OXYGEN – Rosa Cupido rappresenta a tutti gli effetti il prototipo della giocatrice ideale che i coach vorrebbero avere nel proprio roster: esperienza, sangue freddo e qualità. Dopo i sei anni a Napoli Rosa ha iniziato a girare l’Italia raggiungendo una maturità in campo invidiabile a tante. Adesso con la Oxygen Roma Basket può veramente trovare una seconda giovinezza: “Qui a Roma mi sto trovando veramente bene sia in campo che fuori, le ragazze sono fantastiche. È ovvio che in questa fase dobbiamo lavorare veramente tanto, siamo una squadra nuova e ci dobbiamo ancora conoscere. C’è tanto da lavorare, io sto facendo il mio massimo per dare il mio contributo alla squadra in ogni modo“.
L’inizio della sua avventura romana non è stato dei più facili, soprattutto a causa del calendario difficile: “In questo inizio di campionato il calendario non è stato dalla nostra parte, ma da tutte queste partite stiamo traendo il lato positivo, stiamo capendo i nostri errori e lavoriamo ogni giorno per migliorarli. Infatti già sabato contro Ragusa ci aspettiamo una partita molto più intensa rispetto a quella che abbiamo fatto a Schio. Cercheremo di fare meno errori possibili e di non ripetere quelli già commessi nelle gare precedenti“.
Rosa è sempre molto concentrata e tranquilla anche in campo, non si fa sopraffare dalle emozioni: “Cerco sempre di controllare la pressione in campo, provo a gestirla nel miglior modo possibile. È ovvio che se magari c’è una partita un po’ più importante la sento anch’io, ma non mi faccio influenzare dall’ansia. Tendo sempre ad essere tranquilla e serena, perché più c’è pressione e più si sbaglia. Aiuto sempre la squadra o una mia compagna per il bene del gruppo. La figura dello psicologo sportivo è molto importante, bisognerebbe averne sempre uno vicino nel mondo dello sport in generale. Il cervello umano è tutto da scoprire, non lo conosciamo ancora al 100%. Quindi una figura come quella dello psicologo può aiutare tanto gli atleti. Io cerco sempre di giocare tranquillamente facendo quello che so fare meglio. Mi impegno ogni giorno in palestra per migliorarmi sempre di più. Bisogna avere la testa sulle spalle e lavorare duramente per raggiungere determinati obiettivi nella vita“.
La playmaker campana all’inizio della propria carriera ha avuto la possibilità di vestire la maglia della propria città, un lusso che in pochi nel mondo del basket hanno avuto: “Giocare per la propria città e indossare i colori della tua squadra del cuore ha un peso specifico differente. Di solito noi giocatrici cambiamo tante squadre e quindi è raro giocare nella propria città, io sono stata fortunata sotto questo punto di vista. Gli anni a Napoli sono stati incredibili. Ho sempre cercato di dare il massimo per tutte le squadre con cui ho giocato. Giocare per Roma, per la Capitale d’Italia è quasi un lusso. Roma è molto vicina a Napoli e mi sento come se fossi a casa, è la mia seconda casa a tutti gli effetti”.
Nel tempo libero Cupido ha due grandi passioni, lo studio e i videogiochi: “Momentaneamente sto scrivendo la tesi magistrale in Ingegneria della sicurezza, sono quasi alla fine del mio percorso di studi. Nel tempo libero il mio hobby preferito è quello di giocare con i videogiochi, soprattutto a Fornite. Non mi piace giocare da sola, la sera mi collego e con il mio gruppo di amici ci divertiamo tanto tra una battuta e l’altra. Quando ho il joystick in mano stacco veramente la spina, è il mio momento di svago in cui non penso al basket o allo studio“.
Anche per il futuro Rosa ha l’idee chiare. A differenza di molte colleghe difficilmente resterà nel mondo del basket: “L’ho sempre detto fino da piccola, se devo stare nel mondo del basket voglio giocare. Mi faccio trasportare tanto dal contesto e non riesco a vedere le partite dall’esterno. Non riuscirei mai a ricoprire il ruolo di allenatrice o dirigente, sarei come un leone in gabbia. Le poche volte in cui mi è capitato di restare in panchina per infortunio fremevo e mi agitavo seduta a guardare le mie compagne in campo. Dopo aver smesso di giocare quindi non penso proprio di continuare con questa carriera, probabilmente lascerò il mondo del basket. Voglio diventare a tutti gli effetti un ingegnere seguendo così il mio percorso di studi. Ovviamente spero di abbandonare il più tardi possibile il basket (ride, ndr)”