Luna Rossa – Si chiude sull’1-1 la prima giornata del Match finale della 36^Americas’ Cup.
Le emozioni del team di Luna Rossa nelle parole del randista Pietro Sibello e del grinder Nicholas Brezzi: «Noi italiani abbiamo una marcia in più».
Tornando alla prima giornata di gare la barca made in Italy non ha mollato mai ribattendo colpo su colpo contro i quotati avversari.
Il team italiano, nella finale della selezione fra chi ambiva a duellare con il defender, aveva preso a schiaffi gli inglesi: tuttavia per la rivale dei neozelandesi sarebbe stato complicato ipotizzare l’1-1 dopo le prime due regate della “finalissima”. Ma, soprattutto, con il vento che soffiava a 15 nodi. Se fosse calcio, se fossero coppe europee, per Luna Rossa si potrebbe parlare di punto in trasferta che vale doppio.
«Bello, molto bello!!! Ma abbiamo vinto solo una regata, testa bassa», ha scritto sui social lo skipper dei “lunatici”, Max Sirena, subito dopo avere raggiunto il pareggio contro chi questi monoscafi volanti cominciò a progettarli addirittura nel 2012.
Ma non è tutto: sono in tanti a prendere in considerazione altre eventuali possibilità di trionfo per l’equipaggio dei due timonieri Spithill-Bruni. Il vantaggio di Luna Rossa, soprattutto psicologico, va preso in considerazione, alla luce del fatto che, un’eventuale successo nella prima regata, le avrebbe dato troppa sicurezza. Invece, trionfando nella seconda, l’equipaggio ha avuto modo di riflettere su come la velocità dei due AC75 è molto vicina e che quello che poteva essere timore reverenziale è stato spazzato via da una prestazione di squadra coraggiosa e tecnicamente molto elevata.
I detentori della coppa si aspettavano di essere decisamente superiori, il mare ha svelato un’altra realtà, confermando peraltro che la partenza resta un punto focale di qualsiasi regata in questa Coppa America. «Nella seconda regata l’abbiamo sbagliata, siamo un po’ arrugginiti», la spiegazione.
E’ stato di 31” nella prima regata e di 7” nella seconda il distacco, ma questo conta fino a un certo punto, perché sul campo di Regata E, con un vento che soffiava attorno ai 15 nodi (dunque in condizioni non proprio ottimali per l’equipaggio italiano), Luna Rossa si è saputa risollevare, dimostrando un’abilità e una competitività di assoluto livello.
James Spithill e Francesco Bruni, dopo una partenza non impeccabile nella prima regata, hanno aggredito le onde e messo alle corde la flotta dell’enfant du pays Peter Burling. Il margine dello scafo del Circolo della Vela Sicilia di Palermo ha gestito un margine rassicurante, arrivando ad avere anche 300 metri di vantaggio sugli avversari. Il calo è avvenuto nell’ultimo tratto di bolina, ma non c’è stato tempo per clamorosi rovesci.
Ricostruendo le due gare va sottolineato come gli episodi possano essere determineti in gare come queste. Nella prima regata nella baia di Auckland il momento decisivo è stato dopo la pre-partenza e una partenza a strettissimo contatto tra barche lunghe 22,7 metri e pesanti 6,5 tonnellate. Luna Rossa ha cambiato rotta per evitare New Zealand che aveva preso la posizione sopravvento, invocando una penalità che i giudici non hanno concesso. A quel punto, dopo una partenza non felice, sono cominciati i rilevamenti sulle velocità che non hanno indicato una supremazia dei neozelandesi che al primo dei sei cancelli passavano con 14 secondi di vantaggio, un distacco aumentato anche nel lato di poppa fino ai 23 secondi del primo terzo di gara.
Nel terzo lato Luna Rossa si è riavvicinata a New Zealand, scendendo a 240 metri di ritardo per complessivi 19 secondi al Gate 3, guadagnando altri due secondi sul quarto lato. Un recupero non sufficiente però a togliere a New Zealand la sua posizione di controllo nell’ultima fase della regata conclusa con 20 secondi alla quinta boa fino ai 31 definitivi.
Luna Rossa ha preparato la seconda regata, affidandosi all’abilità dei due timonieri Bruni e Spithill, che sono riusciti a piazzare la barca di fronte a New Zealand in fase di pre-start, partendo in vantaggio con una velocità di 32 nodi contro 26, e ingaggiando un emozionante duello di virate che i padroni di casa non sono riusciti a girare a loro favore. Già 13 secondi alla prima boa (come i neozelandesi erano passati in 14 nella prima Race), un vuoto che presto è diventato di trecento metri consentendo a un terzo di gara di mantenere un vantaggio di 12’’ in attesa del lato migliore di Luna Rossa, il terzo su sei nel quale New Zealand è finita a più di quattrocento metri.
Sul quinto lato Luna Rossa si è portata completamente sulla destra quanto New Zealand si è buttata sul sinistro, sfiorando i confini del campo di regata in una “forbice” che però ha riportato sotto i padroni di casa, giunti a un certo punto a 140 metri dall’equipaggio italiano. Con un ultimo lato da navigare, il trio Sibello-Bruni-Spithill è riuscito però a mantenere quel che rimaneva del vantaggio,
Francesco Bruni, ha spiegato come vive Luna Rossa questo momento: “Ci arrivano tanti messaggi di italiani felici. Lo siamo anche noi, però non siamo soddisfatti, vogliamo di più. Sono felice per come sono andate le prime regate, per la performance della barca, ma non dobbiamo perdere tempo pensando alle emozioni, e rimanere concentrati sulle prossime regate perché abbiamo una grande occasione”. n
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