Pallanuoto – Una rete di Perrone a tre minuti dal termine risolve a favore della Spagna la finale per il terzo posto nel replay della finale mondiale vinta ai rigori dagli iberici a Budapest. Italia sempre sotto nel punteggio, ricuce per ben due volte il doppio svantaggio (5-3, 6-4) e ci prova fino all’ultimo secondo malgrado le squalifiche di Marziali e Di Somma e i 12 a referto. Non brilla l’attacco con le bocche di fuoco Di Fulvio e Cannella solo una volta a segno su cinque tentativi; meglio la difesa soprattutto nell’ultimo quarto, quando stoppa quattro inferiorità numeriche consecutive. Decide il capolavoro del trentaseienne Perrone, che realizza dopo quattro finte che abbassano la difesa italiana. Ancora fuori dal podio il Settebello dopo il bronzo di Budapest 2014 al termine di una stagione che l’ha vista protagonista del primo successo in World League, dopo aver eliminato in semifinale la Spagna che però si prende l’oro mondiale e il bronzo europeo.
“Se mi avessero detto di giocare tante partite così importanti a livello internazionale con una squadra piena di giovani ed esordienti non c’avrei creduto – sottolinea il cittì Sandro Campagna – E’ stata una stagione fantastica; questo quarto posto è bugiardo, ma ci servirà da monito, esperienza e crescita per il futuro. Marziali, Damonte, Nicosia, Iocchi Gratta, Bruni, Condemi per la prima volta si sono affacciati a questo palcoscenico. Quello che è successo contro la Croazia in semifinale non l’ho mai visto in vita mia. Ho avuto tanti giocatori fuori per provvedimenti disciplinari, carichi di tensione, di fatica. Nonostante ciò siamo stati protagonisti”.
Tabellino Spagna-Italia 7-6
Spagna: Aguirre, Munarriz, Granados 1, Sanahuja 1, De Toro Dominguez, Larumbe 1, Famera 1, Cabanas, Tahull, Perrone 1, Barroso 1, Bustos 1, Lorrio. All. Martin.
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 1, Damonte 2, Iocchi Gratta, Fondelli, Cannella 1, Renzuto Iodice, N. Presciutti, Bruni 1, Alesiani, Dolce 1, Nicosia. All. Campagna.
Arbitri: Peris (Cro) e Zwart (Ned).
Note: parziali: 3-1, 0-2, 3-1, 1-2. Superiorità numeriche: Spagna 7/13, Italia 2/9 + 1 rigore. Iocchi Gratta uscito per limite di falli a 4’12 nel quarto tempo. Presciutti (I) espulso a fine partita. Spettatori 2000 circa.
CRONACA. Famera schiaccia al volo l’assist di Perrone in extraman (1-0). Capovolgimento e Larrumbe commette fallo da rigore, Dolce pareggia con una bomba (1-1). Doppia superiorità iberica e Bustos raccoglie dalla spazzatura la rete da sotto del 2-1. Presciutti ci prova in controfuga, ma Aguirre è attento. Di Fulvio prende fallo grave e stavolta è Barroso bravo ad insaccare dal lato corto (3-1).
Si riparte con l’extraplayer per espulsione di Bustos fallito da Di Fulvio. La Spagna sbaglia il quinto uomo in più e Damonte accorcia con un pregevelo lob sul secondo palo (2-3). Il gioco stagna, ma gli azzurri salgono di tono, conquistano il quinto extraman e lo trasformano con Cannella (3-3).
Si cambia campo in linea di galleggiamento. Cannella e Di Fulvio hanno l’occasione del primo vantaggio e invece riecco la Spagna. Larrumbe e Granados trasformano la quarta e quinta superiorità numerica su sette tentativi per il 5-3. Dall’altra parte Di Fulvio e Damonte falliscono due uomini in più (ottimo Aguirre) ma poi lo stesso 3 azzurro piazza il mancino del 5-4. La Spagna spinge, costruisce l’ottavo extraman e va ancora in gol con Sanahuja dopo un bel palleggio dal perimetro.
