Coni: salvi bandiera e inno alle Olimpiadi di Tokyo

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Coni – Appena prima che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte salisse al Colle per le dimissioni, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto d’urgenza per evitare il rischio di una sospensione del Comitato Olimpico italiano da parte del Cio. Evitata in extremis una brutta figura per lo sport italiano.

La figuraccia è evitata! Pochi minuti prima che Giuseppe Conte salisse al Colle per le dimissioni del Conte 2 per “apparecchiare” il Conte 3, il Consiglio dei Ministri ha salvato le olimpiadi azzurre.
Il Coni riavrà 165 dipendenti, di cui 10 figure dirigenziali (che manterranno il trattamento economico in essere anche se superiore a quanto previsto per i dipendenti pubblici). E poi gli immobili: i centri di preparazione olimpica di Formia e di Tirrenia, la villetta del Foro Italico e il centro sportivo dell’Acqua Acetosa. Effetto del blitz in extremis di Spadafora, che ha modificato l’accordo politico inizialmente raggiunto su 150 dipendenti e soltanto i primi tre immobili della lista. Ma Malagò ha dovuto rinunciare alla creazione di una nuova Spa in capo al Coni, che avrebbe nei fatti raso al suolo la riforma del 2018. E a una larga fetta della pianta organica (chiedeva 240 persone).
“Il Coni riacquista la sua autonomia e ogni rischio, per quanto minimo, di sanzioni da parte del Cio svanisce: siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo di salvare l’immagine del Paese, nonostante il Governo dimissionario”, ha detto Simone Valente, deputato M5s, che con Giorgetti ha scritto la riforma del 2018, rimasta incompiuta dopo la caduta del governo giallo-verde. “Il Presidente Conte ha ascoltato le richieste e le preoccupazioni che, a più riprese, avevo segnalato nei mesi scorsi. Dopo tutte le polemiche che hanno investito anche Sport e Salute, il decreto approvato in Cdm conserva l’integrità di questo ente e lo conferma un asset strategico per lo Stato in materia di politiche sportive”.
E proprio Sport e salute mostra soddisfazione per avere scongiurato il rischio di una duplicazione con una nuova Spa del Coni, che avrebbe fatto lievitare i costi pubblici, e per aver mantenuto la competenza sul territorio, gli asset del Foro Italico e dell’Olimpico, la gestione dei contributi alle federazioni e il registro delle società sportive su delega del dipartimento spor. E anche il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli esprime “Piena soddisfazione, in attesa di conoscere il testo del decreto”.
Molto critico il presidente della Fip Gianni Petrucci, presidente del Coni dal 1999 al 2013: “È solo il minimo sindacale. Non ringrazio, perché si è ottenuto solo quello che non si poteva non ottenere. Devo dare ovviamente atto del grande impegno e lavoro di Malagò e Mornati per questa che definisco una vittoria di tappa. Ritengo giusto quanto dichiarato da Lotti, che questo provvedimento adesso dovrà nettamente migliorare nella conversione in Parlamento. Credo che nel prosieguo Coni e Sport e Salute non possano convivere sotto lo stesso tetto. Dovrà poi cambiare anche la filosofia di chi ci governerà. Basta con soldi a pioggia e likecrazia”
Con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale la norma diventerà operativa e bisognerà convertirla in legge entro 60 giorni. Poi ricomincerà la trattativa sui ruoli all’interno del sistema sportivo fra Coni, Sport e Salute, Dipartimento del Ministero, Enti e Federazioni.


