Calcio – La tre giorni di coppa

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Martedì sono riprese le coppe europee e con esse sono ricominciate le sfide più attese di tutta la stagione. Soprattutto la Champions ha visto scendere in campo gran parte dei team favoriti per la vittoria finale e le sorprese non sono mancate alcune veramente eclatanti.
Il clou della tre giorni si è avuto mercoledì sera con due partite attesissime: Real Madrid – Napoli con i partenopei dal loro gioco offensivo e spettacolare a confronto dei campioni in carica e primi favoriti per la vittoria finale, e il match tra Bayern Monaco – Arsenal due tra le più accreditate formazione nel panorama europeo. Il Napoli è giunto a Madrid con un entusiasmo che non si vedeva attorno ad una squadra italiana da tantissimo tempo. Quello dei tifosi napoletani è stato un vero e proprio esodo, più di diecimila persone si sono prima riversate per le strade e le piazze di Madrid, e poi hanno invaso il Santiago Bernabeu nella speranza di veder compiere ai propri beniamini una vera e propria impresa. Impresa che non è avvenuta, ma per qualche minuto i tifosi hanno potuto sognare grazie al gol di Inisgne, ma il Napoli se l’è giocata alla pari con i Campioni del Mondo ed il 3-1 finale genera più di un rammarico. Infatti il Real è apparso abulico quasi appannato, lasciando molto spazi nella proprio metà campo e non premendo quasi mai come si confà ad una squadra di tale rango. Il Napoli ha il grosso rimpianto di non aver realizzato almeno una delle tre/quattro occasioni che ha avuto per accorciare il divario, Mertens è mancato molto in questa serata fallendo delle occasioni che nel nostro campionato di solito non sbaglia. Vincere il ritorno con due gol di scarto, o quattro nel caso molto probabile che il Real realizzi almeno un gol, pare veramente una montagna impervia da scalare e difficilmente basteranno tutto il calore del pubblico napoletano e il rientro di Milik dal primo minuto dopo aver assaggiato il terreno di gioco negli ultimi minuti al Bernabeu.
Sono apparse fuori luogo le dichiarazioni al termine del match del presidente De Laurentiis contro mister Sarri sia per la gestione della rosa, problema che si trascina da inizio stagione tra presidente e allenatore, e sulla conduzione tattica della partita: il presidente ha attaccato il suo allenatore dicendo che non sa cambiare tattica e che gioca sempre allo stesso modo. A mio giudizio sono apparse fuori luogo perché il Napoli si è ben disimpegnato di fronte ad un palcoscenico estraneo alla maggior parte dei giocatori partenopei, chiunque avrebbe subito il carisma e la personalità di una squadra come il Real vista la differenza con le sfide che settimanalmente il Napoli affronta in campionato. Il rammarico vero è stato non sfruttare le occasioni avute per affrontare un ritorno con maggiore ottimismo. De Laurentiis ha un po’ fatto la figura di un qualsiasi tifoso deluso che deve trovare un colpevole, ma un presidente di una qualsiasi squadra non può e non deve comportarsi in questo modo soprattutto davanti a telecamere e giornalisti. Il Real ha francamente deluso è solo un paio di giocate dei tantissimi campioni che ha in rosa, su tutte il tracciante di Casemiro per il 3-1, gli hanno consentito di vincere una partita e di ipotecare la qualificazione ai quarti. Il più deludente è stato proprio Cristiano Ronaldo apparso lontanissimo dalla condizione migliore che gli ha consentito la passata stagione di vincere tutto, vedere il portoghese sbagliare anche dei semplici passaggi in appoggio è merce rara.
Nell’altra partita del mercoledì Il Bayern ha letteralmente asfaltato l’Arsenal per 5-1. Dopo un primo tempo scialbo e poco attento, dove l’Arsenal avrebbe meritato anche qualcosa di più del 1-1 con cui si sono conclusi i primi 45 minuti, il secondo tempo è stato un monologo bavarese con Lewandowski primo attore contorniato da attori non protagonisti di altissimo livello su tutti Thiago Alcantara e se pensiamo che Ancelotti si può permettere di tenere in panchina un giocatore come Mueller a cui bastano pochi minuti dal suo ingresso per realizzare il quinto gol, capiamo qual è il valore assoluto della squadra tedesca. L’Arsenal per l’ennesima volta si è squagliato come neve al sole nel momento topico della stagione, pensare ad una rimonta nel ritorno è credere veramente nei miracoli, anche se il calcio ci ha sorpreso tante volte. Il Bayern ha un potenziale offensivo di prim’ordine che anche in serate non eccelse riesce a tirare fuori cinque gol, questo lo candida ad essere una delle squadre maggiormente indiziate ad arrivare alla finale di Cardiff.
