Wuhan, e la pista del contagio ai giochi militari

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Wuhan, – Dei Giochi mondiali militari, istituiti nel 1995 e organizzati a scadenza quadriennale, non si è mai interessato nessuno – nemmeno la stampa sportiva. Tranne l’ultima edizione, la settima, che ha avuto luogo dal 18 al 27 ottobre proprio a Wuhan, la città cinese della provincia di Hubei conosciuta da tutto il mondo come la culla della pandemia di coronavirus. Due mesi dopo, infatti, il Sars-CoV-2 è esploso – in circostanze ancora controverse e tutte da chiarire – allungando i propri tentacoli virulenti su tutto il globo, con i risultati che sono sotto i nostri occhi.

Solo recentemente gli esperti hanno iniziato a pendere in considerazione gli aspetti legati a questa particolarissima situazione – migliaia e migliaia di atleti e relativo personale di assistenza, nessuna misura di prevenzione, ritorni in patria senza quarantena – soprattutto alla luce delle testimonianze, sempre più numerose, riferite dagli atleti partecipanti ai Giochi e che parlano di febbri alte e pesanti problemi respiratori al rientro dalla Cina, avvenuto nei primi giorni di novembre dell’anno scorso. Se questi racconti fossero confermati dall’evidenza scientifica, si potrebbe ipotizzare che il virus di Wuhan abbia fatto il proprio ingresso in Europa ben prima del gennaio 2020. Sono, per ora, ancora ipotesi: nel frattempo, però la Svezia ha confermato due casi di coronavirus tra i suoi atleti militari.

Inequivocabile la testimonianza dell’aviere Matteo Tagliariol, riportata dalla Gazzetta dello Sport giovedì. Oro nella spada individuale a Pechino 2008, è stato uno dei 170 azzurri presenti ai Giochi Militari dell’anno scorso. E racconta: «Quando siamo arrivati a Wuhan ci siamo quasi tutti ammalati. Ma il peggio è stato il ritorno a casa. Dopo una settimana mi è venuta la febbre altissima, sentivo che non respiravo». Ricorda qualcosa? «Il malanno non passava nemmeno con gli antibiotici, sono guarito dopo tre settimane e sono rimasto a lungo debilitato. Poi si sono ammalati mio figlio e la mia compagna. Quando si è cominciato a parlare del virus mi sono detto: l’ho preso anche io».

Dopo queste dichiarazioni è però calato il silenzio. E’ possibile che le dichiarazioni di Matteo Tagliariol, uno dei 170 azzurri presenti ai Giochi Militari, abbiano svelato una realtà che qualcuno voleva mantenere sotto traccia. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, anche alcuni atleti francesi hanno dichiarato di aver avuto febbre e problemi respiratori durante la permanenza a Wuhan per i Giochi militari.




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