Ripercorriamo le tappe dell’intera vicenda.
– 8 novembre 2018: Bach è a Roma. Il numero uno del Cio incontra prima il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e successivamente il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti. Bach fa presente che alcuni articoli inseriti nella legge mettono a rischio l’autonomia del Coni e commenta: “dopo aver parlato con il Coni e con il Governo, sono fiducioso che sarà trovata una soluzione per gli interessi dell’Italia e dello sport, con Giorgetti è stata una conversazione molto positiva e sono fiducioso. Non è compito del Cio interferire su questo tema, ma penso che si risolverà nel migliore dei modi”.
– 30 dicembre 2018: con l’approvazione della Legge di stabilità, Coni Servizi non esiste più. Viene creata ‘Sport e Salute’ che, tra i vari compiti, ha quello di elargire i finanziamenti alle federazioni nazionali e agli altri organismi sportivi. Il Coni informa il Comitato Olimpico Internazionale.
– 1 aprile-6 aprile 2019: la Commissione di valutazione del Cio è in Italia per visitare le località e siti di gara esistenti indicati nel masterplan della candidatura di Milano-Cortina ai Giochi Olimpici invernali del 2026.
– 24 giugno 2019: a Losanna i membri del Cio assegnano a Milano-Cortina le Olimpiadi invernali del 2026. Prima del voto Bach incontra privatamente allo SwissTech Convention Center il premier italiano ribadendo che “la legge italiana è contro la Carta Olimpica”. Conte rassicura il numero uno del Cio di interessarsi della vicenda.
– 30 luglio 2019: Malagò è in audizione al Senato. “La riforma dello sport crea un serissimo problema con il Cio – dice il numero uno del Coni -. Le sanzioni e i rischi che correrebbe il nostro Paese se dovesse essere approvato questo provvedimento sono la sospensione o il ritiro del riconoscimento del Comitato olimpico nazionale: in tutta questa situazione noi non siamo mai stati interpellati e questo è molto grave”.
– 2 agosto 2019: Malagò, e il presidente e ad di Sport e Salute, Rocco Sabelli firmano il documento che stabilisce gli aspetti economico-finanziari nei rapporti tra i due enti.
– 6 agosto 2019: il Senato con 154 si’ (50 no e 52 astenuti) approva in via definitiva il disegno di legge che attribuisce deleghe al governo sulla riforma allo sport.
– 7 agosto 2019: da Losanna arriva una durissima lettera di 4 pagine a firma del direttore delle relazioni con i comitati olimpici James Macleod con oggetto: ‘Situazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) – Disegno di Legge’. Il Cio manifesta a Malagò preoccupazioni perchè la legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni in sei punti”. Il Cio chiarisce di poter adottare per la protezione del ‘Movimento di un paese, la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpicò. Si parla già che in caso di sospensione del Coni (anche temporale), i Giochi di Milano-Cortina decadrebbero, gli atleti italiani andrebbero ai Giochi di Tokyo 2020 soltanto sotto l’egida del Cio come atleti indipendenti (Ioa – Indipendent Olympic Athlets) e senza tricolore, inno di Mameli. Nessuna squadra nazionale sarebbe presente, nessun giornalista italiano accreditato, nessun presidente federale presente se non inserito in federazioni internazionali. Malagò gira la lettera al Parlamento.
– 8 agosto 2019: la riforma dello sport con l’approvazione del Parlamento diventa legge n.86.
– 20 agosto 2019: il premier Giuseppe Conte rassegna le dimissioni al Capo dello Stato Mattarella. Cade il Governo e decade il sottosegretario Giorgetti. Il 5 settembre, cn il Conte II, Vincenzo Spadafora viene nominato ministro per le politiche giovanili e lo sport.
– 24 settembre 2019: Malagò incontra il ministro Spadafora. Il presidente del Coni parla di “incontro propositivo, di grande cordialità e senza alcun tipo di conflittualità”.
– 2 ottobre 2019: Malagò indica l’8 novembre la data possibile dell’incontro Bach-Spadafora ma il ministro lo gela: “non mi faccio prendere appuntamenti da nessuno, se mi arriva un invito rispondo io”.
– 18 ottobre 2019: in Gazzetta ufficiale si legge che nelle funzioni attribuite al ministro Spadafora c’è quella di “indirizzo e vigilanza sul Coni”: è violazione della Carta Olimpica perché il governo non può dare un ‘indirizzo’ al comitato olimpico nazionale.
– 6 dicembre 2019: il Cio chiede al Governo italiano una risposta in merito alla legge entro l’8 gennaio 2020, data della riunione dell’Esecutivo. Nessuna risposta da parte del Governo nemmeno ai solleciti dei successi 17 gennaio e 14 febbraio.
– 3 marzo 2020: il Ministero dello Sport garantisce al Cio che il ministro Spadafora, muovendosi all’interno della legge in essere, “ripristinerà l’indipendenza organizzativa del Coni”. Losanna chiede di ricevere in anticipo la bozza della legge.
– 3 agosto 2020: una lettera di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle bocciano la riforma dello sport del ministro Spadafora, salta il confronto di Maggioranza sul documento che il 6 agosto sarebbe dovuto arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Spadafora minaccia di dimettersi.
– 5 agosto 2020: Giunta Coni, Malagò ritorna sull’argomento è avverte: “se dovesse cadere la Legge Delega sulla riforma dello sport, le conseguenze con il Cio in termini di sanzioni saranno sicure e immediate”. Il presidente dello sport italiano, in caso di sospensione del Comitato olimpico nazionale, dice: “sarebbe una sconfitta assoluta per il Paese e una perdita di credibilità clamorosa proprio dopo aver avuto fiducia con l’organizzazione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Non stiamo bluffando, stiamo letteralmente scherzando col fuoco”.
– 9 settembre 2020: nel corso dell’Esecutivo del Cio, viene trattato il caso Coni. Il direttore generale del Cio Christophe De Kepper, parla di “alcun risultato concreto” tra Coni e Governo italiano. Una nuova lettera è indirizzata al Governo italiano.
– 23 settembre 2020: il Consiglio nazionale del Coni approva a larghissima maggioranza un documento da inviare al ministero Spadafora bocciando il Testo Unico della legge di riforma.
– 24 settembre 2020: Il ministro Spadafora risponde affermando che “le vostre richieste esulano dai criteri e dai principi contenuti nella legge sullo sport che il governo è tenuto rigorosamente a rispettare”.
– 27 settembre 2020: a Imola durante i Mondiali di ciclismo, Bach sollecita nuovamente l’incompatibilità della legge (quella approvata nell’agosto 2019) con la Carta Olimpica (“il Coni non è conforme alla Carta Olimpica”) e mette in guardia da possibili provvedimenti nei confronti dello sport italiano. Quasi immediata la risposta di Spadafora: “Bach sta in modo inusuale e poco istituzionale parlando di una bozza di legge che francamente stento a credere che abbia personalmente letto: se per Bach l’autonomia del Comitato Olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia”.

