Piazza di Siena – A Villa Borghese è ai blocchi di partenza un bellissimo progetto che punta i riflettori sugli undici monumentali platani che danno il nome alla valle che separa l’ellisse di Piazza di Siena dal museo Galleria Borghese.
Queste piante, che sono state messe a dimora all’inizio del ‘600 dal Cardinale Scipione Borghese e rappresentano un vero e proprio patrimonio botanico, hanno raggiunto dimensioni più che ragguardevoli, necessitano urgentemente di salvaguardia e cure.
Ad ingaggiare un pool di esperti, selezionati a livello europeo e indicati da prestigiose istituzioni internazionali dedite alla conservazione e al restauro di antichi alberi e boschi, ci hanno pensato gli organizzatori del Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena, quest’anno in programma da giovedì 27 a domenica 30 maggio.
Roma Capitale ha concesso Piazza di Siena in adozione alla Federazione Italiana Sport Equestri già dal 2018 e molti interventi sul verde sono già stati effettuati dal Comitato Organizzatore del concorso (FISE con il CONI e con Sport e Salute S.p.A.) sotto la supervisione del Dipartimento Tutela Ambientale Roma Capitale.
Come commenta Marco Di Paola, Presidente della Federazione “Nel 2017 la FISE ha maturato una scelta strategica nell’organizzazione del concorso internazionale di Piazza di Siena: assumersi la responsabilità di lasciare Villa Borghese alla fine dell’evento sportivo in condizioni sempre migliori. La piazza è tornata allo splendore degli albori del concorso ippico (fine anni ‘20) partendo dal rinnovato inerbimento dell’ovale che ripropone oggi un colpo d’occhio straordinario. Un intervento questo che è stato fortemente apprezzato dalla comunità mondiale degli sport equestri e dai suoi grandi campioni. Quest’anno, dopo il blocco imposto dal Covid-19 nel 2020, portiamo a termine un altro intervento di straordinaria importanza: assicurare una cura profonda ai platani secolari di Villa Borghese: prova concreta del connubio fra sport equestri, cultura e tutela della natura. Tutto ciò è stato possibile grazie alla fondamentale collaborazione con il Comune di Roma, con il CONI e Sport e con Salute S.p.A. e alle preziose indicazioni ricevute dalle Sovrintendenze ai Beni Culturali, nonché al sostegno dei nostri sponsor che ci hanno sempre seguito negli ultimi anni e che desidero ringraziare: Rolex, Intesa Sanpaolo, ENI, Loro Piana e Land Rover”.
Vito Cozzoli, Presidente e Amministratore Delegato Sport e Salute S.p.A. sottolinea come “Nel corso dell’ultimo quadriennio, grazie alla collaborazione avviata con la FISE, oltre all’organizzazione di un evento sportivo di altissimo livello, sono stati realizzati investimenti significativi: pulizia e restauro dei gradoni attorno all’ovale di Piazza di Siena nel 2017; ripristino dello splendido campo in erba, garantendone la cura durante tutto l’anno, e riqualificazione del campo del Galoppatoio e dell’area circostante nel 2018; interventi all’interno della Casina dell’Orologio e ripiantumazione di un cipresso abbattuto dal maltempo nel 2019. Si conferma la straordinaria valenza sociale dello Sport come motore propulsivo per iniziative che portano beneficio a tutta la comunità. In vista dell’appuntamento di fine maggio a Piazza di Siena, sono soddisfatto di poter testimoniare come Sport e Salute S.p.A. sia sempre al fianco delle Federazioni Sportive per realizzare interventi incisivi ed efficaci”.
Soddisfazione anche da parte dell’Associazione Amici di Villa Borghese, come esprime la Presidente, Alix Van Burten “Il progetto di conservazione della Valle dei Platani, già invocato da scienziati internazionali, giaceva nel cassetto da un decennio. Prende finalmente vita grazie all’opera degli organizzatori del Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena. La speranza è che gli antichi platani del Cardinale Borghese, riemersi dall’oblio cui erano stati condannati, possano continuare a meravigliare nei secoli a venire. E che questo sia un incentivo a compiere quel salto di qualità che il mondo oggi ci chiede a livello globale”.
L’intervento sui platani seicenteschi, sotto la direzione dei botanici francesi, Pascal Genoyer (presente a Roma) e Claire Atger, del centro studi Pousse Conseil, inizierà oggi martedì 30 marzo e si concluderà giovedì 1 aprile con la prima delle tre fasi previste. Si parte con l’alleggerimento dei giovani platani ibridi, studiato per ridurre l’ombra che, proiettata sugli antichi platani orientali, li priva di luce e nutrimento. Le fasi degli interventi al suolo saranno concluse invece tra maggio e giugno.
LA VALLE DEI PLATANI
All’inizio del XVII secolo la Valle dei Platani faceva parte della villa creata dal cardinale Scipione Borghese fuori Porta Pinciana. La Valle era compresa nel cosiddetto Barco, un’area destinata alla caccia, caratterizzata da valli, colline, pianure, boschi e giardini, popolati di selvaggina. Una planimetria datata tra il 1618 ed il 1620 documenta l’esistenza nell’area di una peschiera rustica, ampliata dopo pochi anni e impreziosita dalla creazione di due isolette collegate alla riva da ponticelli. Intorno allo specchio d’acqua erano stati piantati 44 platani (Platanus Orientalis L.), undici dei quali ancora oggi catturano l’attenzione per imponenza e bellezza. A seguito dei lavori commissionati da Marcantonio IV Borghese alla fine del secolo XVIII agli architetti Antonio e Mario Asprucci, l’antico ‘Barco’ non venne più utilizzato per la caccia. La creazione di un nuovo laghetto nell’attuale Giardino del Lago condusse al prosciugamento dell’antica peschiera, di cui scomparve ogni traccia negli anni Ottanta dell’Ottocento.
Oggi la Valle dei Platani costituisce “l’unica isola urbana nota di antichi Platani orientali in Occidente”: gli undici sopravvissuti della piantagione originaria, “sono preziose reliquie viventi, capolavori insostituibili e impareggiabili quanto il David di Donatello”, una parte importante dell’eredità mondiale” nelle parole dello scienziato Peter Raven, uno dei massimi botanici viventi. Il progetto di salvaguardia e cure che sta iniziando è senza precedenti: sia per le caratteristiche del sito, che ne fanno un luogo unico in Occidente, sia perché non esistono riferimenti di interventi simili su esemplari del genere e altrettanto antichi.