrare in azione!
Gli uomini del gruppo Silver A indagarono e, in breve tempo, scoprirono il percorso che il Reichprotecktor compiva periodicamente per spostarsi dai suoi alloggi agli uffici che amministrava. Ci vollero cinque mesi di duro lavoro per riuscire a capire in quale momento fosse più giusto agire e, alla fine, i paracadutisti capirono che esisteva un’unica possibilità: un punto, in zona Libeň, in cui l’automobile trovandosi in un incrocio ad angolo retto, con vicino le rotaie del tram, era costretta a rallentare. Il piano era semplice: quando l’auto avesse raggiunto il punto prestabilito, Jozef Gabčik avrebbe utilizzato un mitra per eliminare Heydrich e il suo autista e, subito dopo, si sarebbe dileguato, sfruttando il panico generale.
Il 27 maggio 1942 era il giorno dell’attacco: un partigiano segnalò con uno specchietto in linguaggio Morse, che il bersaglio stava per arrivare. La macchina di Heydrich raggiunse il punto prestabilito, Gabčik estrasse la mitragliatrice, prese la mira, spinse il grilletto e … inceppata! La mitragliatrice non fece fuoco! Il generale delle SS allora estrasse la sua pistola e la puntò alla testa del giovane paracadutista ma, proprio quando stava per premere il grilletto, la sua macchina fu sbalzata indietro di qualche metro. Jan Kubiš, dopo aver visto cosa era accaduto al suo commilitone, aveva lanciato una granata sotto la macchina per salvarlo. Heydrich e il suo autista furono sbalzati fuori ma, contusi, si alzarono immediatamente ed aprirono il fuoco!
Mentre, nella confusione, un ignaro passante veniva giustiziato da Heydrich, Kubiš riuscì a fuggire rubando una bicicletta mentre Gabčik, dopo aver ferito alle gambe l’autista tedesco, riuscì a salire al volo sul tram in corsa, fingendosi un normale passeggero. L’attentato era fallito, o almeno così credevano i due paracadutisti: Heydrich infatti aveva riportato una grave ferita alla schiena e, nonostante un rapido trasporto in ospedale, morì di setticemia, tra atroci sofferenze, una settimana dopo, il 4 giugno.
La temuta rappresaglia non tardò ad arrivare: Hitler inviò il Generale delle SS Kurt Daluege con ordine di stanare i colpevoli, a qualunque costo. Fu promessa una ricompensa di 10 milioni di Corone a chiunque avesse aiutato la polizia del Reich, fu minacciato di uccidere e deportare le famiglie di tutti coloro che avessero protetto i partigiani e i soldati tedeschi iniziarono a prelevare dalle carceri rappresentanti della Resistenza fucilandoli senza processo. Nel villaggio di Ležáky, i nazisti fucilarono tutti gli abitanti sopra i 15 anni di età ma il climax della ferocia si vide a Lidice, un piccolo villaggio vicino Praga, dove i tedeschi, appena giunti, fucilarono 199 uomini e deportarono nel campo di concentramento di Ravensbruck tutte le donne e gran parte dei bambini (gli altri, strappati alle famiglie, furono adottati da famiglie tedesche benestanti, perché corrispondevano ai canoni ariani richiesti). I tedeschi poi diedero tutto alle fiamme e livellarono la cenere passandoci sopra più volte con i carri armati: il villaggio fu letteralmente cancellato dalle carte geografiche. Si stima che la rappresaglia costò la vita a circa 5 mila persone.
Nel frattempo, i paracadutisti di Anthropoid e Silver A erano stati nascosti in una cripta della Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio, grazie all’appoggio di alcuni capi della Chiesa Ortodossa alla Resistenza non comunista. Il clima di violenza in città e nelle periferie era insopportabile per la popolazione così come per coloro che erano i reali responsabili di quelle feroci ritorsioni: fu così che il 17 giugno Carel Čurda, uno dei paracadutisti, decise di “alleggerire la sua coscienza” e denunciò i suoi compagni alla Gestapo.
Grazie ad altre testimonianze, estorte con la tortura, la Gestapo riuscì a scovare il nascondiglio e, alle 2 del mattino del giorno successivo, circa 800 SS circondarono la chiesa e iniziarono le manovre per stanare i paracadutisti; nel frattempo, all’interno della Chiesa, i 7 uomini decisero di dividersi in due gruppi: il primo, con, Kubiš e due compagni, si sarebbe difeso ad oltranza nel patio della chiesa, mentre il secondo, composto da Gabčik e gli altri, sarebbe rimasto nascosto nella cripta così da mettersi in salvo.
