LAZIO – L’ex atleta biancoceleste torna a casa, sarà inserito nello staff tecnico che si occuperà del settore giovanile, dopo i tanti successi ottenuti nelle più importanti realtà della capitale.
“La Lazio c’è sempre, dal 1900, per me che sono stato giocatore e capitano non è una società, ma la società, l’unica, il punto di arrivo più importante, la realtà storica per eccellenza nella capitale e nella pallanuoto”, parole di Luciano Russo, il pluridecorato tecnico delle giovanili che torna nella società che lo ha cresciuto, la Lazio appunto, con cui iniziò a nuotare giovanissimo.
Anno 1970, ultimi giorni di Agosto, presso l’impianto campo di Marte a Firenze si gioca la finale scudetto allievi, il primo titolo storico di categoria conquistato dalla Lazio battendo il Crotone. A guidare le giovani aquile il grande Giancarlo Guerrini mentre in acqua ci sono, tra gli altri, Enrico Malvestiti e Gigi Palma. Poi lui, Luciano Russo, che in biancoceleste vincerà anche un titolo juniores e sarà capitano della prima squadra fino al 1982, quando chiuderà la parentesi personale con il sodalizio.
Ma come accade per tutti i grandi amori le strade possono tornare ad incrociarsi, anche a distanza di tanti anni: “Per me è un sogno che si realizza, anche se ormai avanti con la carriera – racconta oggi Russo – quando ho cominciato ad allenare il mio più grande desiderio era farlo per la Lazio, seguendo i giovani ai quali ho dedicato una parte importante della mia vita, pensavo non ci fosse l’occasione invece questo progetto mi ha permesso di tornare a casa”.
Grazie all’accordo raggiunto tra la società biancoceleste e i Gladiators di Orazio Piccinini, Luciano Russo sarà infatti uno dei tecnici che guiderà il settore giovanile laziale occupandosi anche della neonata sezione femminile.
“La strategia della Lazio è sempre stata quella di portare giocatori forti ad alti livelli, una tradizione che deve continuare, certo ci vuole tempo – spiega ancora Russo che ringrazia poi il presidente Moroli citando un aneddoto – Ho questa immagine di Massimo che aveva appena smesso di giocare ma amava nuotare e faceva chilometri e chilometri in acqua, così costringeva noi più giovani a nuotare, ci nuotava sui piedi, gli facevamo da tiro, ci usava come stimolo. Ho un grande rapporto con lui”.
Da allenatore Russo ha vinto 3 titoli giovanili maschili e ottenuto numerosi piazzamenti sul podio. È stato poi assistant coach della nazionale maggiore femminile e direttore tecnico del “progetto giovani” femminile della FIN.
“Ho iniziato a lavorare con i giovani perché ho la passione della formazione – dice Russo – ora potrò finalmente farlo a casa”