Pallanuoto – Conclusa a Budapest, alla Duna Arena, che è stata la sede principale dei campionati mondiali nel 2017, la 34esima edizione dei campionati europei di pallanuoto. Dodici squadre nel torneo femminile vinto dalla Spagna e sedici in quello maschile vinto dall’Ungheria. Olanda e Serbia erano rispettivamente i campioni d’Europa uscenti. Delusione per setterosa e settebello.
Il Setterosa batte la Grecia 7-5 e chiude al quinto posto i campionati europei. Meglio di due anni fa a Bercellona, quando perse la finale per il quinto posto con la Russia (8-14) e perse con la Grecia nel girone preliminare (6-7). Cinque vittorie e tre sconfitte. Battute Germania, Israele, Francia, Slovacchia e Grecia; stop invece contro l’Olanda e le finaliste Spagna e Russia (già qualificate ai Giochi). Successo importante per ripartire in vista del torneo preolimpico di Trieste a marzo, dall’8 al 15, dove ci saranno anche la Grecia, l’Olanda e l’Ungheria tra le pretendenti ai due pass disponibili per Tokyo 2020.
La Spagna è campione d’Europa. Batte la Russia in finale 13-12. Spagnole a +3 a 1’27” dalla fine e Russia che prova la rimonta segnando due gol in un minuto. Medaglia di bronzo al collo dell’Ungheria che nella finale per il terzo posto vince 10-8 con l’Olanda.
Le prime sette in acqua sono Gorlero, Tabani, Garibotti, Queirolo, Marletta, Palmieri e Chiappini. Per Paolo Zizza è la panchina numero 15 da cittì del Setterosa: alle otto degli Europei di aggiungono le due in World League e le cinque della Holiday Cup. La prima conclusione di Chiappini è morbida, poco convinta. Da un controfallo in attacco scaturisce il vantaggio greco: ripartenza con palomba di Kotsia a scavalcare Gorlero (assist di Eleftheriadou). Il gol sembra scuotere la squadra azzurra: Gariobotti pareggia con un tiro dal perimetro, raddoppia su rigore ed Emmolo fa 3-1 da posizione 2. Tutto ciò in poco più di due minuti. Alla prima superiorità numerica la Grecia accorcia con Eleftheriadou. La difesa adesso è più soft e alla prima occasione Margarita Plevritou pareggia (3-3 il primo periodo). La partita scorre veloce (8 falli in 16 minuti, saranno 10 dopo 3/4 di gara) e si arriva al cambio campo con l’Italia avanti 5-4: a Bianconi (rigore) e Chiappini (un missile da sei metri) replica Eleftheria Plevritou (sempre Eleftheriadou a dettare l’ultimo passaggio). Comincia il terzo tempo; deviazione lenta di Aiello dal centro facile preda di Diamantopoulou, buon giro palla ma conclusione alta di Chiappini e diagonale potente di Marletta da posizione 4 deviato in angolo dal portiere. Ci si mette anche la sorte. A 2’30” dalla fine del periodo Marletta in controfuga si procura la quinta superiorità numerica, Zizza chiama time-out e Tabani fa 6-4 (la Grecia protesta chiedendo di verificare se il tempo fosse finito prima del tiro e il Var conferma il gol). Gorlero si distende sulla sinistra ad allontanare una palla pericolosa, poi respinge sicura la conclusione di Kotsia. Nell’ultima frazione il cronometro scorre veloce ed è amico delle calottine blu. Avegno con una bordata da zona 4 realizza il +3. Sembra la svolta ma il gol di Xenaki al termine di una doppia superiorità ci costringe a soffrire fino alla sirena. Adesso la Grecia spinge di più, ottiene superiorità, il Setterosa chiude la difesa, modello Fort Knox. La Grecia le prova tutte; con i tiri da fouri colpisce palo e traversa (ma nella pallanuoto questi sono soltanto tiri sbagliati).
Le parole del commissario tecnico Paolo Zizza. “Questa era la partita che volevo, al di là del risultato. Per intensità e determinazione. La squadra che ci crede e che deve crederci sempre. Una vittoria che fa anche morale per Trieste, dove a marzo ci attendono le qualificazioni olimpiche. Un europeo da analizzare fino in fondo; in alcune partite ci sono mancati un paio di tempi, però l’atteggiamento di oggi è quello giusto. Mi sono piaciute l’attitudine, la voglia, la grinta. Spegnere ogni situazione. Quel metterci sempre qualcosa in più che ha sempre contraddistinto l’Italia e le nostre squadre. Ci dobbiamo allenare tanto parché sarà una battaglia per tutte e quattro le squadre, non soltanto per Italia e Grecia, anche per Ungheria e Olanda. Il prossimo appuntamento in World League, il 25 febbraio contro la Francia a Montreal, sarà un test per verificare il lavoro”.
Il Settebello perde 8-7 dalla Serbia, oro olimpico a Rio 2016, e termina al sesto posto la 34esima edizione dei campionati europei di pallanuoto alla Duna Arena di Budapest. L’ultimo precedente agli Europei risale ad otto anni fa, il 27 gennaio 2012 a Eindhoven, dove la Serbia vinse 12-8. L’ultimo precedente in ordine cronologico, invece, è quello dell’8 aprile 2018 nella finale per il terzo posto della Europa Cup a Rijeka, vinta 10-9 dall’Italia. Anche la Serbia, così come l’Italia, è già qualificata ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020: gli azzurri perchè campioni del mondo a Gwangju 2019 e i serbi per aver vinto la World League a Belgrado il 23 giugno.
