VOLLEY SUPERVISION – A TU PER TU CON CARLOTTA CAMBI

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VOLLEY – Oggi per Romanews intervistiamo Carlotta Cambi, nuova palleggiatrice della Wash4green per la stagione 2023-2024, agli ordini di coach Michele Marchiaro.

Atleta di esperienza classe 1996, 176 centimetri di altezza, nativa di San Miniato, proverà a guidare la formazione piemontese ad alti traguardi.
La carriera di Carlotta inizia nel 2011 nel Volleyrò Casal de’ Pazzi, dapprima in serie C e poi dalla stagione 2012-2013 nel campionato di serie B1; resta legata al club romano per tre stagioni. Nella stagione 2014-2015 esordisce in serie A2 con la maglia della Bakery Piacenza per poi esordire in serie A1 nella stagione 2015-2016 con la casacca rosa di Casalmaggiore, con cui conquista la Supercoppa italiana e la Champions League. Nella stagione successiva viene ingaggiata da Novara con cui vince lo scudetto; per il campionato 2017-2018 indossa i colori della My Cicero Pesaro sempre in serie A1, indossando la casacca numero 2; per la stagione 2018-2019 torna in Lombardia e gioca per la Zanetti Bergamo mentre la stagione successiva diventa una gatta biancorossa (gatte vengono chiamate le giocatrici della Bosca San Bernardo Cuneo); dalla stagione 2020-2021 indossa la casacca numero 3 del Bisonte Firenze concludendo l’avvenuta in terra toscana a metà della stagione appena terminata quando torna a giocare per la Igor Gorgonzola Novara.
Per quanto riguarda la maglia azzurra della nazionale italiana, in under 18 vince la medaglia d’argento al campionato europeo nel 2013, mentre nel 2015 conquista la medaglia di bronzo con la nazionale under 20. Le prime convocazioni in nazionale maggiore le ottiene nel 2016 e nel 2018, vince la medaglia d’argento al mondiale giapponese battuta in finale dalla Serbia di Boskovic e compagne.
L’intervista di Marco Boldini
1) Hai appena iniziato questa nuova avventura con Pinerolo, innanzitutto come ti trovi e secondo te dove può arrivare la squadra a fine stagione?
1) Qua a Pinerolo mi trovo molto bene, in palestra si respira un bel clima positivo adatto per fare bene e migliorare. Abbiamo iniziato questo campionato nel migliore dei modi, secondo il mio punto di vista, vincendo e facendo punti con le nostre dirette concorrenti e giocandocela con le squadre più forti, sarà importante continuare così fino alla fine del girone di andata. Se riusciremo a farlo potremmo prenderci una posizione per la Coppa Italia che sarà già un primo grande obbiettivo.
2) Hai già avuto modo di conoscere i Pinerolo Boys? Che impatto hai avuto con loro?
2) I Pinerolo Boys sono dei tifosi con la T maiuscola, il palazzetto è sempre accogliente e caldo, non a caso alle avversarie non piace venire a giocare a Pinerolo, perché i ragazzi rendono il palazzetto una vera bolgia. Al contrario a me piace tantissimo giocare in casa, questo tifo mi gasa molto e secondo me aiuta le nostre prestazioni, ci spinge sempre a fare qualcosa in più.
3) Come è nata la tua passione per la pallavolo? Da piccola come hai iniziato a giocare?
3) Ho iniziato a giocare grazie alla mia famiglia, quando sono nata i miei hanno continuato a giocare a pallavolo e anche mio fratello, di 7 anni più grande, giocava già e io li aspettavo dalla nonna. Un giorno mi sono decisa a prendere mia mamma da parte (avevo solo 4 anni) e dirle: ” mamma anche io voglio tornare la sera a casa con il borsone”. Mia mamma mi ha portata subito in palestra pensando che a quell’età non sarei durata molto e invece 23 anni dopo sono ancora in palestra tutto il giorno. Penso che sia la mia molla: divertirmi molto come il primo giorno.
4) Raccontami l’esordio in serie A2 con la maglia di Piacenza.
4) Per me avere quella chiamata appena uscita dall’U18 è stata un’enorme gioia, non vedevo l’ora di capire se potevo stare a quei livelli. Non nego che è stato un anno per me molto impegnativo, dovevo recuperare gli allenamenti che le mie compagne facevano la mattina il pomeriggio perché ero al mio ultimo anno da liceale, quindi la mattina ero a scuola, il pomeriggio 4 ore in palestra e studiavo la notte. Se pallavolisticamente la serie A2 mi riempiva di gioia quel ritmo di vita è stato estenuante, ma comunque formativo.