A otto minuti dal termine serve un altro Settebello soprattutto a difesa delle inferiorità numeriche. La nona infatti viene stoppata a dovere in apertura. E’ un segnale. Munarriz commette fallo da rigore al centro e Di Fulvio trasforma il meno uno (5-6). Un sontuoso Del Lungo si oppone tre volte (!) a Tahull nella decima inferiorità e sul capovolgimento Bruni prende fallo grave e imbuca il pareggio con 6 minuti da giocare (6-6). Siamo a galla. Terza superiorità consecutiva salvata dalla difesa, ma poi arriva la sentenza di Perrone che dal perimetro fa male (7-6) a tre minuti dalla fine. Si potrebbe ancora rientrare, ma l’Italia ha dato tutto. La Spagna potrebbe perfino arrotondare, ma sbaglia con Grandos un doppia superiorità.
IL COMMENTO DEL CAPITANO MARCO DEL LUNGO: “Abbiamo dimostrato di essere un gruppo che non molla mai; malgrado le assenze dovute alle squalifiche, le energie che cominciavano a diminuire, le pressioni cui siamo stati sottoposti, abbiamo sempre lottato fino alla fine. Merito della squadra, che lavora sodo, con umiltà, con obiettivi chiari. Purtroppo con la Spagna abbiamo pagato piccole incertezze, ma dobbiamo essere soddisfatti del nostro percorso e dei risultati raggiunti: è solo l’inizio”.
IL COMMENTO DI FRANCESCO DI FULVIO: “E’ stata una stagione con risultati al di sopra delle aspettative. Siamo ripartiti nell’autunno scorso con una squadra ringiovanita dall’inserimento di 10/12 nuovi giocatori rispetto alle Olimpiadi di Tokyo. Il gruppo è cresciuto tantissimo e ha conquistato l’argento mondiale, la prima vittoria della World League, questo quarto posto con due sconfitte che ci devono insegnare molto. L’obiettivo principale è l’Olimpiade di Parigi e per ambire a obiettivi prestigiosi bisogna passare anche da queste strettoie”.
PRESENTAZIONE. “42 segundos”. Il film, in uscita in Italia su amazon prime, narra le gesta della formazione spagnola ai Giochi di Barcellona 1992 battuta dal Settebello nella finale olimpica più avvincente della storia. Potrebbe esser la metafora perfetta dei match tra azzurri ed iberici. I secondi che probabilmente sono mancati all’Italia quando lo scorso 3 luglio a Budapest hanno recuperato tre reti nel finale ad una Spagna in debito d’ossigeno, ma comunque campione del mondo ai rigori per 15-14.
Carte rimescolate 23 giorni dopo per un Settebello extralusso che nella Superfinal di World League a Strasburgo si prende la rivincita in semifinale con rete decisiva di Alesiani per il 9-8. Azzurri poi per la prima volta vicitori del trofeo mondiale.
La storia narra di sfide epiche come quella della finale mondiale a Gwangju 2019, quando alla Nambu University Grounds il Settebello torna sul trono mondiale dopo otto anni vincendo per 10-5. Quarto titolo mondiale dopo Berlino 1978, Roma 1994 e Shanghai 2011, il secondo con in panchina Sandro Campagna che ne ha vinto uno anche da giocatore nel 1994 a Roma.
Stasera alle 18:00 in diretta su Rai Sport + HD sarà l’ennesima pagina da scrivere, da vivere e incastonare nelle perle della leggenda della squadra più titolata dello sport italiano, che contro gli iberici trentant’anni fa giocò e vinse una finale olimpica dai contorni epici. Era il 9 agosto 1992. Parco Olimpico del Montjuïc, Barcellona.
È la giornata conclusiva dei Giochi della XXV Olimpiade, tutti gli spagnoli reclamano la proverbiale chiusura in bellezza della rassegna a cinque cerchi più trionfale della storia. Tra i diciottomila spettatori accorsi sul promontorio che sorveglia la costa ci sono anche Re Juan Carlos e il Principe Felipe, fiduciosi di assistere al “partido perfecto” delle furie rosse guidate dal fuoriclasse assoluto Manuel Estiarte, catalano, ex giocatore di Pescara e Savona, e dal compagno di attacco di Miki Oca. Al cospetto di una nazionale già fortissima c’è l’Italia di Ratko Rudic. C’è Sandro Campagna, cittì del Settebello. C’è il mancino Amedeo Pomilio, suo assistente. La partita è un lungo brivido che si risolve al sesto tempo supplementare. Ferretti prende fallo, Campagna vede con la coda dell’occhio Gandolfi smarcato sulla sinistra: palla sotto le braccia del portiere per il 9-8 fatal. L’Italia conquista il terzo titolo olimpico, a 32 anni di distanza dal successo di Roma 1960 e si prende la medaglia d’oro davanti al re.