– 7 ottobre 2020: Esecutivo Cio, Bach riferisce di non aver ottenuto risposte alle diverse lettere inviate a Spadafora e comunque si auspica in un accordo tra Coni e Governo italiano

– 12 ottobre 2020: Bach scrive per la prima volta all’attenzione del premier Conte ma non ottiene risposta. I contenuti, la richiesta di un “suo intervento” e la violazione della Carta Olimpica.

– 17 novembre 2020: Spadafora invia una lettera al Cio nella quale “assicura autonomia funzionale e gestionale al Coni”

– 24 novembre 2020: Il Consiglio dei ministri approva 5 decreti di riforma dello sport, non quelli su autonomia del Coni e governance.

– 30 novembre 2020: scade la legge delega sullo sport.

– 1 dicembre 2020: il direttore delle relazioni con i comitati olimpici Macleod scrive a Spadafora ricordando che la legge delega è scaduta e rinnova la mancata autonomia del Coni.

– 2 dicembre 2020: Bach scrive per la seconda volta Conte ma non ottiene ancora risposta.

– 9 dicembre 2020: Malagò, due giorni dopo la sospensione del Cio nei confronti dei vertici del Comitato olimpico della Bielorussia, l’Italia è la prossima Nazione a rischiare sanzioni.

– 22 dicembre 2020: Malagò conferma che il 27 gennaio l’Esecutivo del Cio tratterà il caso Coni/Italia.

– 29 dicembre 2020: Spadafora tuona, “avevamo trovato una soluzione con un decreto sulla governance ma le forze politiche non lo hanno attuato” e promette di riproporlo.

-12 gennaio 2021: il presidente di Sport e Salute SpA, Vito Cozzoli propone un nuovo contratto ma il Coni lo boccia e manifestando “irritazione” e ribadisce che “il Cio ha chiesto più volte e per iscritto al Governo italiano una legge per regolare l’autonomia del Comitato olimpico nazionale italiano non contratti di servizio con SpA di Stato che rispondono all’autorità governativa e non, come in passato, a SpA che rispondevano all’Ente Coni”.

– 19 gennaio 2021: Malagò definisce la data del 27 gennaio una “data sacra” per lo sport italiano, afferma, “mi stupirei se non ci fosse una sanzione” e aggiunge, “siamo molto preoccupati per ogni giorno che passa, il nostro Paese è fatto cosi’ ma il nostro Comitato olimpico non se lo merita”.

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