In serata l’Ungheria fa esplodere la Duna Arena. Batte la Spagna 14-13 dopo i rigori (9-9 al termine dei quattro tempi). Decide il gol di Zalanki per l’Ungheria, fatale l’errore di Granados Ortega per le sorti iberiche. Medaglia di bronzo al collo del Montenegro che nella finale per il terzo posto supera in rimonta la Croazia 10-9.
Roberta Bianconi. Calottina numero 8. “Ora dobbiamo cominciare una nuova preparazione in vista della qualificazioni olimpiche e questa vittoria ci dà fiducia. Oggi abbiamo messo in campo quello che ci è mancato nelle altre partite; un po’ più di grinta, di comunicazione tra di noi e il gioco di squadra”.
I primi in acqua sono Del Lungo, Di Fulvio, Renzuto Iodice, Echenique, Aicardi, Velotto e Figari. La Serbia passa al primo affondo con il rigore trasformato da Filipovic e conquistato dal centroboa Jaksic. Branislav Mitrovic dice no ad Aicardi ma poi è affondato dalla botta dai sei metri di Di Fulvio (1-1). Il veloce giro palla degli azzurri dà i propri frutti: Figlioli serve al centro Bodegas che da due metri fissa il 2-1 in extraplayer. Immediato il pareggio dei serbi con Aleksic (doppia superiorità numerica) per il 2-2. Slavi avanti con l’alzo e tiro di Filipovic che sigla il 3-2 dopo otto minuti di gioco.
Ritmi non eccessivamente alti ma lo spettacolo non manca. Il diagonale di Figlioli (superiorità) riequilibra il punteggio dopo novanta secondi dall’inizio del secondo tempo. Del Lungo è superbo su missile di Mandic; il Settebello passa avanti nell’azione succestiva con il missile da zona quattro di capitan Figlioli che non lascia scampo al numero uno serbo (4-3). Poi botta e risposta tra Di Fulvio e Randjelovic, entrambi a segno con l’uomo in più (5-4). Di Fulvio è in versione extralusso e dai sette metri scarica un destro tutto potenza e precisione alle spalle di Mitrovic per il 6-4 a metà gara.
Si riparte con la Serbia che si rimette in scia con Cuk che non perdona dal perimetro e sigla il 6-5. Gli azzurri forzano un paio di conclusioni, Figlioli va fuori per tre falli; in seguito il 6-6, che chiude il terzo periodo, arriva da Jaksic (extraplayer) che da due passi supera Del Lungo.
Vantaggio serbo in apertura di ultimo quarto con la ripartenza iniziata da Mandic e conclusa da Aleksic (7-6). Settebello dalle mille risorse e punteggio che torna in equilibrio con lo schiaffo di Aicardi, su imbeccata perfetta di Renzuto Iodice (7-7). Del Lungo dice no alla botta di Randjelovic dai quattro metri. Poche energie e tanto agonismo in acqua. I campioni olimpici rimettono la freccia con il diagonale di Mandic che toglie la ragnatela dal sette e vale l’8-7 a poco più di due minuti dalla conclusione. A quartanove secondi chance per il Settebello con l’uomo in più; Campagna chiama il secondo time out a disposizione ma Mitrovic dice no ad Aicardi. Il punteggio non cambia: la Serbia chiude quinta e i campioni del mondo sesti EuroBudapest 2020.
Le parole del commissario tecnico Alessandro Campagna. “Buona la gestione della partita. Ci è mancata un po’ di forza nel finale, ma anche quando hanno preso loro il sopravvento con il pressing, è sempre stato poco pagato perché abbiamo preso poche espulsioni nella seconda parte. La squadra mi è piaciuta e il fatto di aver giocato alla pari con la Serbia, che non si è certo risparmiata, ci deve dare confidenza in prospettiva futura. Assolutamente meglio di come ci siamo comportati con il Montenegro: un passo avanti”.
Le parole di Vincenzo Dolce. Calottina numero 12. “Una partita dura e giocata ad altissimo livello. Campagna ci aveva avvisati che sarebbe stata una partita fisica. Nel terzo tempo ci siamo un po’ fermati con i movimenti e con loro, paradossalmente, se non ti muovi in attacco fatichi di più. Perché nuotando riesci ad evitare la loro pressione. Peccato perché fino all’ultimo abbiamo cercato di pareggiare, anche l’occasione con Matteo Aicardi proprio nei secondi finali. Avevamo fame e voglia di riscatto e ne abbiamo ancora. Il Settebello non è quello che si è visto a Budapest. Siamo consapevoli di questo. Nella partia con il Montenegro abbiamo sbagliato completamente l’approccio e oggi abbiamo provato a riscattarci. Ci è mancato proprio poco. Guardiamo avanti”.
Le parole di Niccolò Figari. Calottina numero 9. “A caldo devo dire che non è stato un brutto europeo: siamo mancati solo contro Montenegro. Oggi abbiamo giocato una grande partita, anche con tanto cuore contro un avversaria fortissimo e che per cultura non molla mai come la Serbia: alla fine abbiamo accusato po’ la stanchezza di queste due settimane”.