Velasco Volley – : «La Federazione Italiana Pallavolo è lieta di annunciare che è stato raggiunto un accordo per la nomina di Julio Velasco quale nuovo direttore tecnico dell’attività giovanile del settore maschile. Julio Velasco, che da allenatore della Nazionale Maschile ha collezionato 323 presenze alle quali si aggiungono le 35 sulla panchina della Nazionale Femminile, ha contribuito a scrivere le pagine più gloriose della pallavolo italiana rendendola al contempo un modello sportivo universalmente riconosciuto. Il dirigente argentino, voluto fortemente dal presidente federale che in questa scelta è stato sostenuto dal Consiglio Federale, ha firmato un contratto che lo legherà alla FIPAV per due anni e mezzo. Velasco, che sarà al lavoro già dalle prossime ore, verrà presentato ufficialmente alla stampa nel prossimo mese di luglio quando verranno resi noti i suoi programmi di lavoro». L’ultima volta ‘azzurra’ di Velasco al maschile era stato un’Italia-Giappone il 24 novembre 1996, quasi 23 anni fa, l’ultima sulla panchina maschile poco dopo, l’1 febbraio 1998 contro la Repubblica Ceca.
I primi contatti di Velasco con la pallavolo avvengono ai tempi del liceo e dell’università, quando gioca e allena selezioni giovanili, ma la sua carriera vera e propria inizia nel Ferro Carril Oeste di Buenos Aires, dove vince quattro campionati argentini consecutivi tra il 1979 e il 1982. In quello stesso anno, come vice-allenatore della nazionale argentina, vince la medaglia di bronzo ai campionati mondiali, giocati in casa.
Nel 1983, scoperto da Giuseppe Cormio, giovane direttore sportivo, si trasferisce in Italia, per allenare la Latte Tre Valli Jesi in A2. Nel 1985 passa alla Pallavolo Modenadove incontra, ancora giovani, alcuni dei giocatori che segneranno la storia del volley italiano e mondiale nel decennio seguente: Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi e Andrea Lucchetta, cui si aggiungerà l’anno successivo il palleggiatore Fabio Vullo. Insieme al più esperto Franco Bertoli, formeranno l’ossatura di una squadra capace di riportare lo scudetto a Modena e di vincerlo per quattro stagioni consecutive, fino al 1989.
Nel 2003 rientra nel campionato italiano, trascinando la Coprasystel Piacenza alla finale scudetto, persa contro la Sisley Treviso. Nel 2004 torna a Modena dopo quindici anni. Dopo due stagioni con risultati altalenanti, nel 2006 passa alla Acqua Paradiso Gabeca Montichiari dove concluderà la stagione al nono posto. Nella stagione 2007-08 conquista con la squadra bresciana i play-off scudetto, traguardo che alla società mancava da 5 stagioni.
Nell’annata 2018-19 torna ad allenare il Modena Volley per la terza volta in carriera, conquistando la Supercoppa italiana nella finale contro il Trentino Volley. Al termine della stagione, il 9 maggio 2019 comunica la sua scelta di mettere fine alla propria carriera da allenatore
Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana. Ottiene subito l’oro ai Campionati europei, disputati in Svezia, il primo nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di successi. Fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l’Italia colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League, oltre ad altri trofei minori. Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina, Marco Bracci, Andrea Gardini, oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta. Questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta generazione di fenomeni, e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla FIVB come Squadra del secolo. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell’allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo. Celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo sguardo grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l’alloro olimpico.
Nel biennio 1997–98 Velasco allena la nazionale italiana femminile. Da una sua idea prende vita il Club Italia, una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla federazione, per permettere loro di allenarsi tutto l’anno senza lo stress legato alle competizioni con le proprie società. Nel Club Italia militeranno tra le altre Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco, Anna Vania Mello e Simona Rinieri, campionesse del mondo nel 2002 in Germania.
Nel 2001 torna ad allenare una nazionale maschile, quella ceca, senza però ottenere grandi risultati. Bisogna attendere il 2008 per un nuovo ciclo di esperienze con le squadre nazionali: dopo una parentesi con la nazionale maschile spagnola, presa in mano da campione europea in carica (aveva vinto l’Europeo in Russia nel 2007 con in panchina Andrea Anastasi), accetta la sfida di allenare la Nazionale iraniana e riesce nell’impresa di vincere per la prima volta nella storia della nazionale persiana il Campionato asiatico nel 2011 disputatosi in casa a Teheran per poi ripetersi nell’edizione successiva di Dubai nel 2013. Nella prima partecipazione alla World League nel 2013 ottiene discreti risultati tra cui una vittoria contro la “sua” Italia in casa degli Azzurri.
Nel febbraio 2014 viene scelto come commissario tecnico della nazionale del suo paese, la Nazionale argentina, ruolo che non aveva mai ricoperto nella sua lunga carriera. Esordisce il 16 maggio a Lanús in amichevole contro la Tunisia vincendo per 3-0.
La popolarità di Velasco nel mondo dello sport è tale da essere stato chiamato dal finanziere romano Sergio Cragnotti, all’epoca presidente della società calcistica romana della Lazio, a ricoprire la carica di direttore generale del club biancoceleste nel 1998. Ricoprirà incarichi dirigenziali per un breve periodo anche nell’Inter di Massimo Moratti.