5) La stagione 2015-2016 è stata quella del tuo esordito in serie A1 con Casalmaggiore, stagione in cui avete vinto la Champions League e la super coppa italiana. Che stagione è stata per te a livello emozionale?
5) Ancora di più dell’anno a Piacenza era per me un passo in avanti per capire se il lavoro svolto gli anni precedenti era abbastanza per stare nella massima serie. Giocare con giocatrici di quel calibro ti insegna veramente tanto e io non sarei la giocatrice che sono ora senza quegli anni di gavetta.
6) Dopo la stagione trionfale con la maglia di Casalmaggiore sei andata a Novara la stagione successiva ed hai vinto lo scudetto, che significato ha essere campionessa d’Italia?
6) Più che il titolo di campionessa d’italia quello che mi porto dietro da Novara è stato il fatto di essermi presa il campo. Quella stagione ho giocato effettivamente quasi la metà delle partite da titolare in regular season ed è stata per me una prova che effettivamente potevo inserirmi a tutti gli effetti nella massima serie. Vincere lo scudetto è stata la ciliegina sulla torta.
7) Come gestisci la tua alimentazione durante la stagione agonistica?
7) La mia alimentazione è cambiata molto insieme alla mia età, quando sei più giovane, sia per il ritmo di vita con la scuola, sia per l’incoscienza tipica di chi è più giovane mangiavo quello che mi sentivo senza farci troppo caso. Non sono mai stata una persona grassa e mi andava bene così, con il tempo ho capito che il cibo può aiutare notevolmente le prestazioni e quindi sono seguita da un nutrizionista, è un mondo così vasto che io consiglio vivamente di approcciare insieme ad una persona competente senza fare da soli.
8) Che rapporto hai con i tuoi familiari? Come gestisci il fatto di vederli poco a causa del tuo lavoro?
8) Il mio primo trasferimento a 15 anni l’ho vissuto malissimo, mi trovavo bene a Roma, amavo giocare a pallavolo ad un livello così alto, ma mi mancava la mia famiglia. Siamo abituati a vivere a due passi l’uno dall’altro tra i miei genitori, le mie nonne e i miei zii e cugini, perciò non viverli più tutti i giorni per me è stata dura. Piano piano ci si abitua ma non nego che appena posso torno a casa. I miei anni a Firenze mi hanno fatto vivere di più la mia famiglia e per me è stato magico. Se mi dovessero chiedere, all’interno del mio percorso dentro la pallavolo, quale sia stata la cosa più difficile da affrontare penso proprio che direi: non riuscire a vivermi la mia famiglia come avrei voluto.
9) Hai giocato con la nazionale e vinto parecchio sia a livello giovanile che senior, che significa indossare la maglia azzurra e rappresentare l’Italia?
9) Indossare la maglia azzurra è magico, vincere indossando la maglia azzurra è pazzesco. Sono state le mie vittorie preferite, perché coronare la fatica fatta in estate con una medaglia che diventa di tutti gli italiani è una soddisfazione immensa.
10) A proposito di nazionale ci ricordiamo tutti la finale mondiale in Giappone nel 2018 persa con la Serbia. So di toccare un tasto dolente, ma se te la senti racconta la partita dal tuo punto di vista?
10) Quella partita è stata una finale bellissima da giocare, il finale non è stato altrettanto bello ma quando torni in Italia e capisci quello che hai fatto dall’altra parte del mondo tutto prende un sapore diverso. Sia chiaro, finita la partita il mio unico pensiero era quello di aver perso l’oro, ma quando l’adrenalina scende e capisci che la maggior parte delle persone non avrebbe nemmeno mai pensato che potessimo arrivare in final6 allora apprezzi di più quel metallo diverso dall’oro. Io l’ho apprezzato in maniera indelebile quando dopo due giorni di viaggio dal Giappone ho trovato il mio paese in festa ad aspettarmi. Gli altri anno visto la magia di quella medaglia, perché non avrei dovuto vederla io?
11) In questa stagione hai scelto la maglia numero 3, c’è una motivazione particolare?
11) E’ stato il mio primo numero indossato in nazionale, i numeri dispari erano i più piccoli di taglia e il 3 era l’unico che mi trasmetteva qualcosa in più, ho cercato di prenderlo nei club ogni volta che potevo.
12) Colgo l’occasione per chiederti come sta Sofia D’Odorico, visto che nella prima giornata di campionato è uscita in barella?
12) Sofia si è operata qualche giorno fa ed ha appena iniziato il suo percorso di recupero, ha subito un brutto infortunio ma si riprenderà alla grande, è una che non si arrende facilmente.
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