Due anni dopo l’altra “perla” in finale: allo Stadio del Nuoto di Roma gremito da oltre diecimila spettatori. Il 10 settembre del 1994 si gioca la finalissima del settimo mondiale. Davanti a Campagna c’è ancora il Maradona della pallanuoto, Estiarte. Stavolta il match non ha storia, il Settebello trionfa 10-5 in una partita stradominata.
La Spagna ha iniziato un nuovo ciclo cinque anni orsono con il catalano David Martin, due Olimpiadi (2008, 2012), un argento e un bronzo mondiale e un bronzo europeo da giocatore. Anche uno score invidiabile con importanti vittorie contro gli azzurri tra cui la contestatissima semifinale europea a Barcellona 2018 vinta 8-7 con il gol non assegnato a Figlioli a 5″ dal termine perché segnalato erroneamente al di fuori della linea di porta: col Var, inserito l’anno dopo, la storia di quell’europeo sarebbe diversa. Capitano e idolo incontrastato il trentatraseienne Felipe Perrone, giocatore universale nato a Rio de Janeiro, ma spagnolo acquisito che con la calottina roja ha conquistato un argento iridato a Gwangju, Roma 2009 e un bronzo a Melbourne 2007. Il dieci spagnolo, ex Savona e Pro Recco, continua a dispensare fosforo e pallanuoto, in una nazionale con fenomeni come Granados, Munarriz e il centro Tahull. In porta ha salutato il mito Lopez Pinedo, sostituito da Aguirre.
Stamattina rifinitura di un’ora con tiri e schemi. L’Italia ha recuperato un uomo da inserire in lista dopo sanzioni e ricorso legati al contestato arbitraggio della semifinale persa con la Croazia che sfiderà l’Ungheria in finale. Si giocherà con 12 a referto senza gli squalificati Marziali e Di Somma che resteranno in trbuna, torna disponibile Renzuto Iodice dopo le due giornate di stop per brutalità.
CROAZIA CAMPIONE. La Croazia vince per la seconda volta nella storia l’europeo. Di nuovo in casa dopo il successo del 2010 a Zagabria con in panchina Ratko Rudic che batteva in finale il figlioccio Sandro Campagna (7-3).
La squadra di Ivica Tucak conquista il titolo superando l’Ungheria per 10-9 (parziali 3-3, 1-0, 4-4, 2-2). Decisivi tre rigori in sequenza: Marinic Kragic trasforma il 9-8 a 2’47 dal termine; Manhercz colpisce la traversa dai 5m del potenziale pareggio e sul capovolgimento di fronte commette il fallo per il 10-8 segnato di nuovo da Marinic Kragic. Poi il portiere Marko Bijac salva la porta un paio di volte prima del definitivo 9-8, ancora su rigore, segnato da Jansik a -32″. Determinanti anche le triplette di Rino Buric e Konstantin Kharkov, ma il nuovo corso magiaro guidato da Zsolt Varga ha già mostrato due ragazzini terribili come Vendel Csaba Vigvari del 2001 ed Erik Molnar del 2003: ne sentiremo parlare.