Il trittico europeo era cominciato con il botto: il 4-0 rifilato dal PSG al Barcellona è stato a dir poco un fulmine a ciel sereno, difficilmente pronosticabile alla vigilia del match. Era da anni che non si vedeva il Barcellona di Messi Neymar ed Iniesta, solo per fare i nomi più celebrati, uscire dal campo non solo sconfitti, ma umiliati sul piano del gioco e dell’atteggiamento. Ancora una volta è andato in scena uno scontro fra una squadra che aveva fame, aveva preparato la partita in maniera perfetta e che era determinata all’inverosimile, il PSG, ed una squadra più forte con campioni celebrati e che sono fra i migliori al mondo, ma che non avevano la determinazione e la cattiveria agonistica adatta ad uno scontro di tale portata. Subito sono cominciate le solite speculazione sulla fine del ciclo del Barcellona e si è puntato il dito contro l’allenatore, l’ex romanista Luis Enrique dai più ritenuto non in grado di tenere in mano uno spogliatoio di questa levatura e di non saper dare le giuste direttive tattiche per raddrizzare le partite che hanno preso una piega difficile. Forse è vero, ma mai dare per morta una squadra come il Barcellona, che anche se in difficoltà nella Liga e quasi fuori dalla Champions, non avrà problemi a rialzarsi immediatamente nella prossima stagione. Forse più semplicemente la squadra più forte, almeno martedì’ sera, ha vinto. Il PSG è una squadra consolidata negli anni, che non sta dominando il suo campionato come negli ultimi anni, ma che forse mai come quest’anno punta alla Champions, con un allenatore come Unay Emery che nel corso della sua carriera ha dimostrato di saper dare il massimo più nelle coppe, tre Europa League consecutive con il Siviglia vorranno dir qualcosa. In più giocatori giovani come Marquinos Rabiot, Verratti, uno dei pochissimi talenti puri del panorama italiano, e l’acquisto di gennaio Draxlar stanno dimostrando di essere nel pieno della loro maturazione e con accanto campioni affermati come Cavani Di Maria e Matuidi, i parigini possono effettivamente puntare ad alzare la coppa dalle grandi orecchie.
La seconda partita del martedì Benfica – Borussia Dortmund è stata la classica partita tra la squadra che attacca e quella che difende e come spesso capita nel calcio, chi difende con un solo tiro in porta per giunta su calcio piazzato, si è portata a casa l’intera posta. Il Benfica di fronte al suo pubblico ha vinto per 1-0 con gol del centravanti greco Mitroglu, ma il Borussia ha dominato in lungo e in largo costruendo una dozzina di palle gol, sperperate quasi tutto dal suo uomo di punta, il gabonese Aubameyang che ha fallito anche un rigore, o annullato dal sorprendente e giovanissimo portiere brasiliano Ederson, vero protagonista della serata. I tedeschi sono ancora favoriti per l’accesso ai quarti, ma di certo non dovranno più sprecare nessun occasione e dovranno sicuramente guardarsi le spalle, perché i portoghesi sono abilissimi nel chiudersi e ripartire soprattutto nelle partite fuori casa.