Le SS entrarono dalla porta principale e, subito, un violento fuoco di sbarramento le “accolse”: i tre paracadutisti avevano raggiunto le posizioni più elevate e, spostandosi rapidamente tra una colonna e l’altra, potevano vedere perfettamente ogni ingresso, senza esporsi al fuoco nemico! I tedeschi iniziarono un vero e proprio assedio, aprendo il fuoco dalle strade circostanti e lanciando decine di bombe a mano verso i resistenti che, nonostante questo, riuscirono ad opporsi, mietendo decine di vittime, fino alle prime luci del mattino quando, rimasti senza munizioni, decisero di utilizzare l’ultimo colpo e delle pillole di cianuro per suicidarsi e non cadere vivi nelle mani del nemico. I tedeschi stavano per ritirarsi ma Carel Čurda disse loro che quelli erano solo alcuni dei responsabili e, senza alcun rimorso, li spinse a ritornare dentro la chiesa.
Le SS scoprirono la cripta e ricominciarono il loro assedio senza sosta! Gabčik e gli altri aprirono il fuoco e, sfruttando il buio della cripta, riuscirono a decimare i nazisti,combattendo con tutto quello che avevano. I tedeschi allora, non riuscendo a penetrare con la forza delle armi, decisero di allagare le segrete della chiesa e fecero arrivare alcune camionette dei vigili del fuoco di Praga. Con l’acqua sempre più alta i paracadutisti non si fermarono e continuarono a opporsi fino alle 12: In 7 contro 800 avevano retto per 8 ore e mezza in condizioni precarie ma, rimasti senza munizioni e ormai con l’acqua fino al busto, decisero di suicidarsi allo stesso modo dei loro commilitoni.
Anthropoid era stata, nonostante tutto questo, un successo: Churchill dichiarò nullo l’accordo di Monaco e fece della Cecoslovacchia un alleato a tutti gli effetti. Ma Praga pianse questi e molti altri eroi della Resistenza per altri 3 lunghissimi anni, fino al 1945 quando le truppe sovietiche costrinsero i tedeschi alla ritirata.
Carel Čurda, il traditore, fu ricompensato dai tedeschi con un grande premio in denaro e la nuova identità di Karl Jerhot: si sposò con una ragazza tedesca e lavorò al soldo della Gestapo fino alla fine della Guerra. Pensava di averla fatta franca ma, nell’aprile del 1947, alcuni ex partigiani lo riconobbero e lo consegnarono all’Armata Rossa che lo fece impiccare nella prigione di Pankrác.
I sette paracadutisti di Anthropoid sono ricordati da una stele posta fuori dalla Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio dove sono incisi i loro nomi: Jozef Gabčik, Jan Kubiš, Adolf Opálka, Josef Valčík, Jaroslav Švarc, Josef Bublík, Jan Hruby.
L’Operazione Anthropoid è stata quella che ha portato alla morte dell’ufficiale nazista più alto in grado di tutta la Seconda Guerra Mondiale.
Ma chi era Reinhard Heydrich? Considerato uno dei più potenti gerarchi della Germania nazista e da taluni persino come l’uomo più pericoloso del Terzo Reich, Heydrich ebbe sotto il suo controllo l’intero apparato delle SS e fu stretto collaboratore di Heinrich Himmler, che lo mise a capo del Reichssicherheitshauptamt (RHSA) (Ufficio Principale di Sicurezza del Reich). È noto soprattutto per il suo ruolo decisivo nella pianificazione e organizzazione dello sterminio degli ebrei e per aver diretto la conferenza di Wannsee, nel corso della quale furono analizzati i punti organizzativi della soluzione finale del problema ebraico.
Nella primavera del 1941 venne nominato da Adolf Hitler governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, dove mise in atto sanguinose repressioni per annientare la resistenza anti-tedesca sviluppatasi sotto il suo predecessore Konstantin von Neurath, ma morì circa un anno dopo a causa delle ferite riportate in un attentato organizzato dai partigiani cecoslovacchi con il supporto dell’intelligence inglese.