ALBO D’ORO MASCHILE
1926 Budapest: Ungheria, Svezia, Germania
1927 Bologna: Ungheria, Francia, Belgio
1931 Parigi: Ungheria, Germania, Austria
1934 Magdeburgo: Ungheria, Germania, Belgio
1938 Londra: Ungheria, Germania, Olanda
1947 Monte Carlo: Italia, Svezia, Belgio
1950 Vienna: Olanda, Svezia, Jugoslavia
1954 Torino: Ungheria, Jugoslavia, Italia
1958 Budapest: Ungheria, Jugoslavia, URSS
1962 Lipsia*: Ungheria, Jugoslavia = URSS
1966 Utrecht: URSS, Germania Est, Jugoslavia
1970 Barcellona: URSS, Ungheria, Jugoslavia
1974 Vienna: Ungheria, URSS, Jugoslavia
1977 Jonkoping: Ungheria, Jugoslavia, Italia
1981 Spalato: Germania Ovest, URSS, Ungheria
1983 Roma: URSS, Ungheria, Spagna
1985 Sofia: URSS, Jugoslavia, Germania Ovest
1987 Strasburgo: URSS, Jugoslavia, Italia
1989 Bonn: Germania Ovest, Jugoslavia, Italia
1991 Atene: Jugoslavia, Spagna, URSS
1993 Sheffield: Italia, Ungheria, Spagna
1995 Vienna: Italia, Ungheria, Germania
1997 Siviglia: Ungheria, Jugoslavia, Russia
1999 Firenze: Ungheria, Croazia, Italia
2001 Budapest: Jugoslavia, Italia, Ungheria
2003 Kranj: Serbia e Montenegro, Croazia, Ungheria
2006 Belgrado: Serbia, Ungheria, Spagna
2008 Malaga: Montenegro, Serbia, Ungheria
2010 Zagabria: Croazia, Italia, Serbia
2012 Eindhoven: Serbia, Montenegro, Ungheria
2014 Budapest: Serbia, Ungheria, Italia
2016 Belgrado: Serbia, Montenegro, Ungheria
2018 Barcellona: Serbia, Spagna, Croazia
2020 Budapest: Ungheria, Spagna, Montenegro
2022 Spalato: Croazia, Ungheria, Spagna
Note: Lipsia* due argenti
Medagliere europeo (prime cinque posizioni)
1. Ungheria 12-7-6 = 25
2. Jugoslavia / SCG / Serbia 8-9-5 = 22
3. Russia 5-3-4 = 11
4. Italia 3-2-6 = 11
5. Germania 2-3-3 = 8
Finali – 10 settembre
Finale 7° Posto
Montenegro-Georgia 14-11 (6-4, 2-1, 4-3, 2-3)
Finale 5° Posto
Grecia-Francia 10-8 (3-2, 4-1, 2-2, 1-3)
Finale 3° Posto
Spagna-Italia 7-6 (3-1, 0-2, 3-1, 1-2)
Finale 1° posto
Ungheria-Croazia 9-10 (parziali 3-3, 0-1, 4-4, 2-2)
TURNI PRECEDENTI
Ottavi di finale – 4 settembre
Montenegro-Romania 13-8 (2-3, 4-2, 3-2, 4-1)
Georgia-Olanda 12-8 (2-3, 5-1, 2-2, 3-2)
Grecia-Israele 22-9 (6-0, 6-4, 5-3, 5-2)
Francia-Serbia 10-9 (3-1, 1-1, 5-4, 1-3)
semifinali 13-16 posto
Slovacchia-Germania 7-18 (1-4, 2-6, 0-3, 4-5)
Malta-Slovenia 13-9 (3-2, 2-3, 3-3, 5-1)
Quarti di finale – 6 settembre
Ungheria-Montenegro 11-8 (3-1, 2-3, 2-1, 4-3)
Italia-Francia 16-8 (2-3, 5-2, 4-1, 5-2)
Spagna-Grecia 9-5, (4-2, 1-1, 2-1, 2-1)
Croazia-Georgia 15-5 (4-0, 2-2, 6-1, 3-2)
finale 15-16 posto
Slovacchia-Slovenia 11-5 (3-2, 3-1, 2-2, 3-0)
finale 13-14 posto
Germania-Malta 14-11 (3-3, 3-1, 3-5, 5-2)
semifinale 9-12 posto
Romania-Israele 11-10 (8-8) dtr (2-2, 2-2, 2-2, 2-2 – 3-2)
semifinale 9-12 posto
Olanda-Serbia 11-12 (6-6) dtr (1-2, 1-3, 4-1, 0-0 – 5-6)
Semifinali 5° Posto – 8 settembre
Montenegro-Grecia 12-14 (2-1, 3-2, 2-6, 5-5)
Georgia-Francia 5-7 (1-1, 1-2, 1-2, 2-2)
Semifinali – 8 settembre
Ungheria-Spagna 10-8 (2-3, 5-2, 0-2, 3-1)
Croazia-Italia 11-10 (3-2, 3-3, 3-3, 2-2)
finale 11-12 posto
Isarele-Olanda 7-17 (1-4, 1-2, 3-7, 2-4)
finale 9-10 posto
Romania-Serbia 1-17 (1-6, 0-3, 0-4, 0-4)