Giovedì sera era di scena l’Europa League, la sorella minore delle coppe, da molti considerata a torto la sorellastra quasi fosse un fastidio invece che una coppa dalla rilevanza e dal prestigio notevole. Le squadre italiane in corsa sono rimaste in due entrambe impegnate in trasferta, Roma e Fiorentina, ed entrambe con delle avversarie toste e di rango sulla loro strada. Ha iniziato la Fiorentina contro i tedeschi del Borussia M’Gladbach, squadra quadrata che non attraversa un ottimo periodo in Bundesliga essendo solo decima in classifica, ma rinata dal cambio di allenatore, da allora quattro vittorie consecutive. Che la Fiorentina faccia sul serio lo dimostra il fatto che Sousa abbia schierato la formazione titolare con la solo assenza di Chiesa squalificato. Partita molto bloccata per lunga parte del primo tempo, con i tedeschi che fanno la partita e dettano il ritmo e la Fiorentina che controlla la pressione teutonica. Nel finale del tempo prima un palo clamoroso dei tedeschi poi la replica viola con una punizione gioiello di Bernardeschi che porta la sua squadra in vantaggio. Secondo tempo sulla falsa riga del primo con i tedeschi che cercano il pareggio, ma non creano mai una vera e proprio occasione per pareggiare, la Fiorentina riesce col passare del tempo a controllare la gara con più autorevolezza creando anche qualche potenziale occasione in ripartenza. Finisce 0-1 risultato pesante nell’ottica dei 180 minuti che autorizza a sperare in un passaggio di turno che al momento del sorteggio non era per niente scontato.
La Roma era attesa ad una prova complicata contro il Villareal squadra di seconda fascia spagnola dalla buona tradizione che tra le mura amiche è sempre stata temibile. La Roma non ha giustamente sottovalutato l’incontro cosa testimoniata dal fatto che Spalletti ha schierato la squadra migliore che potesse tranne Salah, ancora non in piena forma dopo l’esperienza in Coppa D’Africa, sostituito dal El Shaarawy. I giallorossi han fin da subito controllato con autorevolezza la gara non concedendo spazi ai padroni di casa ed anzi costruendo numerose occasioni per portarsi in vantaggio, concretizzandosi attorno alla mezz’ora con un grande destro da fuori di Emerson che lasciava di sasso il portiere Asenjo. Veramente ottima la conduzione del gioco dei giallorossi che cedevano un po’ il passo giusto nei primi minuti del secondo, dove ovviamente il Villareal ha tentato il tutto per tutto. Ma proprio nel momento migliore dei padroni di casa, che avevano impensierito un paio di volte Allison sfiorando il pareggio, la Roma si dimostra ancora una volta micidiale in ripartenza. Salah entrato da poco si invola sulla destra serve centralmente Dzeko che con movimento da centravanti vero fredda Asenjo e chiude la partita. Da lì partita e qualificazione vengono messe in ghiaccio da un Villareal che si apre concedendo troppi spazi ad una Roma e un Dzeko devastanti che con altri due gol di pregevolissima fattura fissano il risultato finale sullo 0-4.
Con questa brillante vittoria esterna, mai facile in questi campi, la Roma si candida prepotentemente ad essere una delle favorite per la vittoria finale. Con un Dzeko in questa condizione ed una squadra che gira in questo modo sono pochissime le avversarie in Europa League che possono impensierire i giallorossi. L’unica che in questo momento sembra essere all’altezza della Roma è il Manchester United che con una tripletta di Ibrahimovic ha travolto il St. Etienne. Altri avversari per ora non se ne vedono, ma il cammino è lungo e le avversarie non mancheranno. Tra i risultati della serata spiccano le nette vittorie esterne del Lione contro l’Az per 1-4 e dello Schalke 04 contro il Paok per 0-3 e le sconfitte di due squadre candidate alla vittoria finale come il Tottenham e lo Zenith entrambe sconfitte in Belgio rispettivamente dal Gent per 1-0 e dall’Anderlecht per 2-0, sconfitte esterne rimediabili nel ritorno. Vince invece lo Shakhtar, altra candidata alla finale sempre in Spagna in casa del Celta con il minimo scarto 0-1. Quello che lascia più soddisfatto dalla serata di giovedì è l’atteggiamento delle due formazioni italiani che sono scese in campo motivate e determinate alla ricerca della vittoria finale. Soprattutto la Roma ha grandi chance per arrivare fino in fondo, speriamo che i giallorossi riescano dove altre squadre italiana in questi ultimi anni hanno fallito, su tutte Juventus e Napoli, gettando alle ortiche una probabile finale.

16/02/2017 PIERFRANCESCO BONANNO




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