Sebbene Reinhard fosse una persona timida, era fisicamente molto prestante ed eccelleva nell’atletica, nel nuoto e nella scherma. Heydrich giovanissimo si arruolò volontario nei Freikorps. Nel 1922 entrò in marina, all’accademia navale di Kiel. Nel 1928 fu promosso sottotenente di vascello della Reichsmarine, ma l’anno successivo fu congedato perché, dopo aver avuto una relazione con la figlia di un suo superiore, la abbandonò per una donna più giovane. La figlia dell’ufficiale riferì l’accaduto al padre e Heydrich si ritrovò denunciato per “condotta deplorevole per un ufficiale e per un gentiluomo”.
L’accusa, a quei tempi già di per sé gravissima e tale da pregiudicarne la carriera, non fu però l’unica: infatti, al processo, Heydrich si presentò con una spavalderia tale da costargli anche l’accusa di insubordinazione. Fu obbligato dal tribunale a dare le dimissioni dalla marina e, ormai privato della possibilità di far carriera in qualsiasi corpo militare dello stato, nel 1931 si sposò con Lina von Osten.
Nel 1931 Himmler volle creare un’unità di controspionaggio interna alle Schutzstaffel (SS). Su consiglio di un amico, il barone Karl von Eberstein, prese contatti con Heydrich, che venne poi selezionato per il compito e che entrò così a far parte anche del partito nazista. In questo periodo Heydrich fu piuttosto insignificante nell’apparato nazista: guadagnava poco e lavorava in un piccolo ufficio.
Il suo compito, come quello della sua unità, era però molto delicato: costruire un archivio di notizie riservate su tutte le persone che potevano minacciare il Reich, ma anche su alti ufficiali e personalità politiche di spicco.
Nel 1932 la sua divisione venne ribattezzata Sicherheitsdienst (SD). Heydrich cominciò ad acquisire potere. Sfruttando le informazioni in suo possesso, si guadagnò l’amicizia di Himmler, nonostante le sue presunte origini ebraiche, le quali furono strumento di ricatto nei suoi confronti da parte delle alte sfere del partito nazista
Dopo la presa del potere da parte di Adolf Hitler nel 1933, Heydrich fu posto nel 1934 al comando della Gestapo e si occupò di quelle organizzazioni e di quelle persone che potevano nuocere alla causa nazista, raggiungendo il grado di Gruppenführer. Nel 1939 Himmler lo mise a capo del Reichssicherheitshauptamt (RSHA, che comprendeva SD, Gestapo e le Einsatzgruppen).
Egli stesso, in seguito, organizzò l’attacco alla centrale radio di Gleiwitz, denominato “Operazione Himmler”, che diede il via alla seconda guerra mondiale.[6] All’inizio del conflitto prestò servizio nella Luftwaffe, ottenendo anche delle decorazioni per la sua audacia. Nel 1941 venne abbattuto da razzi della contraerea sovietica e fu costretto a nuotare in un fiume per salvarsi.
A causa di ciò venne biasimato sia da Himmler sia da Hitler, che sapevano quanto potesse essere pericolosa, per il Reich, una sua eventuale cattura da vivo. Promosso Obergruppenführer, nel settembre 1941 divenne governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, sostituendo Konstantin von Neurath. Heydrich diventò il dittatore de facto della zona, ordinando repressioni e persecuzioni, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Il boia di Praga (Der Henker von Prag). Spesso guidava per le strade della Boemia e della Moravia una macchina scoperta per mostrare la fiducia nella sua politica di gestione e occupazione.
Il 20 gennaio 1942 Heydrich tenne a Wannsee la tristemente famosa conferenza nella quale venne pianificata la “Soluzione finale della questione ebraica” (Endlösung der Judenfrage in tedesco), cominciando a organizzare metodicamente le deportazioni dei civili di etnia ebraica. Esiste ancora una copia del protocollo della riunione segreta in cui alti ufficiali delle SS e dignitari d’alto rango del Partito nazionalsocialista (NSDAP) e dell’amministrazione del Terzo Reich discussero e organizzarono con precisione e metodicità industriale il genocidio del popolo ebraico.
Custodito per anni come documento storico negli archivi dell’Auswärtiges Amt (il ministero degli Esteri tedesco), il documento venne ritrovato per caso nel 1947 (la copia era quella di Martin Luther), dopo la disfatta dell’Asse, da alcuni ufficiali delle forze armate americane e consegnato in seguito ai giudici del processo di Norimberga, la grande istruttoria degli Alleati contro i criminali nazisti. Fu più volte fotocopiato e riprodotto in testi storici e scolastici, nell’ipotesi che l’originale non esistesse più.